Il Tirreno

Lucca

In aula

Finge di adottare i cavalli ma li vende per farli macellare: così un uomo di Lucca è stato scoperto e portato in tribunale


	I cavalli venivano commercializzati (Foto di repertorio)
I cavalli venivano commercializzati (Foto di repertorio)

Il procedimento penale attuale, che vede come persona offesa una cittadina padovana, si inserisce in un quadro già compromesso, evidenziando un fenomeno diffuso e preoccupante

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LUCCA. Finisce a giudizio un lucchese accusato di fingere di adottare cavalli e poi li commercializza.

La vicenda

Lo rende noto l’associazione Horse Angels Odv in una nota in cui scrive: «L’udienza è fissata al 19 marzo 2026 davanti al Tribunale di Padova. Secondo l’accusa, l’uomo, di cui si era occupata la trasmissione delle Iene, avrebbe organizzato in essere un raggiro ai danni di una proprietaria di cavallo, inducendola a formalizzare un falso passaggio di proprietà a favore di un soggetto inesistente. In realtà, il cavallo sarebbe poi stato ceduto a una società terza, senza mai registrare il trasferimento all’anagrafe equina. L’uomo non è nuovo a simili vicende: in passato risulta condannato per episodi analoghi e oggi viene considerato come recidivo. Da anni risponde ad annunci online di “regalia” di cavalli pubblicati su piattaforme commerciali e social network, fingendosi interessato all’adozione e al benessere degli animali. Una volta ottenuti i cavalli, li immetterebbe nel circuito commerciale, tradendo la fiducia dei proprietari originari».

L’appello

Il procedimento penale attuale, che vede come persona offesa una cittadina padovana, si inserisce in un quadro già compromesso, evidenziando un fenomeno diffuso e preoccupante: la falsa adozione di cavalli a titolo gratuito con successiva destinazione al mercato, in contrasto con i principi di tutela e benessere degli animali. «La nostra associazione intende vigilare e segnalare pubblicamente casi come questo, per proteggere i cavalli e sensibilizzare proprietari e cittadini sull’importanza di verificare attentamente gli affidatari», conclude la nota.

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