Italia
Fondazione Crl, Marsili: «Ascolto e cultura, ma non siamo un bancomat»
Il nuovo presidente illustra le linee guida del suo mandato
LUCCA. Secoli fa, Platone poneva i filosofi al governo della sua Repubblica ideale. La Fondazione Cassa di risparmio di Lucca, oggi, sembra seguire quella stessa strada. Al vertice dell’istituto di San Micheletto, siede Massimo Marsili, 62 anni, originario della Versilia, filosofo per formazione. Subentrato a Marcello Bertocchini – forte di un profilo di grande esperienza e radicamento territoriale – nel suo primo incontro con la stampa, Marsili ha tracciato con chiarezza la rotta del suo mandato: «La Fondazione non è un bancomat, ma nemmeno una “mosca cocchiera», ha detto con una metafora originale. «Non vogliamo sostituirci a nessuno, ma accompagnare. Non possiamo farci carico di tutto, ma possiamo essere un moltiplicatore di impatto».
Continuità e visione
«La continuità che rivendico – ha sottolineato il presidente – è una continuità metodologica. Lavoreremo con le amministrazioni pubbliche, il terzo settore, il mondo economico e universitario accompagnandoli nei progetti». Marsili ha ribadito la centralità del principio di sussidiarietà, inteso non come supplenza, ma come accompagnamento strategico, promozione di reti e partenariati, stimolo alla costruzione di sistemi che generino impatti duraturi sul territorio. L’idea è quella di superare la logica del finanziamento episodico in favore di progetti capaci di sommare visioni, risorse e competenze. Tre le aree tematiche individuate ci sono sostenibilità e transizione ecologica, coesione sociale e valorizzazione del patrimonio culturale. «Sul fronte ambientale – ha spiegato Marsili – ho trovato nel territorio una sensibilità maggiore rispetto a quanto si possa pensare osservando le tendenze nazionali e internazionali. C’è voglia di conoscenza e di accompagnamento su questi temi». In tema di inclusione sociale, Marsili ha messo in evidenza come «le fasce grigie siano in costante aumento». L’ente conferma l’intenzione di sostenere chi sul territorio lavora ogni giorno per colmare i divari, promuovere l’accesso alla cultura, allo sport, all’istruzione, soprattutto in aree periferiche.
Identità è cultura
Da buon filosofo, Marsili riserva ampio spazio al ruolo della cultura. «Senza identità un territorio si indebolisce – ha affermato Marsili – e la cultura è la nostra identità più profonda». Il presidente ha ricordato il ruolo cruciale della Fondazione nel restauro di beni, nel sostegno a musei, biblioteche, archivi, festival e iniziative che, oltre al valore simbolico, producono redditività e occupazione. «I nostri interventi non sono fine a se stessi, ma rappresentano un investimento economico e sociale», ha detto, indicando tra gli obiettivi la valorizzazione delle professioni culturali, anche come sbocco per i giovani. Rispondendo a una domanda sul fenomeno della migrazione giovanile, Marsili ha riconosciuto la complessità del tema, pur rilanciando: «Non possiamo impedire ai giovani di partire, ma possiamo fare in modo che trovino motivi e opportunità per tornare». Centrale, in tal senso, la Commissione Giovani, nata proprio per costruire un dialogo stabile con le nuove generazioni.
Patrimonio solido
Sul fronte economico-finanziario, Marsili ha rassicurato circa la tenuta del patrimonio della Fondazione, che ha chiuso il 2024 con un patrimonio netto di 1,295 miliardi di euro e un avanzo d’esercizio 2024 da record (85 milioni), erogando 33,3 milioni di euro per oltre 670 progetti. «Per il 2025 e il 2026 abbiamo buone certezze di mantenere alti livelli di erogazione. La guerra commerciale e l’instabilità geopolitica sono elementi da monitorare, ma il nostro portafoglio è volutamente diversificato e gestito con elasticità».
Manifattura e Centro Arti
Interpellato sulle recenti vicende di Coima, la società con cui la Fondazione aveva stretto una partnership per la riqualificazione della Manifattura Sud (progetto poi tramontato), Marsili glissa: «Non commento indagini che non hanno niente a che vedere con Lucca. Per il resto, la Fondazione ha già deliberato su questo tema: la Manifattura non rientra nel nostro orizzonte. Questo ad oggi. Vedremo poi quali sviluppi produrrà il percorso avviato dal Comune e a quel punto potremo avere un quadro più chiaro». Grande entusiasmo per il progetto del Centro per le Arti nell’ex edificio del Dopolavoro. «Permetterà di rendere fruibili una grande quantità di opere storico-identitarie della città, penso ai lavori di Batoni e Paolini. Sarà un polo espositivo capace di attrarre un turismo di qualità».
Cinque anni fa, durante la pandemia, Marsili è finito in terapia intensiva. «Sono un sopravvissuto – ha detto con emozione – e quell’esperienza mi ha cambiato. Ho capito che potere e denaro hanno senso solo se messi al servizio degli altri. Oggi vivo con più serenità e meno tensioni inutili». l
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