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Il racconto

Bagni di Lucca, si lancia nel torrente di notte per salvare il cugino caduto in acqua: la storia a lieto fine di Markus e Federico

di Emanuela Ambrogi
Nella foto a sinistra Federico Tomei e il cugino Markus Karekallas nel punto in cui il finlandes è caduto nella Lima
Nella foto a sinistra Federico Tomei e il cugino Markus Karekallas nel punto in cui il finlandes è caduto nella Lima

L’impresa di Tomei: «L’ho visto perdere l’equilibrio mentre camminava lungo il marciapiede e di getto mi sono tuffato nella Lima»

27 dicembre 2023
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BAGNI DI LUCCA. Dalla macchina su cui stava ripartendo nei pressi del Casinò di Ponte a Serraglio ha scorto le gambe di un uomo che, probabilmente dopo essere inciampato lungo il marciapiede, dalla bassa ringhiera lungo la Lima stava finendo nel il torrente sottostante.

Intuito cosa stava accadendo, alle tre del mattino della vigilia di Natale Federico Tomei, 33 anni, titolare del bar Roma alla Villa, è sceso dall’auto e a corsa ha raggiunto, una cinquantina di metri più avanti, il cancelletto che si può aprire all’inizio della ringhiera. Si è svuotato le tasche dei pantaloni e, nel buio, ha raggiunto il punto in cui era avvenuta la caduta. È entrato nell’acqua gelida, alta più poco più di mezzo metro, e ha raggiunto la persona che era finita nel torrente dopo un volo di circa quattro metri. Era il cugino Markus Karekallas, 49 anni finlandese, un fisico da vichingo, che Tomei aveva appena lasciato davanti alla casa della zia, madre del soccorritore, dopo una serata passata al bar Roma.

Senza indugiare, Tomei ha tratto a riva il cugino, stordito ma non privo di conoscenza. Se lo è caricato sulle spalle e con uno sforzo enorme lo ha portato sulla strada e poi nella casa della madre che abita accanto al Casinò, a due passi da dove era avvenuta la caduta.

Subito Federico e Markus, che si stava riprendendo, si sono tolti gli abiti fradici, riscaldandosi poi con un bagno molto caldo. Superato lo shock e il freddo patiti, i due si sono rivestiti con abiti asciutti, continuando a riscaldarsi nel tepore della casa. Appena il finlandese è apparso in grado di salire in auto, Tomei lo ha poi portato al pronto soccorso dell’ospedale San Luca, a Lucca, dove Karekallas è stato trattenuto fino a ieri, in osservazione.

Gli accertamenti non hanno rilevato fratture o traumi di rilievo: il finlandese se l’è cavata con un bernoccolo e qualche contusione. Nel pomeriggio di ieri è stato dimesso.

Per quanto non alta, l’acqua e il fondo limaccioso del torrente devono aver attutito il tonfo e limitato i danni per la caduta. Markus era arrivato da poco a Bagni di Lucca per trascorrere alcuni giorni con la zia e altri parenti. L’antivigilia di Natale ha passato la serata nel bar del cugino Federico, in compagnia di amici e parenti.

Alla chiusura del locale, Tomei lo ha accompagnato in auto dalla madre, a Ponte a Serraglio, dove il cugino avrebbe dovuto passare la notte.

«Markus era sceso da poco dalla macchina – racconta Tomei – . Stavo per rimettere in moto per tornare alla Villa, quando ho visto le gambe di mio cugino per aria sopra la ringhiera per poi sparire verso il torrente. Sono sceso e ho cercato di capire: Markus era caduto nell’acqua gelida. Ho percorso di fretta pochi metri per arrivare al cancelletto di fronte al Casinò. Lì c’è la scaletta che porta in fiume. Ero solo, ma non ho esitato. L’ho raggiunto e ho visto che si muoveva. Dovevo fare subito qualcosa. Mi sono vuotato le tasche e sono entrato in acqua. Non è stato facile riportarlo su, ma era abbastanza in sé. Si è aggrappato alla mia cintura, e facendo molta forza sulle spalle, me lo sono caricato e l’ho riportato al bordo della strada, in cima alla scaletta. Poco distante c’è la casa dove abita mia madre, zia di Markus. Rientrati, ci siamo subito tolti i vestiti e, dopo un bagno caldo, ci siamo ripresi». A mente fredda, Tomei si rende conto che poteva finire in tragedia.

Nella sua voce la paura, seguita da un sospiro per il pericolo scampato. «Mio cugino – aggiunge – non ricorda come sia inciampato o scivolato e come abbia fatto il volo. Ma ricorda bene il tonfo e la temperatura gelida del torrente. Per me entrare nell’acqua è stata una cosa istintiva, l’ho fatto di getto. È andata bene».


 

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