Sabatini, ottocento volte tra i pali, e alle sue nozze ha voluto Zoff
La favola del portiere dell’Orbetello: SuperDino è stato il suo testimone. «Gli dissi: cambierei tutte le mie partite con una delle tue»
Ha l'entusiasmo di un ragazzino. Sembra una frase fatta ma calza a pennello per descrivere Vincenzo Sabatini, il portiere dei record che oggi compie 42 anni, 24 dei quali trascorsi tra i pali di una porta di calcio. Per descrivere chi è Vincenzo Sabatini è necessario andare a Porto Ercole e farselo raccontare da chi lo conosce da sempre. Azelio Bagnoli, suo amico, è stato un ottimo giocatore ed anche vicesindaco del comune di Monte Argentario. Ricorda che da piccolo Vincenzo «giocava a calcio nella piazzetta del paese e per garantirsi un posto in squadra con i ragazzi più grandi si portava il pallone da casa. Questo spirito fa parte del suo Dna, lui in campo vuole esserci sempre. Interpreta lo sport nel senso nobile del termine anche se alla famosa frase di De Coubertin "l'importante è partecipare" preferisce di gran lunga quella che Boniperti ha coniato per la Juventus: "vincere non è importante, è l'unica cosa che conta". Ha giocato 800 partite tra i dilettanti ma per lui ognuna è come un rito, una diversa dall'altra. Per ogni match c'è un aneddoto da ricordare che lui ti racconta come se fosse un romanzo avvincente. Vincenzo ha un forte senso delle gerarchie, quando era ragazzo osservava il comportamento dei giocatori più rappresentativi e li prendeva come esempio. Ricorda che quando veniva convocato in prima squadra si concentrava sulla partita fin dal giorno precedente, un'abitudine che gli è rimasta per sempre. Adesso non vede tra i giovani lo stesso attaccamento alla maglia e questo un po' lo fa arrabbiare: «Purtroppo i tempi sono cambiati ma anche tra i ragazzi di oggi c'è qualcuno che ha il mio stesso temperamento». Il ruolo del portiere gli ha permesso di diventare amico e consolidare l'amicizia con Dino Zoff che è stato anche suo testimone di nozze: «Dino è sempre stato il mio mito, un grande sportivo ed un uomo immenso». La sua caratteristica più grande? «Quella di non commettere papere, il portiere non deve parare l'impossibile ma dare sicurezza alla squadra trasmettendo la sensazione che non commetterai errori», anche se Vincenzo ammette che in tale delicato ruolo è impossibile non inciampare talvolta in qualche papera.
«E' un ruolo che ti forgia il carattere, quando decidi di essere un portiere vuol dire che sei pronto ad assumerti le tue responsabilità», osserva Sabatini che ha un grande rammarico, quello di non avere mai esordito tra i professionisti pur essendoci arrivato molto vicino quando era in ritiro con il Grosseto che poi non si iscrisse al campionato di serie C2: era la stagione 1995-96. Scherzando ha confidato al suo amico Zoff: «scambierei tutte le mie 800 partite tra i dilettanti con una delle tue in porta della Juve».
A 42 anni Vincenzo è il numero uno dell'Orbetello, squadra che quest'anno ha l'obiettivo di conquistare la salvezza in prima categoria. Adesso Sabatini è concentrato su questo obiettivo e per il futuro ammette di avere ancora un sogno nel cassetto: «Vorrei vincere un altro campionato, si dice che il primo non si scorda mai, io invece penso che il più bello sia sempre l'ultimo e mi auguro che per me l'ultimo successo debba ancora arrivare». Il segreto della sua forma? Lo stile di vita è una componente fondamentale ma Vincenzo vuole condividere il merito con i preparatori dei portieri: »Enzo Santi a Porto Ercole, Moreno Dottarelli a Grosseto e adesso Pierluigi Piro a Orbetello, a loro devo molto, mi hanno allenato con grande professionalità riuscendo ad infondermi grandi stimoli». Inoltre come ogni buon toscano il campanilismo è una caratteristica che non gli manca, è fiero di essere di Porto Ercole ed a tale proposito raccomanda: «non scrivete che sono dell'Argentario, sono orgogliosamente di Porto Ercole», terra di navigatori, poeti e… portieri, con chiaro riferimento a Guido Bistazzoni, ex portiere della Sampdoria ed anche lui orgogliosamente di Porto Ercole.
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