Volontari picchiati e minacciati a Livorno, la proposta anti-aggressioni: «Ora la body cam, l’assistenza è a rischio»
Il presidente delle Misericordie della Toscana, Alberto Corsinovi, dopo l’aggressione alle Sorgenti: «Serve più attenzione, i ragazzi sono esposti»
LIVORNO. Presi a male parole, offesi e minacciati. Oppure – quando va peggio – strattonati, spintonati e colpiti con calci e pugni da chi sono chiamati a soccorrere. Dopo il caso avvenuto venerdì sera alle Sorgenti, quando due volontari della Misericordia di via Verdi sono stati aggrediti dal padre di un paziente, scende in campo anche Alberto Corsinovi, presidente delle Misericordie della Toscana. «Questo continuo aggredire i nostri volontari – dice – è un trend in aumento che, se non si fa qualcosa, porterà all’impossibilità di proseguire col servizio di emergenza». Ecco, dunque, che alla luce di tutto questo «è essenziale una riflessione affinché si possa tornare ad agire in sicurezza». Come? «Penso, per esempio, al prevedere delle body cam da far portare ai volontari». Ma andiamo con ordine.
Il fatto
Venerdì sera una squadra di volontari della Misericordia di via Verdi è stata chiamata a intervenire per soccorrere un ragazzo all’interno di una casa alle Sorgenti. È successo che il padre del ragazzo, di fronte al rifiuto dei volontari a oltrepassare il cancello a causa della presenza di un grosso cane, ha preso per un braccio una volontaria, tirandola dentro. Poi – così hanno raccontato i diretti interessati – il padrone di casa li avrebbe offesi e minacciati finendo per spintonare anche l’altro volontario in servizio. La situazione è tornata alla calma solo con l’intervento dei carabinieri. Sebbene qualche strascico ci sia stato anche al pronto soccorso. Il direttore della Misericordia di Livorno Gabriele Vannucci, da parte sua, ha detto che sporgerà denuncia perché «non sono più tollerabili situazioni di questo tipo».
Sos volontari
D’accordo è Corsinovi. Il presidente delle Misericordie toscane sostiene che si stia assistendo a una «escalation che, continuando così, renderà difficile mantenere gli attuali livelli assistenziali». Perché il grosso del lavoro nelle associazioni che gestiscono le ambulanze è fatto da volontari che prestano il loro aiuto gratuitamente. E se regalando tempo vengono anche malmenati «il rischio è perderli, questi volontari».
Il pericolo
Corsinovi dice che «si parla sempre delle aggressioni nei confronti del personale sanitario, per esempio ai danni degli operatori impiegati nei pronto soccorso degli ospedali. Bene, quelle nei confronti dei volontari sono altrettanto gravi. Anche perché spesso avvengono in luoghi che non hanno protezione fisica e senza che ci siano altre persone a dare immediato supporto. Succede nei parchi, in mezzo alle strade, davanti alle case». Ecco perché in certi casi è essenziale l’intervento parallelo delle forze dell’ordine, «che (venerdì sera, ndr) a Livorno è stato tempestivo».
Le forze dell’ordine
In realtà il 112, quando vengono segnalate situazioni di particolare pericolo, passa la chiamata sia al 118 che a polizia o carabinieri. «Ma non sempre c’è la disponibilità delle forze dell’ordine perciò abbiamo chiesto all’autorità giudiziaria che si faccia una riflessione in tal senso. Un’altra opzione potrebbe essere il prevedere una body cam da far portare ai volontari. Questi apparecchi dovrebbero essere attivati dall’Asl e servirebbero dei protocolli che tengano conto anche della privacy».
Aggressioni continue
L’aggressività attuale, aggiunge il presidente, «è secondo me legata a una maggiore esasperazione e insofferenza. Ci sono anche più pretese, che in certi momenti comprendo anche, ma che non possono tradursi in gesti aggressivi nei confronti dei nostri volontari. In Toscana c’è almeno un’aggressione a settimana e talvolta, purtroppo, comportano ferite importanti. I volontari, lo ribadisco, sono persone che prestano il loro servizio gratuitamente per la collettività e chiediamo maggiore attenzione. Chiediamo che si faccia qualcosa per tutelare il loro lavoro quotidiano al servizio della popolazione tutta».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
