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Livorno, altri volontari aggrediti: «Non è più tollerabile»

di Claudia Guarino
Un'ambulanza della Misericordia di Livorno
Un'ambulanza della Misericordia di Livorno

Spinte a causa di un cane a due ragazzi della Misericordia. Una di loro: «Ho avuto paura». Il direttore: «Faccio denuncia».

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LIVORNO. La chiamata era per un soccorso a persona all’interno di una casa. Ma i volontari del 118, arrivati sul posto, hanno manifestato all’uomo che è andato loro incontro l’intenzione di non entrare nella proprietà col cane in giro. E lui, a quanto sembra, non l’ha presa bene. «Mi ha strattonata per un braccio e tirata dentro la proprietà», racconta Aurora, volontaria della Misericordia di via Verdi. «Poi ha cominciato a inveire anche contro di me – racconta il collega Davide – con minacce e offese». Alla fine l’equipaggio di soccorso ha dovuto chiamare i carabinieri. «Tutto ciò è inconcepibile – dice il direttore della Misericordia di Livorno Gabriele Vannucci –. Le aggressioni nei confronti dei volontari sono sempre più frequenti e serve un tavolo con le autorità per capire quali soluzioni possano essere messe in campo per tutelarli». Intanto, per quanto successo l’altra sera durante l’intervento in zona Sorgenti, «sporgeremo denuncia».

La casa e il cane

A raccontare quanto accaduto venerdì sera sono due dei tre volontari che erano di turno sull’ambulanza per i servizi di emergenza e urgenza: Davide Dell’Erario e Aurora Cali. «La chiamata – racconta Davide – era per un servizio in casa. Dovevamo aiutare un ragazzo che stava perdendo sangue da una ferita dopo aver subito un’operazione. Siamo arrivati al cancello e abbiamo visto che c’era un cane pastore tedesco». È bene chiarire che secondo protocollo una scena deve essere completamente sicura prima che i volontari possano intervenire. Questo per evitare, per esempio, che anche i soccorritori poi debbano essere a loro volta soccorsi. Ecco perché «abbiamo chiesto di far allontanare questo cane in modo tale che potessimo avvicinarci».

L’agitazione

L’interlocutore in quel momento era il padre del ragazzo per cui era stato richiesto di soccorso. «Lui ha detto che saremmo potuti tranquillamente entrare dato che il cane era buono». Dopodiché, visto che i volontari rimanevano fuori, «si è agitato e ha tirato dentro Aurora». «Mi ha presa per il braccio – racconta lei – e mi ha fatto entrare dal cancello. Mi sono spaventata». A quel punto, prosegue Davide, «io e l’altra volontaria ci siamo avvicinati e l’uomo mi ha preso a spintoni, prima che la moglie intervenisse a separarci. Ho fatto presente che non c’erano i presupposti per proseguire con il nostro intervento e sono iniziate le minacce tipo “Se mio figlio muore vi ammazzo”. Abbiamo chiamato i carabinieri».

I carabinieri

Con l’arrivo dei militari la situazione è tornata alla normalità e i volontari hanno potuto portare il paziente al pronto soccorso, ma «la mamma ha continuato a minacciarci anche lì». Dopo l’accaduto «non eravamo più in grado di proseguire il turno perciò abbiamo detto alla centrale del 118 di toglierci dall’operatività». I volontari dicono che capita, durante i servizi svolti sul territorio, di trovare alcune persone agitate. «Magari ti rispondono un po’ male e qualche volta siamo stati costretti ad allontanarci. Stavolta, comunque, ci sono stati spintoni, strattoni, offese e anche minacce».

«Non è più tollerabile»

Ecco perché, sottolinea il direttore Vannucci, «faremo denuncia. Non è più accettabile che cose del genere accadano. A Livorno così come altrove. Non possiamo più tollerare le aggressioni a volontari che mettono a disposizione il loro tempo per la comunità tutta». Poi, l’appello: «Chiediamo quindi un incontro alle autorità competenti – conclude Vannucci – per far presenti queste problematiche e per trovare delle soluzioni. Il volontario va tutelato».

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