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Movida a Livorno, dal “numero chiuso” alla chiusura anticipata dei locali in via Cambini: cortocircuito tra sindaco e prefetto

di Martina Trivigno

	L'affollamento in via Cambini, a dx dall'alto Luca Salvetti e Giancarlo Dionisi
L'affollamento in via Cambini, a dx dall'alto Luca Salvetti e Giancarlo Dionisi

Rimpallo per il contingentamento degli accessi (massimo 300 persone). E intanto Salvetti ordina la chiusura anticipata dei locali. Nel fine settimana stop alla musica dalla mezzanotte e dalle 21 divieto di vendita da asporto di alcol

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LIVORNO. È un po’ come nel ping pong in cui la palla viene rimandata in fretta dall’altra parte del tavolo, oltre la rete. Ecco, la questione del contingentamento degli accessi in via Cambini risponde più o meno a questo stesso principio con il sindaco Luca Salvetti che passa la palla al prefetto Giancarlo Dionisi (e viceversa) in un cortocircuito istituzionale che al momento una certezza ce l’ha: nessuna limitazione degli ingressi nella strada.

Chiusura anticipata

Ma intanto (come richiesto da Dionisi) il primo cittadino firmerà un’ordinanza per anticipare la chiusura dei locali di via Cambini e vietare da un orario in poi la vendita da asporto degli alcolici. In particolare, le attività chiuderanno alle 1,30 durante il fine settimana e alle 00,30 durante le altre serate da lunedì a giovedì; prevista, inoltre, l’interruzione della musica dalle 23 durante la settimana e dalle 24 nel weekend. Per l’alcool, invece, sarà previsto il divieto di vendita da asporto dalle 21 in poi nell’area di via Cambini e adiacenti secondo una mappatura da definire.

Nuova riunione del comitato

Ma partiamo dall’inizio. Ieri il rappresentante del governo in città ha convocato una nuova riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica a cui hanno preso parte il sindaco, le forze dell’ordine e le associazioni di categoria con l’obiettivo di analizzare le criticità di sicurezza e vivibilità. Aprendo i lavori, il prefetto ha richiamato il quadro normativo generale: «L’articolo 54 del Testo unico degli enti locali attribuisce al sindaco, quale ufficiale del governo, funzioni di autorità locale di pubblica sicurezza, con la possibilità di adottare ordinanze contingibili e urgenti quando si verificano situazioni di pericolo per l’incolumità pubblica. A ciò si aggiunge il coordinamento della polizia locale, previsto dalla stessa norma – sottolinea Dionisi – . È importante precisare che la Prefettura non può impartire ordini o disposizioni al Comune per quanto riguarda la disciplina delle strade che rientrano nel patrimonio e nella competenza dell’ente locale. La regolazione della circolazione pedonale e veicolare nelle vie comunali è competenza esclusiva del sindaco. Il mio ruolo è segnalare criticità, rappresentare rischi e invitare l’autorità competente ad adottare gli interventi previsti dalla legge, collaborando quando necessario. L’articolo 7 del Codice della strada attribuisce al Comune la facoltà di contingentare gli accessi, regolare il deflusso pedonale, istituire aree pedonali e disporre chiusure temporanee. Competenze esercitate in molte città italiane come Venezia, Genova, Roma e Napoli».

Movida e accordi

Ma è proprio su questo punto che Salvetti la vede diversamente, ricordando che «il governo ribadisce che la forma più efficace per trattare, qualora riscontrate, le eventuali situazioni di pericolo per l’ordine e la sicurezza pubblica generati dalla “movida” è la stipula di accordi di cooperazione sottoscritti tra il prefetto e le organizzazioni maggiormente rappresentative degli esercenti». «A tal proposito – evidenzia il sindaco – , se il prefetto considera il contingentamento degli accessi in via Cambini uno strumento necessario, ha tutto il potere per proporlo e attuarlo: troverei inopportuno qualsiasi riferimento ad interpretazioni di norme e regolamenti che modifichino il corretto significato di ciò che compete a un sindaco e alla polizia locale».

Il limite che fa discutere

Va detto, però, che il tema della limitazione degli accessi nella strada a 300 persone ha acceso il dibattito con la levata di scudi di Confcommercio e Confesercenti, schierati a difesa del diritto d’impresa. «Nella precedente riunione (di giovedì scorso, ndr) ho invitato il Comune a valutare misure come il contingentamento e l’eventuale divieto di vendita e consumo di alcolici in determinate fasce orarie – prosegue Dionisi – e ho invitato le categorie economiche a essere parte diligente, cioè attive e propositive. Per questo, già il 13 novembre, ho chiesto di collaborare con il Comune in uno specifico tavolo tecnico finalizzato proprio al contingentamento. Il Decreto Piantedosi promuove la collaborazione con le attività economiche che adottano misure come la videosorveglianza o partecipano alla gestione del contingentamento nelle aree commerciali a rischio. Questi operatori possono essere valutati con maggior favore nelle eventuali applicazioni dell’articolo 100 del Tulps».

La linea del Comune

Dal canto suo, però, il sindaco ribatte che «l’amministrazione collaborerà per trovare le giuste modalità per ridurre le situazioni di disagio e lo farà con gli strumenti disponibili come l’ordinanza contingibile e urgente partendo dalle proprie prerogative. Questo tipo di ordinanze sono sempre state emesse su richiesta dell’autorità preposta e ciò è avvenuto nei tempi e nei modi previsti con la tempestività dovuta – evidenzia Salvetti – .Nel confermare l’indispensabile collaborazione istituzionale nell’approccio a questioni di così particolare rilevanza, mi corre l’obbligo di verificare l’individuazione puntuale delle competenze dell’amministrazione comunale e del sindaco e quelle che concretamente e correttamente sono individuate nel recente decreto del ministro Piantedosi emanato nel gennaio 2025. Nella gestione delle conseguenze della movida ci hanno sempre guidato due coordinate fondamentali. La prima, dettata dalla difficoltà di tenere insieme in un equilibrio assai delicato i diritti dei residenti alla quiete e al riposo; il diritto dei giovani ad un sano svago; e il diritto di imprese e lavoratori del comparto della somministrazione».

L’invito alla collaborazione

Infine, il prefetto richiama alle responsabilità corali. «La sicurezza, l’incolumità delle persone, la vivibilità delle strade e dei quartieri sono beni comuni – conclude – sono responsabilità corali: di Prefettura, Comune, forze di polizia, residenti e attività economiche. La Prefettura continuerà a segnalare criticità e a promuovere coordinamento, mentre gli interventi regolatori spettano al Comune. Invito tutti alla collaborazione per garantire sicurezza e qualità della vita in via Cambini».

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