Il Tirreno

Livorno

Il caso

Livorno, social violato anche al consigliere Palumbo (FdI) con foto porno e di persone torturate

di Luca Balestri
Il consigliere FdI Alessandro Palumbo
Il consigliere FdI Alessandro Palumbo

Un altro esponente politico labronico vittima di hackeraggio dopo il caso-Ghiozzi: chi gli è entrato nel profilo ha pure attivato dei post Facebook con delle sponsorizzazioni

2 MINUTI DI LETTURA





LIVORNO. Anche il consigliere comunale di Fratelli d’Italia Alessandro Palumbo, come il suo collega leghista Carlo Ghiozzi è stato vittima di hacker. Tanto che non ha potuto accedere a Facebook per due mesi. Profilo inaccessibile dal 26 agosto al 29 ottobre. Pedopornografia e tortura l’oggetto dei post pubblicati sul profilo Facebook dell’esponente di FdI.

È nella notte tra il 26 e il 27 agosto che gli hacker hanno iniziato a pubblicare dei contenuti scabrosi sulla pagina del consigliere. Non solo contenuti esplicitamente pornografici, come nel caso di Ghiozzi, ma ancor peggio post a sfondo pedopornografico. E non solo: presenti nella cartellina dei documenti inaccettabili da pubblicare anche contenuti che mostravano persone torturate. E oltre al danno, la beffa: chi gli ha hackerato il profilo ha infatti attivato dei post con delle sponsorizzazioni. Cioè, ha pagato Facebook per promuovere a un pubblico più ampio rispetto ai soli contatti di Palumbo gli osceni post pubblicati dal suo profilo. «Sono arrivati a pagare addirittura duemila euro al giorno, con la loro carta ma con il mio nome, cercando di pubblicizzare questa robaccia», spiega Palumbo.

Come Ghiozzi, anche Palumbo ha dovuto sborsare denaro per avere indietro la sua identità digitale nel social blu. Cinquecento euro gli è costato l’hackeraggio. «Il Parlamento europeo, soprattutto dopo aver risparmiato loro la web tax, dovrebbe pretendere da Meta (società che controlla Facebook, Instagram e Whatsapp, nda) una filiale in ogni paese europeo, con un servizio clienti di riferimento – commenta il consigliere –. Perché è allucinante far pagare 500 euro un’agenzia per far ripulire il proprio profilo e per riaverlo. In Meta non ho trovato nessun operatore per entrare dentro il mio profilo». Il danno non è solo economico, ci tiene a precisare il politico. «Per chi svolge un incarico pubblico è anche un danno di immagine potenziale – continua il consigliere – . Ringrazio il collega Panciatici (Pietro, consigliere di Buongiorno Livorno, nda) per avermi segnalato nelle prime ore dell’alba tutte le cose orripilanti che furono pubblicate sulla mia bacheca nella notte del 26 agosto. E ringrazio Ghiozzi per avermi aiutato a riavere il profilo, tramite l’agenzia. Con Meta non se ne veniva a capo».

Il consigliere comunale ha denunciato il furto di identità alla Polizia postale. «Dovremmo aprire una riflessione sugli strumenti che la polizia postale ha per casi come questo. L’Ue dovrebbe discutere per permettere alla Polizia postale di avere canali diretti e più rapidi con i giganti del web, a tutela degli utenti – conclude Palumbo – . In ogni caso, consiglio di denunciare sempre quando succede qualcosa del genere».


 

Primo piano
Il rapporto

Centenari, la Toscana è al quarto posto in Italia: ecco il profilo di chi vive più di un secolo

di Francesco Paletti