Il Tirreno

Livorno

L'opera

Livorno, via all’abbattimento dei vecchi palazzi della Guglia: costo e tempi (e la speranza)

di Flavio Lombardi
Livorno, via all’abbattimento dei vecchi palazzi della Guglia: costo e tempi (e la speranza)

Cambierà volto uno dei complessi simbolo dell’edilizia popolare degli anni Trenta

5 MINUTI DI LETTURA





LIVORNO. Cambia un altro tratto dei quartieri nord di Livorno, in uno dei complessi simbolo dell’edilizia popolare a Fiorentina da quasi un secolo. In via Giordano Bruno l’area di cantiere è stata allestita: in procinto c’è l’abbattimento di una serie di palazzi e a ruota la nascita di tre nuovi immobili di edilizia residenziale pubblica per un totale di 60 appartamenti con pezzature dai 45 ai 60 metri quadri. Un intervento di cui si parla almeno dal 2011.

Siamo all’altezza dei civici 16 e 18 che dovranno essere presto demoliti, mentre il civico 14 è stato abbattuto più di dieci anni e sarà ricostruito anch’esso nel novero di questa operazione. Da metà settimana gli operai hanno iniziato azioni propedeutiche, l’abbattimento è programma ai primi di novembre.

La scuola a fianco

Già concordata, con la dirigente scolastica del plesso prefabbricato che si trova a poche decine di metri di distanza, la condotta da adottare nei cinque giorni lavorativi durante i quali la pinza idraulica divorerà l’intero costruito aggredendolo sulle facciate. Nonostante il getto d’acqua con un cannone ad alta pressione per evitare innalzamento di polveri, le azioni più robuste e impattanti saranno consumate nelle ore pomeridiane quando cioè i ragazzi non sono a scuola. E durante il mattino, si starà fermi negli orari di entrata e di uscita.

Palazzi deserti

Siamo sul posto in compagnia della delegazione Casalp formata dal dirigente tecnico Matteo De Luca, l’architetto Massimo Colombo che è direttore dei lavori e coordinatore della sicurezza per l’intervento, e il presidente dell’ente Marcello Canovaro. Si arriva nella corte, ci si avvicina alle due porte di ingresso, ma non è possibile fare un sopralluogo all’interno dei palazzi. Il motivo è semplice. Al civico 18, c’è una grata saldata e allucchettata ad interdire l’ingresso, mentre al 16, anche aprendo quella porta in alluminio con i vetri tutti rotti, la strada agli appartamenti è sbarrata da una parete di mattoni.

Si potrebbero salire solo i primi quattro gradini di quei vecchi scalini in graniglia.

Intervento da 8,5 milioni

De Luca e Colombo si danno il cambio nell’illustrare il tipo di intervento. Citano il finanziamento della Regione Toscana con la legge regionale 25 e in parte con i fondi della legge 560.

Complessivamente si tratta di 8,5 milioni (ma nel costo non è compresa la spesa che fu necessaria nel 2014 per abbattere il civico 14 che con questi due altri palazzi, andava a costituire una sorta di forma ad elle), che andranno a sostituire un numero di appartamenti che prima era leggermente superiore.

Si parte ora, dopo tanto, al termine delle procedure burocratiche legate ai tempi di esproprio per coloro i quali risiedevano negli immobili ma erano proprietari e non affittuari. Pratiche concluse a dicembre 2024.

È attualmente in corso la progettazione esecutiva dell’intervento e nel frattempo si procederà con la demolizione alla quale seguiranno poi le indagini geologiche e di bonifica bellica (i nuovi edifici non sorgeranno esattamente dove i vecchi degli anni Trenta, interessando anche punti dove attualmente c’è la corte).

Di fronte, poi, dove c’è l’attuale parcheggio pubblico, diventerà parcheggio con copertura, per i residenti dei nuovi palazzi. Quella porzione andrà quindi accatastata diversamente, diventando corpo delle nuove costruzioni.

Amianto e vecchi mobili

Colombo spiega cosa deve essere fatto prima di tutto. «Va eliminata ogni componente di amianto presente. Che troviamo in tutte le colonne di scarico, in tutte le canne fumarie, nei pluviali che sono nelle facciate e non si vedono ma individuati con dei saggi. Infine nei comignoli. Poi, toccherà terminare quello che in gergo si chiama strappo, vale a dire, togliere tutti gli infissi esterni, ma pure quelli interni. Inoltre, ci sarà ancora da portare via un po’ di mobilia che è stata lasciata all’interno degli appartamenti. Va fatta insomma opera di separazione dei materiali. Qualcosa andrà allo smaltimento, altro invece, destinato al processo del riciclo».

Per questo, arriveremo, per la demolizione vera e propria, ai primi di novembre. Quindici giorni o poco più, prima di vedere in movimento la pinza idraulica e in breve tempo un mucchio di macerie da portare via.

I nuovi palazzi

Gli appartamenti varieranno fra i 45 e i 60 metri quadri, nel 2026 avremo il completamento della progettazione esecutiva, partenza dei cantieri a inizio 27, ed entro il 2030 compreso il collaudo, saranno in grado di essere disponibili per l’assegnazione. Questa almeno la programmazione dei tempi di Casalp.

Saranno edifici senza allaccio del gas, si funzionerà con energia sostenibile prodotta da pompe di calore sia per acqua calda che per il riscaldamento e punti cottura ad induzione, supporto di pannelli fotovoltaici.

A differenza dei nuovi palazzi della Chiccaia fatti in legno, si costruirà in maniera classica, cioè in muratura. Differenza con il bando periferie (della Chiccaia) che premiava soluzioni innovative, qui si procederà secondo tradizione.

La speranza

Arriva da Canovaro il quale auspica che qualcosa si muova per il futuro e che possa dare impulso a fare di più. «Se le promesse di finanziamenti diventassero gestibili e soprattutto da noi utilizzabili, saremo pronti ad altre sfide. Casalp ha uno staff di tutto rispetto, capace di mettere mano a nuovi progetti».

«Auspico – aggiunge il presidente di Casalp che il settore edilizia riprenda con più realtà, magari col nascere di qualche nuova impresa del nostro territorio, creando lavoro su Livorno. Partiamo adesso, dopo una storia lunga iniziata col piano recupero di Fiorentina. Dopo l’attesa per avere i finanziamenti finalmente ci siamo. Il quartiere potrà cambiare parzialmente volto, togliendo una bella fetta di degrado».

Il resto del blocco

Canovaro guarda centocinquanta metri più lontano, ed aggiunge: «Potessimo avere subito la possibilità, ci sarebbe da cominciare a pensare a quel blocco laggiù, quello dei civici 2/10 (al numero 8, si consumò la tragedia di Denny Magina, ndr). Appartamenti piccoli, bagni che non sono conformi agli standard attuali. Ma anche qui, ci sono i proprietari, non tutti sono in affitto Casalp. E si dovrebbe attivare la procedura solita. Che passa prima dagli espropri. Passaggi non semplici, che durano negli anni e per i quali, bisognerebbe intanto avere disponibilità per una decina di milioni. Fra indennizzi, demolizione e ricostruzione». 
 

Primo piano
Il caso

Minacce ai testimoni nell’inchiesta sull’assalto al bus dei tifosi pistoiesi: spunta lo striscione choc

di Redazione Pistoia