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Prato, dieci aggressioni in tre mesi contro le donne: il ventenne trasferito in una Rems

di Redazione Prato
Prato, dieci aggressioni in tre mesi contro le donne: il ventenne trasferito in una Rems

Dal 1° settembre al 6 dicembre 2025 una sequenza di dieci attacchi in supermercati e luoghi pubblici, fino allo sfregio in piazza delle Carceri. Riconosciuta l’aggravante dell’odio etnico. Dopo la fuga dall’ospedale, il giovane è stato piantonato e trasferito in una Rems

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PRATO Dal primo pugno al volto, all’ultimo sfregio con un coccio di bottiglia in piazza delle Carceri. Tre mesi di aggressioni, dieci donne colpite, sempre in luoghi pubblici, sempre senza un apparente movente personale. È il filo che unisce la sequenza di violenze attribuite al ventenne di origine marocchina, affetto da disturbi psichiatrici che dopo la fuga dall’ospedale che ha costretto gli inquirenti ad una nuova cattura lampo pochi giorni fa, adesso la procura di Prato ha deciso di trasferire in una Rems, una Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza.

Il primo episodio risale al 1° settembre 2025: una giovane viene colpita con un pugno all’occhio sinistro. Le lesioni sono pesantissime: fratture pluriframmentarie della mascella, dell’arco zigomatico e dell’orbita. La prognosi è di trenta giorni. Il 29 settembre, all’interno del supermercato Lidl di via della Repubblica, il giovane aggredisce due lavoratrici, una dipendente di un istituto di vigilanza e una delle pulizie, strattonandole e tirando loro i capelli.

Il 20 ottobre, nel supermercato Conad di via Alfieri, colpisce una donna con un pugno dietro la nuca. Il 24 novembre è una doppia aggressione nella stessa giornata: una donna viene fatta cadere a terra con un trauma alla coscia destra; poco dopo un’altra vittima, la vice direttrice dell’Ufficio postale pratese, riceve minacce pesanti. Il 26 novembre, al supermercato Panorama di via Ferrucci, colpisce una donna alle costole con un pugno montante e provoca a un’altra una contusione alla mano, schiacciandogliela contro la cassa.

Il 4 dicembre spinge una donna con violenza: cade rovinosamente e riporta la frattura del capitello radiale sinistro, con trenta giorni di prognosi. Il 6 dicembre l’ultimo episodio: in pieno centro storico, in piazza delle Carceri, l’uomo aggredisce una donna con un vetro di bottiglia, colpendola al volto e sfregiandola.

Per questa sequenza di episodi il giudice ha riconosciuto l’aggravante dell’odio etnico, poiché tutte le vittime sono donne di nazionalità italiana. Il giovane è stato sottoposto a misura di sicurezza provvisoria con ricovero in Rems, dopo un primo passaggio nel reparto di Psichiatria dell’ospedale. Il trasferimento è stato possibile solo grazie a un coordinamento tra struttura sanitaria e sistema giudiziario, nonostante la carenza cronica di posti.

Dopo il primo ricovero, il 7 dicembre, il giovane si era anche allontanato dall’ospedale, rendendo necessarie le ricerche delle forze dell’ordine. È stato rintracciato in serata e successivamente piantonato fino al definitivo inserimento nella Rems.

Non si tratta di violenze maturate in contesti familiari o sentimentali. Qui il bersaglio è casuale, scelto tra le persone incontrate per strada o nei supermercati. Una ripetizione di gesti che ha trasformato episodi isolati in una vera scia di paura che colpiva a caso fra le donne peratesi.

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