Amazon, accordo con l’Agenzia delle Entrate: pagherà oltre 500 milioni di euro – «Noi tra i primi 50 contribuenti in Italia»
Inchiesta sul presunto mancato versamento dell'Iva sulle merci provenienti dalla Cina: per la Procura e la Guardia di finanza la cifra sarebbe molto più alta, intorno ai 3 miliardi di euro
Amazon ha raggiunto un accordo con l'Agenzia delle Entrate per versare al fisco 511 milioni di euro come conseguenza dell'inchiesta della Procura di Milano per dichiarazione infedele e omessa dichiarazione sul modello di business di circolazione delle merci e la presunta non conformità a regimi fiscali e doganali vigenti nel triennio 2019-2021.
La presunta evasione Iva, contestata dal pm Elio Ramondini e la guardia di finanza di Monza, sarebbe molto più elevata, intorno ai 3 miliardi di euro, e riguarda il mancato versamento dell'imposta sulle merci provenienti dalla Cina nei magazzini italiani mentre in Italia era in vigore il decreto legge 34/2019 che ha introdotto specifici obblighi fiscali per la vendita di beni tramite piattaforme digitali a cui devono attenersi i "soggetti passivi” che facilitano «le vendite a distanza di beni all'interno dell'Unione europea» tramite «interfaccia elettronica».
L’indagine
Secondo quella norma il «soggetto passivo», facilitatore delle vendite attraverso «piattaforme» e «mercati virtuali», è «considerato debitore d'imposta» per le «vendite a distanza» di cui «non ha trasmesso», o ha «trasmesso in modo incompleto», una serie di dati sui fornitori. Fra questi, in particolare, il numero totale delle unità vendute in Italia, l'ammontare complessivo dei prezzi di vendita o il prezzo medio di vendita. Dal 30 giugno 2021 l'Italia ha invece adottato la direttiva Ue 2017/2455 sull'imposta sul valore aggiunto per le prestazioni di servizi e le vendite a distanza di beni di attuazione. Il colosso statunitense fondato da Jeff Bezos verserà all'erario oltre mezzo miliardo di euro. La cifra non riguarda gli ulteriori circa 180 milioni di euro versati a fronte di un'altra indagine la scorsa settimana: quella assegnata ai pubblici ministeri Paolo Storari e Valentina Mondovì per frode fiscale sull'utilizzo di fatture false per schermare somministrazioni di manodopera che ha portato la scorsa estate al sequestro preventivo d'urgenza da 121 milioni di euro per il controllo digitale da remoto dei corrieri Amazon in appalto a ditte esterne. La Procura ha rinunciato a chiedere la misura interdittiva del divieto di pubblicità dopo il pagamento di Iva, contributi, oneri e sanzioni.
La nota di Amazon
«Abbiamo raggiunto un accordo con l'Agenzia delle Entrate e rimaniamo concentrati nell'offrire un'esperienza di acquisto eccellente ai nostri clienti in Italia. Questo accordo riflette il nostro impegno a collaborare in modo costruttivo con le autorità italiane – si legge in una nota di Amazon in merito all’accordo con l’Agenzia delle Entrate – . Ci difenderemo con determinazione rispetto all’eventuale procedimento penale, che riteniamo infondato. Siamo tra i primi 50 contribuenti in Italia e uno dei maggiori investitori esteri nel Paese. Negli ultimi 15 anni abbiamo investito oltre 25 miliardi di euro in Italia, dove impieghiamo direttamente più di 19.000 persone. Contesti normativi imprevedibili, sanzioni sproporzionate e procedimenti legali prolungati incidono sull'attrattività dell'Italia come destinazione di investimento».
