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Contestazioni a Salvini a Livorno, due arresti dopo la guerriglia sul viale

di Claudia Guarino
I momenti di tensione (foto Stick)
I momenti di tensione (foto Stick)

Un trentenne è in carcere e un 19enne è finito ai domiciliari (poi rilasciato): la polizia lavora per identificare le altre persone coinvolte

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LIVORNO. Uno è in carcere. L’altro ai domiciliari. Entrambi sono in attesa di convalida dopo essere stati arrestati con le accuse di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni per aver preso parte al lancio di oggetti durante la manifestazione di martedì. Nel frattempo sale sia il bilancio dei feriti (se ne contano tre nel reparto Mobile della polizia e uno nei carabinieri) sia quello dei partecipanti. Secondo la questura, infatti, alla manifestazione di martedì – considerando l’intera area interessata dall’evento – c’erano circa seicento persone. Ma non c’è nemmeno il tempo di fare il bilancio dell’ultima contestazione che subito si guarda aventi. Anche perché Matteo Salvini rilancia: «Venerdì torno a Livorno». E questa volta non ai Pancaldi. Ha scelto il mercatino del venerdì (10 ottobre).

Le contestazioni

Il vicepremier è quindi atteso di nuovo in città dopo che, martedì scorso, è stato duramente contestato durante l’evento elettorale organizzato sul lungomare. La presenza sua e dei ministri Giancarlo Giorgetti, Giuseppe Vaditara e Alessandra Locatelli è stata accompagnata da una manifestazione di piazza che per la maggior parte della giornata è stata abbastanza pacifica. Soprattutto lato Terrazza Mascagni sono stati sistemati degli striscioni ed è stata messa della musica organizzando cori e canti. Si è assistito a lanci di uova e di petardi, ma niente di paragonabile a ciò che sarebbe avvenuto di lì a poco. Il caos, infatti, è scoppiato intorno alle 18, 30 quando una ventina di persone, molte delle quali a volto coperto, si sono presentate lato Acquaviva armate di spranghe, mazze da baseball e bastoni. Sbattendo su bidoni, alberi e su ciò che c’era a tiro. Il grosso degli altri manifestanti presenti ha preso le distanze da quest’azione, ma ormai stavano volando fumogeni, bottiglie, pietre, pomodori, uova. Insomma, di tutto. Tanto che a un certo punto la polizia del reparto Mobile ha iniziato la carica. E per dieci minuti sul lungomare si è scatenata la guerriglia urbana.

Gli arresti

Poi la situazione è tornata alla calma e alcuni dei contestatori si sono spostati davanti alla sede della questura sul viale Boccaccio per chiedere la liberazione dei due giovani che la polizia ha bloccato durante la manifestazione e poi arrestati per resistenza a pubblico ufficiale e lesioni. Si tratta del trentenne Lorenzo Casula (che è stato portato in carcere) e del 19enne Federico Rimo (ai domiciliari e rimesso in libertà nella giornata del 9 ottobre). Entrambi sono in attesa di essere sottoposti all’udienza di convalida di fronte al giudice la cui data fino a ieri sera doveva ancora essere fissata.

Le indagini

Le indagini, coordinate dalla sostituto procuratore Antonella Tenerani, nel frattempo vanno avanti con gli investigatori della Digos e della squadra Mobile che stanno analizzando i video girati durante la manifestazione per individuare – ed eventualmente denunciare – altre persone coinvolte negli scontri. Potrebbero esserci anche delle accuse di danneggiamento considerando che alcune camionette e auto della polizia sono state imbrattate e ricoperte di incisioni. Tre, complessivamente, i poliziotti feriti, uno dei quali colpito alla gamba da una pietra. Un carabiniere, inoltre, è andato al pronto soccorso dopo aver preso una botta in testa che ha danneggiato il casco. Ad eccezione del gruppo di persone armate e incappucciate – tutti giovani, alcuni giovanissimi, probabilmente addirittura minori – coinvolto direttamente nella guerriglia urbana, gli altri partecipanti hanno protestato in maniera pressoché pacifica. Erano in seicento, complessivamente, considerando la Terrazza, l’altro lato del viale e le vie intorno.

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