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Elezioni regionali, è il giorno di Meloni e Salvini in Toscana: alta tensione a Firenze e a Livorno


	Giorgia Meloni e Matteo Salvini
Giorgia Meloni e Matteo Salvini

Il capoluogo toscano blindato 24 ore per l’arrivo della premier e cambio di programma a Livorno per il leader leghista: non si escludono tensioni, soprattutto a Firenze

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Firenze blindata per ventiquattr’ore, per l’arrivo della premier Giorgia Meloni e degli altri esponenti del centrodestra. E cambio di programma a Livorno per il vicepremier Matteo Salvini.

Giornata di tensione, quella di oggi (venerdì 10 ottobre) in Toscana, per la chiusura della campagna elettorale a sostegno del candidato presidente del centrodestra Alessandro Tomasi per le elezioni regionali in Toscana.

Meloni a Firenze: città blindata

La presidente del consiglio e leader di Fratelli d’Italia, sarà alle 18 in piazza San Lorenzo con i due vicepremier Matteo Salvini, capo della Lega, e Antonio Tajani, leader di Forza Italia.

L’area sarà chiusa già dal primo pomeriggio e si potrà accedere solo previo controllo ai metal detector. Telecamere e droni saranno accesi sulle piazze e un elicottero si terrà pronto a sorvolare l’area. A terra la sorveglianza sarà affidata a 600-800 agenti, e sono in arrivo di reparti mobili da Roma, Bologna e Genova.

Misure eccezionali per evitare contatti con il corteo pro Pal organizzato da centri sociali, studenti e collettivi pro-Palestina, sotto le sigle Usb Firenze, Cpa Sud e Giovani Palestinesi, che alla stessa ora è previsto muovere da piazza Indipendenza, ad appena 400 metri di distanza.

Salvini a Livorno: cambio di programma

Prima di partire per Firenze, Matteo Salvini farà tappa a Livorno, dove, non più tardi della giornata di scontri e guerriglia urbana di martedì, aveva promesso di tornare. Cambia però destinazione: non più il Mercatino del venerdì, in mezzo alla gente, a fare volantinaggio, in un contesto difficile da controllare per le forze dell’ordine nel caso di eventuali tensioni, ma nel più appartato cantiere della Darsena Europa.

Un mezzo passo indietro dopo l’epilogo di martedì scorso quando, sul lungomare della città, davanti ai Pancaldi, il vicepremier ha salutato con i baci le persone che lo stavano contestando. Nel giro di mezz’ora la contestazione fino a quel momento pacifica è scivolata nella guerriglia urbana, attirando sul vicepremier l’accusa, da parte del sindaco Luca Salvetti, di essere stato «irresponsabile» e di aver proposto «questa uscita elettorale a Livorno come una sfida alla città». Accusa che Salvini ha rispedito al mittente.

Ad ogni modo tirano un sospiro di sollievo i commercianti, che temevano una possibile “militarizzazione” della zona del mercato.  

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