Adsp, i nuovi presidenti possono attendere
Anche per la prossima settimana non sono previste le attese votazioni presso l’ottava commissione del Senato, alle quali sono strettamente legati i decreti di nomina che firmerebbe il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini
Passano i giorni, scorrono le settimane, ma la nomina dei nuovi presidenti di gran parte delle autorità di sistema portuale italiane slitta sistematicamente. Finora l’unico ad avere avuto il decreto di nomina dopo essere stato prima designato e poi incaricato di fare il commissario straordinario è Matteo Paroli, diventato presidente dell’ente più importante d’Italia, quello che ha sede a Genova. Per l’ex segretario generale di Livorno una vittoria alla Pogacar, a braccia alzate e con un vantaggio enorme sugli altri designati la cui nomina slitta sistematicamente.
Si tratta, senza alcun dubbio, dell’iter parlamentare più lungo e sofferto che la Legge 84/94 ricordi. Mai, in questi venti anni di vigenza del quadro normativo sulla portualità, si era assistito ad un travaglio così lungo per la nomina dei presidenti. La scorsa settimana la commissione competente di Montecitorio ha dato il via libera agli ultimi tre designati, Matteo Gasparato per Venezia, Paolo Piacenza per Gioia Tauro e Domenico Bagalà per Cagliari.
La Camera ha quindi completato il suo iter. Chi rimane indietro, molto indietro, è il Senato. E anche per la settimana che si apre l’ordine del giorno non prevede, a meno di cambiamenti in corso d’opera, che sia affrontato l’argomento “nomina dei presidenti delle Adsp”.
Andando infatti a leggere il programma dei lavori, domani la commissione si occuperà di cancellazione dai pubblici registri dei veicoli fuori uso sottoposti a fermo amministrativo, di tutela dei minori nella dimensione digitale, di istituzione dell’Isola di Capri come area marina protetta e della nomina del presidente dell’ente Parco Nazionale del Circeo. Mercoledì l’organismo andrà a completare il lavoro non terminato il giorno precedente.
E lo stallo, stando ai si dice degli ambienti politici, è figlio della perdurante assenza di una totale condivisione dei nomi all’interno dei partiti. Nomi che, ormai non viene più neanche smentito, interessano anche gli incarichi di segretario generale, anch’essi di particolare prestigio, ma che, secondo la legge, dovrebbero essere di esclusiva pertinenza dei presidenti delle diverse autorità di sistema portuale. La sensazione è quindi che il cosiddetto balletto delle nomine sia destinato ancora a durare.