L’ex sindaco di Collesalvetti Lorenzo Bacci salvo dopo una grave polmonite: il suo appello dopo la paura
Era un'infezione da pneumococco: «Non riuscivo a tenere gli occhi aperti, vaccinatevi». I ringraziamenti al reparto di malattie infettive, al pronto soccorso, alla Svs e ai suoi familiari
LIVORNO. Poco più di una settimana fa, dopo i sospetti di una gastroenterite, è stato trasportato d’urgenza in ospedale: «Non riuscivo a tenere gli occhi aperti, stavo veramente male». Non erano semplici dolori intestinali. E neanche il Covid come si poteva pensare. Era una pericolosa polmonite: lo pneumococco.
Dopo sei giorni trascorsi nel reparto di malattie infettive dell’ospedale di Livorno l’ex sindaco di Collesalvetti Lorenzo Bacci – al timone dell’amministrazione comunale fino al 2019, dal 2015 al 2018 segretario provinciale del Partito democratico e già consigliere provinciale – mercoledì 24 settembre è stato finalmente dimesso. Ora sta bene, sta guarendo completamente.
«Sono tornato a casa – racconta – e continuerò le cure qui per altri cinque giorni. Non ho mai rischiato la vita, ma sono stato comunque salvato da eventuali e sgradevoli complicazioni, visto che questo batterio può attaccare anche gli organi. Nel mio caso era nel sangue». Il giornalista di 44 anni vuole ringraziare tutto lo staff del reparto di malattie infettive, a cominciare dal primario Spartaco Sani e dal collega Enrico Tagliaferri, dal quale presto dovrà tornare per un controllo. «Poi – prosegue – i volontari della Svs, che sono venuti a casa in ambulanza per soccorrermi. Sono stati velocissimi. Non posso non ricordare poi il pronto soccorso di viale Alfieri, un reparto in cui ho trovato grande professionalità e umanità, così come nelle malattie infettive. Ogni notte, sia a me che al mio compagno di stanza, medici, infermieri e operatori socio-sanitari ci coccolavano, esortandoci a suonare sempre il campanello in caso di bisogno. Lo fanno con tutti: è un dipartimento di eccellenza della nostra sanità, teniamocelo stretto. Ovviamente un pensiero speciale alla mia famiglia: mi è stata sempre accanto».
«Ho attraversato ore e giorni che non auguro nemmeno al mio peggior nemico», ha scritto poi su Facebook l’ex primo cittadino, raccontando quanto accaduto. La paura, all’inizio, è stata veramente tanta: non capivano, infatti, le ragioni del malessere in una persona, come lui, giovane e senza alcun problema di salute. «Subito nessuno si poteva sbilanciare – le parole di Bacci – poi, dopo i primi giorni, la diagnosi definitiva era pneumococco. Lo dico soprattutto agli over 65: vaccinatevi, può essere pericolosissimo soprattutto per chi ha altre patologie».
«Più volte, in questi giorni, nel letto d’ospedale ho pensato a chi è solo e non ha nessuno intorno a sé, a partire da amici e colleghi che in svariati modi non mi hanno mai fatto mancare il proprio sostegno. Ma soprattutto – prosegue Bacci – ho pensato, 24 ore su 24, a chi ricoverato in ospedale si trova costretto anche a subire le conseguenze di bombardamenti, come avviene ininterrottamente da due anni a questa parte a Gaza. O meglio, come avveniva, visto che oggi gli ospedali di Gaza sono tutti stati rasi al suolo. E io mi chiedo: una persona come me che è arrivata in ospedale praticamente disidratata e incapace di tenere gli occhi aperti, come può sopportare il fuggire (per non morire) da un ospedale sotto le bombe? Soprattutto se portata avanti da uno Stato che si proclama “democratico” (anche se ormai, come è noto a tutti coloro i quali conservano una coscienza, di democratico a quello Stato non è rimasto più niente). Non ho mai smesso un sol giorno di pensare al genocidio che abbiamo sotto gli occhi e ho infine gioito come non mi succedeva da anni per il grande momento di democrazia (questa sì), di lunedì scorso, con lo sciopero dal basso che ha fatto rumore in tutta Italia gridando “Non in nostro nome!”. Io penso davvero, voglio pensarlo, anche in funzione di qualche battuta scambiata col personale sanitario o col mio compagno di stanza, che la vicenda di Gaza sia a tutti gli effetti un punto di svolta che cambierà il futuro».
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