Livorno, dopo 105 anni il frataio raddoppia: nuovo negozio. E per l’inaugurazione specialità gratis (ma occhio all’orario)
I fratelli Rainone: «Ogni giorno serviamo un migliaio di clienti. La ricetta? La stessa da oltre un secolo...»
LIVORNO. Che cosa c’è di più di piacevole di gustarsi un caldo “frate” magari in un freddo pomeriggio d’inverno? Risposta semplice: gustarsene due. Lo storico frataio della piazza Cavallotti (nome ufficiale “Il Frataio Antica Friggitoria dal 1920” gestito dai fratelli David e Luigi Rainone) non “lascia” ma raddoppia aprendo una “succursale” in via Galilei là dove una volta sorgeva “Il Frate Amaranto”, proprio davanti all’Iti, a suggellare la felice continuità per l’appetitoso alimento. L’apertura ufficiale è fissata per domani mattina, 26 settembre, dalle ore 7. Ai primi fortunati avventori frati gratis sino a mezza mattinata.
105 anni di tradizione
Frati, ma non solo. Anche bomboloni, scagliozzi e patatine. Il Frataio è un negozio storico, ma anche un pezzo di Livorno, un luogo da visitare (e gustare) per un forestiero che vuole immergersi nell’atmosfera più antica e popolare. Ma soprattutto un luogo amato dai livornesi, che si tramandano la passione per il vero frate originale di generazione in generazione. «Per il livornese il frate è sempre il frate, è la ghiottoneria cittadina per eccellenza – raccontano i fratelli Davide e Luigi Rainone, ultimi eredi della famiglia che dal 1943 gestisce l’attività – e ogni qual volta uno passa dal mercato la tentazione di venire da noi è forte. Speriamo che accada lo stesso per il nuovo negozio al “Riseccoli”».
Il frataio poeta
«Il negozio di Piazza Cavallotti fu aperto nel 1920 dalla famiglia Deri – racconta David – e sino al subentro di mio nonno Luigi Esposito, nel 1943, sono stati loro a friggere i frati per i livornesi». «Ma in questo excursus storico è doveroso rendere omaggio anche alla storica attività di “Adriano” proprio di fronte all’Antica Friggitoria, un piccolo chiosco chiuso negli anni Settanta che celebrava il frate anche in rima», ricordano i due fratelli citando uno dei ritorneli tipici di quei tempi: “Se vuoi che al tu’ figliolo gli passi il mal di pancia piano piano, mandalo a mangià un frate da Adriano”.
Il raddoppio
Come è nata l’idea del raddoppio? «Abbiamo visto che il frate non registra mai crisi e di conseguenza abbiamo pensato che avrebbe avuto successo anche un secondo punto in un’altra parte della città», raccontano.
Ma dal 1920 il frate è sempre lo stesso? «Beh, abbiamo cercato di ridurre l’impatto calorico sostituendo lo strutto (grasso animale) con il grasso vegetale, detto questo poi la solita farina, un po’ di burro, olio e zucchero». E negli ultimi anni è nato anche il frate vegano, o light. «È altrettanto buono:basta sostituire il burro con un grasso vegetale e trovare un giusto equilibrio tra gli altri ingredienti».
Giocolieri del fritto
Con la maestria dei gesti da giocoliere assistiamo all’inanellamento dell’impasto a forma di ciambella nel forchettone: un abile gioco di polso confeziona la forma destinata in due-tre minuti a diventare la delizia del palato. L’ultimo step è il morbido atterraggio nella zuccheriera: un colpo da una parte, uno dall’altra ed è pronto per il consumatore.
I bomboloni
«Parliamo di frati – interviene Luigi – ma dovremmo parlare pure dei bomboloni che negli anni si sono sposati con i gusti emergenti». E quindi? «Non solo quello classico con la crema o cioccolata ma pure marmellata, panna, pistacchio». Il massimo della libidine lo raggiungiamo con la reginetta: praticamente un bombolone con crema, ricotta e panna. Il “menù” termina con la parte salata ovvero scagliozzi e patatine fritte. Un identikit del cliente medio? «Tutte le fasce di età: dal bambino all’anziano». E quante persone servite al giorno in Piazza Cavallotti? «Un migliaio».
