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Livorno, protesta in porto: la nave con gli allestimenti militari per ora non sbarca

di Stefano Taglione

	Il presidio notturno al molo Italia 
Il presidio notturno al molo Italia 

Totale adesione allo sciopero dei portuali nel terminal dove il cargo dovrà essere “scaricato”: potrebbe restare in rada. Fondamentale anche il lavoro diplomatico del prefetto Giancarlo Dionisi e del sindaco Luca Salvetti

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LIVORNO. Non dovrebbe attraccare in porto, quantomeno non all’orario programmato delle 21 di martedì 23 settembre, la “Slnc Severn”, la nave salpata 13 giorni fa dall’approdo egiziano di Port Said – e secondo il sindacato Usb dopo aver “toccato” anche Israele – che sta trasportando per la base militare statunitense di Camp Darby alcuni allestimenti militari, «non armi ed esplosivi», come sottolineato dalla prefettura.

Un’adesione allo sciopero proclamato da Usb all’interno del terminal che deve scaricare il cargo di rinfuse solide, infatti, sta convincendo l’armatore a restare con la nave in rada. Inutile, evidentemente, ormeggiare al molo Italia, soprattutto per non alimentare tensioni con i manifestanti che da 24 ore hanno allestito un presidio fisso con famiglie e bambini. Alle 13, proprio lì, l’Usb terrà una conferenza stampa per informare delle ultime novità.

Fondamentale anche il continuo lavoro del prefetto Giancarlo Dionisi, che ha chiesto a tutti senso di responsabilità, adoperandosi anche in un lavoro diplomatico per risolvere la crisi. Un lavoro diplomatico al quale ha partecipato anche il sindaco Luca Salvetti. Attualmente, il cargo, ha disabilitato il sistema di tracciamento “Ais” (non è visibile neanche dal sito specializzato Marinetraffic) e non risulta più nella lista degli arrivi in porto. Si va, quindi, verso una distensione della protesta, con le richieste degli attivisti che potrebbero presto essere ufficialmente accolte.

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