Porto di Livorno, il presidio a oltranza contro le armi: «Quella nave non sbarcherà»
Mezzi militari e caterpillar a bordo della “Slnc Severn” in arrivo alle 21 di martedì 23 settembre (anche se potrebbe rimanere in rada). Centinaia di persone al Molo Italia : «Non deve ormeggiare»
LIVORNO. Prima la manifestazione che al varco Valessini dalle 6 di mattina ha bloccato centinaia di camion e mezzi in arrivo sul porto. Poi il presidio a oltranza al molo Italia, dove martedì 23 settembre alle 21 – anche se non si esclude possa rimanere in rada qualche giorno – è attesa la “Slnc Severn”, una nave cargo di rinfuse solide battente bandiera statunitense (per la precisione dell’Alaska) salpata 12 giorni fa da Port Said, in Egitto, dopo essere arrivata dall’approdo americano di Paulsboro, «con a bordo “caterpillar” militari – spiega il leader del sindacato Usb di Livorno, Giovanni Ceraolo – transitata anche dal porto israeliano di Eilat». È stata l’Unione sindacale di base labronica – insieme al Gruppo autonomo portuali e a “Livorno per la Palestina” – a promuovere l’occupazione temporanea dello spazio demaniale, iniziativa che ha visto poi l’adesione di altri sindacati.
«Non sbarcherà il carico»
L’obiettivo dei manifestanti, e di Usb in particolare, è «non far sbarcare la nave in porto». La “Slnc Severn” è attesa proprio al molo Italia. «Il nostro obiettivo è che il cargo non venga scaricato – le parole di Ceraolo – ed è il motivo per il quale abbiamo proclamato l’agitazione e uno sciopero immediato di 48 ore se la nave dovesse arrivare. Vogliamo che tutta la cittadinanza ci segua e abbiamo chiesto al prefetto Giancarlo Dionisi e all’Autorità di sistema di scongiurare questo sbarco, anche perché ci risulta che altri mezzi militari verranno poi caricati». Lunedì 22, alle 13,30, i manifestanti hanno organizzato un pranzo in banchina e alle 17,30 un’assemblea di aggiornamento e il cambio turno “di guardia” del presidio, fornendo poi le direttive per la notte. «Vogliamo la presenza degli assessori, come successo anche in altri porti», auspica Ceraolo. Sul posto c’era il sindaco Luca Salvetti: «Noi non arriviamo secondi né al sindaco di Genova né a Ravenna, che ha detto no all’approdo della nave perché il Comune è proprietario di quel terminal. Io non ce l’ho lo strumento per dire di no, perché le banchine non sono mie – le parole del primo cittadino –. Livorno non è seconda a nessuno in quanto a mobilitazioni per la pace e per chi soffre e quello che sta accadendo in porto è una situazione complicata e gestita con buon senso, ma anche facendo riferimento ai valori di questa gente. Io sto con questa gente, anche perché il Governo ha taciuto su questo, senza dare alcuna indicazione». La “Slnc Severn” non trasporta armamenti, né esplosivi, ma «esclusivamente mezzi e materiali logistici (generatori, mezzi di cantiere e attrezzature di supporto) – spiega la prefettura –. L’operazione non ha alcun collegamento con Israele o con la crisi di Gaza, né in entrata né in uscita, ma rientra in attività di cooperazione logistica già programmate da tempo con la base statunitense di Camp Darby, nell’ambito dell’Office of defence cooperation, con finalità esclusivamente difensive e di supporto al territorio italiano».
Vertice in prefettura
Alle 18, per cercare di risolvere la “crisi”, è stato organizzato un vertice in prefettura. Un incontro interlocutorio, quello con i sindacati, che potrebbe avere nuovi aggiornamenti in giornata, anche perché le sigle hanno ribadito la ferrea volontà di impedire lo sbarco. Insieme al prefetto il vicecomandante della guardia costiera, il sindaco e il commissario straordinario dell’Autorità di sistema portuale del mar Tirreno settentrionale, Davide Gariglio. Dionisi ha sottolineato come «la sicurezza della comunità sia pienamente garantita», invitando tutti «al senso di responsabilità e al rispetto della verità dei fatti, ribadendo la piena disponibilità delle istituzioni a fornire chiarimenti e mantenere un dialogo costante con le parti sociali e con la cittadinanza». Un appello particolare ha riguardato la sicurezza di bambini e famiglie, presenti numerosi ieri al molo Italia: essendo quello un punto di snodo con numerosi mezzi in transito, la preoccupazione di Dionisi è quella che venga garantita la sicurezza di tutti i manifestanti. Per questo, il prefetto, si è appellato ai sindacati affinché scongiurino ogni pericolo soprattutto per mamme e bambini.
(ha collaborato Luca Balestri)