Livorno, sorprende i ladri dentro casa: elettricista picchiato brutalmente. Il racconto di quei minuti da incubo
Sandro Galigani, 59 anni, li ha trovati nel suo appartamento alle 21,30: «Stavo cercando il gatto, mi hanno pestato e strappato la catenina d’oro dal collo»
LIVORNO. Ha visto due ombre in camera da letto mentre stava andando a chiamare il gatto. Poi è stato picchiato selvaggiamente, con calci e pugni in testa. Con uno di loro che gli ha perfino rubato il marsupio e strappato la catenina d’oro dal collo. Una serata da incubo, quella di giovedì scorso, per Sandro Galigani, un elettricista livornese di 59 anni che abita al piano rialzato di un palazzo di piazza Dante, dalla parte di via Donnini.
Erano le 21,30, stava cucinando per la moglie e la figlia quando all’improvviso due ladri sono riusciti a entrare in una delle camere da letto dell’appartamento per rubare quanti più oggetti possibili e, una volta scoperti, lo hanno pestato mandandolo al pronto soccorso. A raccontare ciò che è accaduto è direttamente il cinquantanovenne, ancora sotto choc, subito prima di andare a sporgere denuncia dai carabinieri, allertati attraverso il 112 la sera stessa. «Ero da solo in casa – racconta l’artigiano, che lavora per un’azienda edile – e stavo cucinando. C’era parecchio rumore, dato che avevo la tv accesa e la friggitrice ad aria in funzione. I malviventi hanno prima cercato di spaccare invano la persiana di una camera, poi hanno distrutto quella della matrimoniale, dove dormiamo io e mia moglie, e hanno fatto irruzione. Io non ho sentito nulla, mi sono accorto che erano entrati perché a un certo punto sono andato a cercare il gatto che, solitamente, dorme proprio su quel materasso. Quando sono entrato nella stanza ho visto due ombre e loro sono sbucati fuori».
È a questo punto che è avvenuta l’aggressione: «Hanno tentato la fuga – prosegue Galigani – e io sono riuscito in qualche modo a braccarne uno. L’altro, che stava per buttarsi di sotto, è andato in soccorso dell’amico e ha cominciato a colpirmi con calci e pugni in testa. Mi hanno graffiato, provocandomi diverse escoriazioni, avevano le unghie come dei gatti. Parlavano una lingua straniera, non l’ho riconosciuta, sicuramente non erano né italiani né albanesi, visto che ci lavoro e avrei riconosciuto l’idioma. Penso che fossero dell’Europa dell’Est o nordafricani, non saprei dirlo con precisione. Avevano sui 25 anni, erano entrambi abbastanza alti, persone con le loro sembianze le ho viste molto spesso scavalcare il muro dell’ex hotel Corallo, proprio qui alla stazione ferroviaria: non escludo che possano essere persone che lo occupano abusivamente. Ai carabinieri l’ho detto: andate a cercare là dentro la mia roba».
Dall’appartamento è sparita varia bigiotteria, oltre alla catenina d’oro che Galigani indossava e il marsupio con il portafogli e tutti i documenti. «Praticamente mi è rimasto solo il passaporto – prosegue l’elettricista – e il cellulare che per fortuna avevo con me. Ho temuto per il gatto, pensando che fosse scappato per la strada, ma poi io e mia moglie lo abbiamo trovato ed era ancora all’interno dell’appartamento. I militari dell’Arma sono arrivati in dieci minuti, sono stati veloci e professionali, ma purtroppo i ladri erano già fuggiti. Qui in zona non ci sono telecamere, in casa nemmeno, speriamo che li trovino».
Un incubo, per Sandro. Proseguito poi al pronto soccorso, dov’è stato curato. «Fortunatamente le mie condizioni non erano gravi – continua – così sono rimasto otto ore in ospedale. Voglio ringraziare il personale del reparto di emergenza-urgenza: mi ha medicato con grande amore e mi ha fatto sentire meglio. C’era veramente un grande afflusso, so che hanno fatto il possibile. Medici, infermieri e operatori socio-sanitari sono stati straordinari».
Una volta dimesso e riposatosi un po’, ieri mattina è andato a sporgere denuncia nella caserma dei carabinieri di viale Fabbricotti. L’ipotesi di reato è rapina, visto che la coppia lo ha picchiato selvaggiamente e derubato. «Non è la prima volta che rubano qua, che ci riescono però sì – conclude – dato che tre anni fa una persona, evidentemente in escandescenze, con una tavola di legno ha cercato di spaccare la finestra di casa, ma mia moglie e mia figlia si sono messe a urlare, il cane ad abbaiare, e poi è fuggita. Questa zona non è tranquilla e l’occupazione dell’ex hotel Corallo non aiuta: vedo persone scavalcare il muro a ogni ora del giorno e della notte. Lo ripeto: potrebbero essere le stesse persone che hanno assaltato la mia abitazione».