Livorno, permessi antincendio facili: Mazzotta esce dal carcere
Il funzionario sessantenne dei vigili del fuoco indagato per corruzione, concussione e riciclaggio è ora ai domiciliari. Sotto accusa altre 29 persone
LIVORNO. Giuseppe Mazzotta ha lasciato il carcere delle Sughere. L’ingegnere dei vigili del fuoco sessantenne originario di Lecce e residente a San Casciano di Cascina, nel Pisano, è indagato per corruzione, concussione, istigazione alla corruzione e riciclaggio nell’ambito dell’inchiesta sui presunti permessi antincendio facili e ora si trova agli arresti domiciliari. L’attenuazione della misura cautelare, su istanza del suo avvocato Riccardo Taverniti che per lui aveva chiesto la piena libertà e in subordine quella concessa, è stata disposta dal giudice per le indagini preliminari, che all’inizio dell’estate aveva autorizzato la proroga delle indagini, delegate alla Squadra mobile della polizia, coordinata dal vicequestore aggiunto Riccardo Signorelli, per altri sei mesi. La titolare del fascicolo è la pubblico ministero Antonella Tenerani.
Oltre a Mazzotta sono indagati l’ingegnere livornese quarantasettenne Alessandro Scheveger, l’imprenditrice labronica cinquantanovenne del settore antincendio Cristina Solari e l’imprenditore cinese di 46 anni Lei Zhang, attivo nell’import-export. Tutti e tre, nel giugno scorso, hanno parlato durante l’interrogatorio di garanzia, fornendo ampie delucidazioni, tanto che il giudice ha poi respinto le richieste di custodia cautelare avanzate dalla procura. Ad agosto, in procura, alla presenza di tutti i legali si è svolta un’udienza durante la quale è stato nominato il perito per lo scarico forense dei dati sui computer e i cellulari sequestrati, Venerino Lo Cicero.
Coinvolti nell’inchiesta anche il funzionario ex responsabile, ora in pensione, dell’ufficio prevenzione incendi di Genova Augusto Russo, 66 anni, il dipendente volterrano dell’Asl Leo Bongini, di 59, il collega pisano trentaseienne tecnico della prevenzione Lorenzo Benotto, il geometra e vigile del fuoco volontario di Collesalvetti Alessandro Centelli (sessantaquattrenne e originario di Rosignano), il libero professionista, anche lui pompiere volontario al Crocino Alessio Marco (52 anni, di Cascina, ma residente a Livorno), il perito ottantaduenne di Portoferraio (all’Elba) Alberto Bastreri, la moglie settantottenne imprenditrice delle forniture alberghiere Graziella Petucco, l’ingegnere di Follonica Giulio Passarini (47 anni), il perito di Scarlino Gabriele Lucentini (44 anni), l’ingegnere sessantunenne livornese Roberto Canessa, il geometra labronico cinquantottenne Alessandro Bernardeschi, l’architetto ed ex assessore all’ambiente del Comune di Cecina Gabriele Bulichelli, 54 anni, il livornese di 57 anni Massimo Faverzani, il labronico Enrico Tribioli, 78 anni, e Giorgio Niccolai.
Ma non solo: anche i figli del funzionario – Lorenzo e Laura Mazzotta, di Cascina, 24 e 26 anni – la compagna cinquantatreenne Daniela Pepe, l’imprenditore pratese Luciano Lucarini (79 anni e nato a Vernio), Simona Luconi (47 anni, residente a Carmignano), l’imprenditore livornese Luca Menicagli (64 anni), l’imprenditore labronico e socio della discoteca “Precisamente a Calafuria” Simone Gonnelli (di 57), l’albergatore elbano Cesare Farina (43 anni, originario di Monza e residente a Capoliveri), gli imprenditori isolani delle strutture ricettive Massimo e Raffaella De Ferrari, di 74 e 69 anni, e il titolare dell’hotel Granduca Giovanni Vignoli, di 79 anni.
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