Il Tirreno

Livorno

Salute

Legionella ai Bagni Pancaldi, parla Spartaco Sani: «Ecco come ci si può contaminare»

di Giulio Corsi

	I Bagni Pancaldi
I Bagni Pancaldi

La nostra intervista al primario: «Il batterio si concentra nelle docce e può dare un quadro simil influenzale»

3 MINUTI DI LETTURA





LIVORNO.  Due giorni fa i controlli del dipartimento di prevenzione dell’Asl avevano individuato la presenza del batterio della legionella sulle linee delle docce calde e fredde dei bagni Pancaldi e il Comune ha emanato immediatamente un’ordinanza verso la società che ha in concessione lo stabilimento per interdire l’utilizzo delle docce e provvedere alla disinfezione. Una situazione che ha creato preoccupazione tra i frequentatori del bagno, seppur non nuova considerando che l’estate scorsa si erano registrati diversi casi in città al punto che a febbraio si era svolta una riunione in municipio coi gestori degli stabilimenti e l’Asl, che aveva fornito le indicazioni sugli interventi da svolgere prima dell’inizio della stagione. Interventi che evidentemente non sono bastati.

Dottor Spartaco Sani, primario del reparto di Malattie Infettive, è scattato di nuovo l’allarme legionella: di che cosa si tratta?

«La legionella è un batterio che vive e prolifera nelle tubature dell’acqua di qualsiasi edificio, manifestandosi poi in concentrazioni importanti soprattutto nelle docce».

È pericoloso?

«Il rischio che lo diventi è legato alla sua concentrazione. Spesso piccole quantità sono tollerate».

Se è stata decisa la chiusura delle docce ai Pancaldi significa che si è raggiunta una concentrazione sopra i limiti?

«Esatto: se dai controlli si rileva che le concentrazioni sono superiori ai limiti è necessaria la disinfezione tramite choc termico e clorazione».

Perché questi episodi ripetuti?

«Purtroppo è un germe molto difficile da eliminare. E la sua presenza non è segno di particolare cattiva manutenzione. Generalmente il pericolo di maggior concentrazione avviene quando l’acqua non viene consumata per lungo tempo, come accade sugli stabilimenti nel periodo invernale. Quando si riaprono le docce, la quantità di batteri è maggiore. Quello è il momento più pericolo per il contagio».

Ma ora siamo in piena estate.

«I controlli andrebbero fatti periodicamente e soprattutto a inizio stagione. Ma non è detto che se due mesi fa la legionella non c’era, oggi non possa esserci».

Come avviene il contagio?

«Attraverso l’inalazione dei batteri».

Via naso dunque, non bevendo l’acqua contaminata?

«Esatto: si forma aerosol e il batterio inalato passa dalle vie respiratorie non dal tubo digerente».

Dal punto di vista clinico cosa comporta?

«Il più delle volte non dà conseguenze. Tuttavia frequentemente il contagio può dare un quadro tipo simil influenzale, con infezione delle vie respiratorie, febbre, mal di testa. Si chiama febbre di Pontiac. In alcuni casi invece può sviluppare polmoniti severe».

C’è un rischio di contagio uomo-uomo?

«No, non è contagiosa».

Ci sono soggetti più a rischio?

«I soggetti a rischio sono teoricamente tutti, la gravità della malattia non è legata alla presenza di patologie o fragilità, ma come sempre se le polmoniti colpiscono soggetti anziani il rischio di complicanze è alto».

C’è un pericolo di contaminazione anche dai rubinetti?

«Sicuramente minore. Più che altro, come dicevo, il problema arriva dalle docce, dove l’acqua esce forte per la pressione e si raccoglie una importante quantità di germi all’uscita: nel momento in cui l’acqua esce si è esposti un’alta quantità di germi». 
 

Primo piano
La terribile testimonianza

«Tu non torni a casa», massacrato a Marina di Pisa fuori dalla discoteca insieme a un amico – «Erano in 20 contro due, sembravano animali»

di Andreas Quirici
Estate