L’incidente mortale
Livorno, bidoni della spazzatura sotto la finestra: condomina risarcita con 60mila euro
Il caso al Grattacielo: il condominio condannato a pagare fa appello e accusa Aamps
LIVORNO. Immaginate di avere i bidoni della raccolta differenziata sotto le finestre di casa e che ogni giorno (ma anche di notte) centinaia di condomini gettino la spazzatura lì dentro. D’inverno, ma pure d’estate, quando le finestre sono aperte per difendersi dalla caldo. Così una condomina del Grattacielo di piazza Roma (dove vivono circa 180 famiglie), esasperata da quel viavai che le ha tolto il sonno e la tranquillità, ha fatto causa al condominio. E ha vinto (in primo grado) ottenendo un risarcimento di 60mila euro.
I fatti
Tutto è iniziato quando a Livorno è stata introdotta la raccolta differenziata porta a porta. Così Aamps, che gestisce il servizio di raccolta dei rifiuti, ha stabilito la collocazione dei bidoni della differenziata sulla base dell’ordinanza comunale, individuando come spazio adatto quello sotto la finestra della donna. «Aamps fu avvisata subito che quella collocazione non era idonea – spiega l’amministratrice di condominio Margherita Amico – e così il condominio chiese immediatamente la possibilità di poter utilizzare lo spazio, che tra l’altro è quello attuale, in piazza Matteotti, ma in un primo momento Aamps rifiutò».
Il disagio
Un bel problema per la condomina che, per più di un anno, ha dovuto sopportare rumori e cattivi odori. Così, alla fine, la donna ha deciso di fare citare in giudizio il condominio: la causa è andata avanti per svariati anni fino ad arrivare a concludersi con la condanna del condominio che nel frattempo, però, aveva chiamato in causa anche Aamps. «La causa ha visto condannato il condominio – evidenzia l’amministratrice – e il giudice ha sancito che Aamps avrebbe dovuto rimborsare il condominio del 50 per cento della somma destinata alla condomina. Ricevuta questa condanna, abbiamo fatto appello e chiesto la sospensiva, ritenendo non corretta la condanna del condominio e anche l’entità della somma del risarcimento».
L’opposizione
«Abbiamo fatto opposizione su due fronti – sottolinea Amico – . Il primo: il condominio non ha colpa perché gli è stato imposto di sistemare i bidoni della differenziata proprio in quel punto. Non solo: già a tempo debito avevamo richiesto ad Aamps che fossero spostati, ma non siamo stati ascoltati».
In realtà – fa sapere l’amministratrice – durante il periodo in cui la causa era già in corso, attraverso un procedimento di mediazione, «a un certo punto il condominio riuscì comunque a far spostare i bidoni che sono stati poi collocati nella piazza dove si trovano adesso. In sostanza, grazie a quell’intervento, siamo riusciti quantomeno a ottenere considerazione da parte di Aamps e del Comune».
La decisione
Ma questo ovviamente non è servito a fermare il contenzioso e quindi è arrivata quella condanna che, come detto, ha visto in torto il condominio. «Allora abbiamo fatto opposizione e chiesto la sospensiva, ma siamo tuttora in causa – spiega Amico – . C’è stata già una prima udienza, ma per la sentenza dovremo aspettare novembre 2026. Al momento, però, le ragioni del condominio sono state ritenute manifestatamene fondate da parte del giudice e per questo ha concesso la sospensiva».
«Il danno c’è stato»
Sia chiaro: l’amministratrice non ha dubbi sul fatto che la condomina abbia effettivamente subito dei danni. «Abbiamo una certezza: è giusto il risarcimento e su questo non si discute – precisa Amico – . La questione, però, su cui il condominio è entrato nel merito è se quella cifra (60mila euro, ndr) fosse congrua oppure no. Noi ci siamo difesi dicendo: la condanna non è giusta perché noi non abbiamo deciso la collocazione dei bidoni e, inoltre, abbiamo subito palesato ad Aamps le rimostranze della condomina, evidenziando che lo spazio individuato dalla società partecipata non era adeguato e che, non avendone altri, l’unico spazio adatto era piazza Matteotti».
«Alla fine Aamps ha ascoltato la nostra richiesta, ma intanto è trascorso più di un anno in cui la condomina ha purtroppo continuato ad avere disagi – conclude Amico – . Noi abbiamo palesato la situazione con pec e lettere, ma d’altra parte fino a quando Aamps non ha accolto la richiesta, non potevamo prendere fisicamente i bidoni e spostarli altrove. Abbiamo voluto fare opposizione alla sentenza proprio per mettere in evidenza che il condominio è stato sensibile alle richieste della condomina, però al tempo stesso ci siamo trovati costretti al rispetto di un’ordinanza. Ora chiediamo che Aamps si faccia parte diligente: questo contenzioso è nato perché non ci ha ascoltato subito. Se lo avesse fatto, forse, si sarebbe potuto evitare tutto questo».
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