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Ippodromo Caprilli, l’ultima beffa: società in liquidazione

di Flavio Lombardi

	Livorno, uno scorcio dell'ippodromo Caprilli
Livorno, uno scorcio dell'ippodromo Caprilli

La decisione del tribunale di Grosseto per insolvenza verso il fisco. Subito stoppato l’iter per la gestione ventennale col Comune. La stagione estiva? Andrà avanti

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LIVORNO. Sistema Cavallo, la società che fa capo a Silvio Toriello e che ha vinto, dopo tre anni di gestione temporanea, il bando di partenariato pubblico-privato per una conduzione ventennale dell’ippodromo Caprilli di Livorno, è stata oggetto di provvedimento per liquidazione giudiziale con sentenza del tribunale di Grosseto datata giovedì 24 luglio, in seguito ad una Ctu (consulenza tecnica d’ufficio) disposta dal giudice per irregolarità relative all’ippodromo di Follonica.

La decisione è arrivata sulla base del rapporto redatto dal commercialista livornese Giulio Nicoletti, revisore legale dei conti, consulente del tribunale e consulente tecnico di parte per materie di societario, diritto tributario e diritto fallimentare.

Curatore della liquidazione è stato nominato il commercialista maremmano Fabio Tocci, d’ora innanzi referente esclusivo della società, per conto della quale, già domani, sarà a Roma per intercettare i fondi del ministero destinati al Caprilli, tranche di rilievo che ha un ammontare di circa seicentomila euro.

Intanto, Salvetti ha bloccato la procedura dell’accordo (come atto dovuto) attendendo ulteriori sviluppi.

Sistema Cavallo ha già annunciato ricorso, che – viene spiegato – sarà presentato con dovizia di documentazione nei primi giorni della settimana, e che dopo sessanta giorni porterà al pronunciamento della Corte d’Appello di Firenze. Per il verdetto definitivo si andrà probabilmente al mese di ottobre.

Le corse vanno avanti

La cosa certa è che le corse dei cavalli andranno avanti secondo programma fino a tutto agosto. È scritto chiaro nel provvedimento: la società deve poter continuare le attività che sta svolgendo. Tocci diventa quindi il rappresentante con cui confrontarsi per il proseguimento delle attività necessarie a completare la stagione estiva dell’ippodromo livornese (ma anche di quello di Follonica).

I fondi che ministero dovrà accreditare, riguardanti nel nostro caso il contributo destinato al Caprilli, saranno riscossi dal curatore, consentendo il regolare andamento fino alla conclusione del calendario.

La reazione di Salvetti

Di poche parole il primo cittadino, sorpreso dalla notizia. «Gli uffici del Comune sospenderanno l’iter che riguarda il partenariato pubblico-privato e inizieranno in stretto contatto con il Ministero, il lavoro per individuare e attivare percorsi alternativi per garantire la gestione dell’ippodromo nel 2026, se si dovessero verificare gli estremi di un fallimento. Interloquimmo costruttivamente col Ministero già 4 anni fa quando la struttura era in stato di abbandono e c’era da pensare a recuperarla e rifunzionalizzarla. Figuriamoci se non si può fare adesso con l’ippodromo aperto, attivo e pienamente inserito nel quadro delle strutture nazionali dedicate all’ippica».

Se a ottobre il caso si sgonfiasse e Sistema Cavallo uscisse indenne dalla vicenda, tutto tornerebbe al proprio posto. In caso contrario dovrà ripartire il percorso per individuare un gestore.

Compratori

Sembra, dice, pare... Si era diffusa la voce, in questi giorni, che ci fossero da qualche tempo trattative avviate con gruppi esteri interessati a rilevare Sistema Cavallo e pronti anche immediatamente a subentrare. Notizia smentita da più fonti. A maggior ragione ora, alla luce di come si è evoluta la vicenda. Con la sentenza attuale, secondo ciò che disciplina la legge fallimentare, il curatore su autorizzazione del giudice, deve aprire un procedimento di evidenza pubblica, chi è interessato fa le sue offerte e lui, assieme al comitato dei revisori e il giudice stesso, deciderà di conseguenza l’opzione migliore. Senza dimenticare che poi qui non si compra nulla. L’ippodromo è un bene pubblico e il Comune resta sempre un interlocutore di cui tenere conto. I piani e i programmi, devono prima di tutto andare incontro all’interesse di Livorno.

Il silenzio di Toriello

Silvio Toriello, uomo distrutto. Trincerato dietro il silenzio, parla in sua rappresentanza il proprio avvocato, l’ex sindaco di Grosseto, Alessandro Antichi. «Intanto diciamo che il procedimento riguarda Sistema Cavallo e non sfiora la società socia Caprilli, di cui Sistema Cavallo detiene una quota parte».

Ma quale sarebbe il peccato originale dal quale poi tutto muove? Antichi lo spiega al Tirreno: «Tutto risale a una istanza di fallimento presentata dal pubblico ministero Carmine Nuzzo nel 2023 sulla base di una indagine della Guardia di Finanza relativamente a presunte evasioni fiscali che ancora non sono state accertate perché ancora in dibattimento. Anzi, per alcune annualità, la commissione tributaria ha accolto i ricorsi. Tutto quindi è ancora sub judice sia sul piano tributario che su quello penale. Dopo due anni, sulla valutazione espressa nella consulenza tecnica di Nicoletti, la società è stata reputata in stato di insolvenza. Fatti contestati da noi con numeri, dati, documenti. Non tenendo conto che certi debiti tributari sono stati definiti e che debiti ritenuti sussistenti sono stati pagati prima della dichiarazione di istanza di fallimento. Una perizia che contestiamo punto per punto e che per il momento ci dà torto con questa sentenza».

Secondo l’avvocato di Toriello, ci sono margini per venire a capo della matassa. «La sentenza basata su considerazioni del consulente tecnico mi pare debole. Considerazioni che in parte, nemmeno erano di competenza circa la valutazione sulla validità giuridica di certi accordi, oppure smentite dalle carte, evidentemente non esaminate. Credo che il ricorso sia fondato e accoglibile». 

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