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Il record di Lavinia, viene da Livorno la prof di 22 anni: è tra le “cattedre” più giovani d’Italia

di Francesca Suggi
Qui durante un'esibizione
Qui durante un'esibizione

Laureata a pieni voti al Mascagni, a settembre insegnerà violoncello in Liguria: «Sono nell’Orchestra del Goldoni e faccio lirica: essenziali studio e impegno»

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LIVORNO. Tra le più giovani docenti di ruolo d’Italia. A 22 anni la nostra Lavinia Golfarini passa dal banco alla cattedra in un baleno. A suon di musica. Un grande onore per la città e tanto orgoglio per sé e per la sua famiglia. Lei e il suo violoncello, un amore grande che comincia quando è bambina e che la porta a settembre in Liguria per la sua prima esperienza da insegnante dipendente statale ai bambini di una scuola media. Vincitrice di un concorso pubblico. «Credo sia un record che vivo con grande umiltà: ho vinto il concorso per la cattedra di violoncello alle scuole medie, c’era solo un posto a livello nazionale. Essenziali la dedizione e la costanza nello studio», racconta lei che è cresciuta alle Sorgenti, si è diplomata al liceo Cecioni e poi l’anno scorso si laurea al conservatorio Pietro Mascagni non solo con 110 e lode, ma anche con una menzione d’onore. «La danno raramente, oltre la qualità, la menzione viene data alla persona», spiega.

Anche la sua tesi – per la laurea – è stata quasi uno show. Perché la giovane docente di fatto è un’artista a tutto tondo: musicista, sì (è anche nell’Orchestra del Teatro Goldoni). Ma ha pure la passione per il teatro, la lirica (sta facendo le prove per interpretare la prima novizia dell’opera Suor Angelica stasera a San Gimignano), ama dipingere, parla correttamente spagnolo, tedesco e inglese. E ancora è una content creator (collabora con la project manager Tiziana Tentoni). Nel frattempo sta studiando per una seconda laurea a Firenze, Accademia delle Belle Arti, in Metodologia della pittura: nel 2023 ha iniziato questo nuovo percorso.

La laurea come uno show

«Diciamo che per la laurea del biennio ho portato una mini orchestra, ho curato gli abiti: è stata una sorta di spettacolo fuori dagli schemi», descrive il momento: «Si poteva scegliere di fare o la tesi più 30 minuti di esecuzioni di un brano, oppure non fare la tesi ma fare un concerto intero della durata di un’ora, io ho scelto la seconda opzione, portando in scena il mio recital per violoncello e orchestra d’archi. Ho eseguito il concerto per violoncello in mi minore Op. 85 di Edward Elgar e Kol Nidrei, Op.47 di Max Bruch. Il primo brano è stato quello che mi ha spinto a scegliere il violoncello all’età di 10 anni, ascoltando un’esecuzione della violoncellista Alisa Weilerstein su YouTube».

Il violoncello del 1750

È un amore quello tra lei e il suo strumento, che viene da lontano: lo utilizza e poi lo cura come un figlio («ora ne ho uno, acquistato nel 2023 che non ha autore, è un anonimo del 1750, è molto antico: mi sono innamorata del suo suono»). Per dare l’idea del suo talento basti pensare che lei ha iniziato il triennio di violoncello al conservatorio Mascagni in terza superiore, a 16 anni – ed è lei a raccontarlo – quando solitamente si comincia a 18 anni.

L’unico segreto di Golfarini, in ogni sua arte, si chiama impegno. E ci tiene a scandirlo. Una sorta di messaggio per tutti. «Ho lavorato tanto nella vita e coltivato ogni mia passione con dedizione e impegno e questo mi ha portato al grande risultato di conquistare il posto di dicente di ruolo a 22 anni, primo gradino di tanti altri obiettivi che mi prefiggo».

A 14 anni insegnava ai bambini

Come dice lei che è cresciuta ai bagni Lido: «L’arte è un mezzo per esprimersi, non è un fine». La giovane docente di ruolo ha cominciato a insegnare violoncello ai bambini quando aveva 14 anni: «Aiutavo i bambini più piccoli tipo che volevano entrare in Conservatorio: la mia passione per l’insegnamento nasce da lì. Ho sempre cercato di trovare un percorso personalizzato per ogni allievo, ognuno è diverso. Una volta insegnavo violoncello a un bambino di 6 anni e per farlo immergere per bene mi sono inventata una sorta di supporto che ho chiamato “musica a colori”».

Golfarini “sente” quello che fa. «Mi sento giusta per l’insegnamento: anche esteticamente il violoncello si abbraccia quasi, quando si suona vibra tutto il corpo, è molto fisico e poi si dice che è lo strumento più simile alla voce umana quando si suona». La 22enne ringrazia mamma Sandra: «Da bambina mi ha instradato verso la musica classica e per il canto la lirica».

E infatti il grande sogno di Lavinia Golfarini è proprio fare la cantante lirica: «Si uniscono musica e teatro, è il mio grande sogno». E per prepararsi: «Studio canto lirico con il maestro Antonio Marcenò, ereditando da lui i principi della tradizione vocale dell’800: è stato allievo di Marcello Del Monaco, fratello del grande tenore Mario Del Monaco».

Studio, costanza e dedizione

E come ogni traguardo, c’è il momento dei “grazie”. «Io mi sono laureata al conservatorio Mascagni sotto la guida del maestro Luca Provenzani. Poi parallelamente ho studiato col maestro Lucio Labella Danzi. E cito loro due come miei maestri perché, anche se in maniera completamente diversa, con metodi completamente diversi, hanno compreso fin da subito questa mia indole artistica quasi fuori dagli schemi e ad mi hanno accompagnato in questo percorso con grande impegno e costanza. Ho imparato tanto da entrambi e oggi, sono chi sono, grazie anche a loro che mi hanno spronato molto nel far emergere nella mia autenticità più vera, anche proprio suonando il mio strumento». Studio, costanza, dedizione: la storia di Lavinia è un modo per dire ai giovani che tutti, con impegno, ce la possono fare.

Pronta per la Liguria

E adesso la 22enne si prepara a traslocare. E a questo suo primo incarico formale con alcuni maestri nel cuore che la ispirano nel quotidiano, sia nel suonare sia nell’insegnamento del violoncello. «Sono assolutamente i grandi violoncellisti del passato, per citarne solo alcuni: Pau Casals, Paul Tortelier e Mstislav Rostropóvich. Loro, conservano nelle loro interpretazioni grande tecnica, controllo, padronanza dello strumento e consapevolezza di ogni frase musicale e continua ricerca della bellezza: sono aspetti che cercherò di trasmettere». 

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