Guerra
Livorno, è guerra ai motorini “truccati”. Il prefetto: «Ora controlli mirati». Il tipo di operazione e le sanzioni previste
Nei giorni scorso l’esposto dei residenti sulle gare di velocità a bordo di scooter
LIVORNO. Sfrecciano per la città, generando caos e rendendo insonni soprattutto le notti estive, quando le finestre sono aperte per cercare un po’ di refrigerio dal caldo. E ora il prefetto di Livorno, Giancarlo Dionisi, annuncia controlli mirati contro i motorini “truccati” con interventi (meccanici e non) che hanno un unico risultato: una maggiore velocità (superiore ai 50 chilometri orari) del ciclomotore.
L’esposto
Nei giorni scorsi, i residenti di largo Christian Bartoli avevano richiesto l’intervento delle istituzioni (Prefettura, Comune e Questura) per mettere fine a un fenomeno diventato per loro insostenibile. Non è la prima volta, ma anche quest’anno frotte di giovani, specialmente durante il fine settimana, si ritrovano nel parcheggio di largo Bartoli fino a notte fonda. E, dicono i residenti, tra le altre cose «fanno gare di velocità in sella a scooter truccati da cui si origina un rumore intollerabile». Così hanno presentato un esposto (con un centinaio di firme d’accompagnamento) al sindaco Luca Salvetti, al prefetto Giancarlo Dionisi e alla questora Giusy Stellino. Un atto, questo, che fa seguito al documento «già presentato due anni fa» dato che «la problematica non è ancora stata risolta». E i residenti, nero su bianco, hanno messo anche la richiesta al primo cittadino di installare dei dossi artificiali così «da ripristinare un minimo la sicurezza stradale nel quartiere».
La risposta
E intanto arriva il giro di vite sui motorini “truccati”. «Nel quadro delle attività di prevenzione e contrasto ai fenomeni della cosiddetta “malamovida”, ho disposto, in attuazione delle linee condivise durante la riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica del 25 giugno scorso, una serie di interventi straordinari ad alto impatto, attuati nelle settimane successive, dal 2 al 14 luglio, nei quartieri più esposti a criticità – evidenzia il prefetto – . Le operazioni, con particolare intensificazione nei fine settimana, hanno visto l’identificazione e il controllo di oltre 450 persone, di cui una trentina risultate già note alle banche dati interforze. Sono stati istituiti almeno 15 posti di controllo e verificati circa 150 veicoli, con diversi sequestri amministrativi e numerosi controlli alcolemici tramite etilometro».
I controlli
E secondo quanto spiegato dal prefetto Dionisi, «una specifica attenzione è stata rivolta ai gruppi di minorenni in sella a motorini, talvolta non in regola o manomessi». Anche perché lo dicono i dati: Livorno è la città che ha il rapporto più alto in Toscana tra il numero di moto e scooter rispetto agli abitanti e uno dei più alti in Italia (28 ogni 100 abitanti contro una medica nazionale di 14,51 secondo il rapporto Euromobility). «A tal proposito, stiamo approfondendo, di concerto con la Motorizzazione civile, la possibilità di avviare nelle prossime settimane specifici controlli tecnici sui ciclomotori, volti a verificare eventuali alterazioni dell’apparato meccanico – prosegue il prefetto di Livorno – . Queste manomissioni possono rappresentare un pericolo per l’incolumità pubblica e saranno oggetto di particolare attenzione. La sicurezza urbana si costruisce attraverso un lavoro di squadra, un approccio integrato e una presenza costante e visibile dello Stato sul territorio. Le operazioni proseguiranno anche nei prossimi fine settimana con la stessa determinazione e con una pianificazione congiunta tra tutte le componenti del sistema sicurezza».
Le manomissioni
I principali e più frequenti trucchi apportati ai motorini riguardano le alterazioni del motore, del sistema di scarico e dell’impianto di alimentazione. In pratica gli interventi sui fermi (i cosiddetti tappi) sulla marmitta, sul carburatore e sulle valvole del “cinquantino” per renderlo simile nelle prestazioni a un mezzo di cilindrata superiore. Tuttavia l’aumento di potenza e di velocità che si ottiene grazie a queste alterazioni può costare caro.
Le sanzioni
Le sanzioni previste per l’alterazione dei ciclomotori sono stabilite dall’articolo 97 del Codice della strada (“Circolazione dei ciclomotori”) che stabilisce: chi produce, fabbrica o mette in commercio un ciclomotore alterato subisce una sanzione amministrativa pecuniaria da 1.062 euro fino a 4.250 euro, più la confisca del veicolo; chi modifica materialmente il ciclomotore rischia una sanzione da 828 euro a 3.313 euro, oltre alla confisca del mezzo; a chi viene fermato alla guida di un ciclomotore modificato si applica una sanzione che parte da 413 euro e arriva a un massimo di 1.656 euro, ed il fermo amministrativo del mezzo per 60 giorni.
«Il rispetto della legalità e il diritto alla quiete dei residenti devono andare di pari passo con un sano divertimento – conclude il prefetto Dionisi – . Livorno ha il diritto di vivere un’estate serena, ordinata e civile, e questo è un obiettivo che perseguiremo con determinazione».
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