La tragedia
Livorno, dona un defibrillatore ai volontari: «Ho avuto un infarto, salva le vite»
Il bel gesto ai soccorritori della Misericordia di via Verdi: «Ve lo voglio regalare per i miei 70 anni». L’emozione del direttore Gabriele Vannucci: «Il suo altruismo nato da un momento buio, un uomo eccezionale»
LIVORNO. Per il suo settantesimo compleanno ha deciso di pensare agli altri. Ha voluto salvare – potenzialmente – quante più vite possibile. Per questo un livornese, che ha tenuto a rimanere anonimo per far risaltare ancor di più il suo grande gesto di solidarietà, due giorni fa si è presentato nella sede della Misericordia di via Verdi donando ai volontari un defibrillatore automatico: «Ho chiesto ai miei amici, per questa felice ricorrenza, di regalarmi dei soldi, poi ho comprato il Dae. Due anni fa ho avuto un infarto, ma oggi sono qui. Ve lo dono, può salvare le vite delle persone».
Era in lacrime, insieme alla moglie, quando ha consegnato il dispositivo tecnologico che anche nel recente passato, a Livorno, ha strappato tante persone alla morte. Non ultimo un militare rianimato, poco più di un mese fa, fuori dal distretto sanitario di via del Mare, grazie sia al Dae che al primo intervento di soccorso del farmacista Federico Frullano, coadiuvano da un medico di base, da una sua collega e dalle infermiere in servizio per l’Asl Toscana nord ovest. Qualche mese fa, grazie alle manovre salva-vita, era stato invece il barista Michael Berni, dell’omonima caffetteria di via del Mare, a salvare una donna di 49 anni finita in arresto cardiaco all’interno del suo bar in collegamento telefonico con il 118, con gli operatori della centrale che lo hanno guidato alla perfezione in attesa dell’arrivo dei sanitari, che hanno proseguito il suo fondamentale primo intervento.
«Un simbolo tangibile – dice Gabriele Vannucci, il direttore della Misericordia cittadina, riferendosi alla donazione del settantaseienne alla confraternita – di come la solidarietà possa nascere anche da momenti bui della propria vita». Niente cerimonie, nessuna celebrazione. Mario – questo il nome di fantasia – ha voluto solo consegnare l’apparecchio salvavita affinché fosse a disposizione della comunità labronica. L’idea è nata in occasione del suo compleanno: «Ho chiesto agli amici, invece di regalarmi libri, abbigliamento o altri oggetti, di raccogliere insieme i fondi per poter acquistare il Dae, dotato anche di piastre pediatriche. Ero stato in una zona cruciale di Livorno, di grande passaggio, e ho saputo che lì non era più presente il defibrillatore, qualcuno lo aveva rubato. Ma so benissimo quanto sia fondamentale per dare una speranza di sopravvivenza, ed è questa la prima cosa a cui ho pensato», le parole del settantaseienne davanti ai volontari, emozionati come lui. Il prezioso strumento è già operativo.
«Quello di Mario è un gesto che ci tocca profondamente, soprattutto perché ne conosciamo il grande valore – aggiunge Vannucci –. Ogni anno come Misericordia teniamo decine di corsi per insegnare l’uso del defibrillatore nelle scuole, nelle palestre e nelle aziende. In situazioni di emergenza saperlo azionare può fare la differenza, può salvare una vita. Oggi, dove tutto sembra scontato e superficiale, c’è chi sceglie di trasformare la propria vulnerabilità in forza per gli altri».
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