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Pronto soccorso di Livorno intasato, metà degli accessi sono impropri

Il pronto soccorso di Livorno (foto d'archivio)
Il pronto soccorso di Livorno (foto d'archivio)

Ogni giorno fino a 120 persone si presentano agli Spedali Riuniti senza una vera urgenza. Il primario Dallatomasina: «Aiutateci, il pronto soccorso è solo per le emergenze»

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LIVORNO. In media al pronto soccorso degli Spedali Riuniti si registrano cinque accessi impropri all’ora. In pratica, circa la metà delle persone che si rivolgono alla struttura livornese dedicata alle emergenze ed urgenze sanitarie lo fa senza avere un motivo tanto grave da richiedere l’intervento di un medico.

I numeri

Lo dicono i numeri: soltanto nell’ultima settimana (dal 7 al 13 luglio) gli accessi in pronto soccorso sono stati compresi tra un minimo di 180 a un massimo di 237 al giorno per un totale di quasi 1.500. Soltanto per fare un esempio: nella giornata di sabato scorso sono stati 220 i pazienti che hanno richiesto le cure del personale e a 102 di questi è stato assegnato dal triage un codice non urgente o comunque di urgenza minima. Il risultato? Una quarantina di persone in attesa anche per cinque o sei ore. «Non intasare il pronto soccorso è anche un dovere civico. Per questo mi rivolgo al buon senso dei livornesi: venite in ospedale soltanto per motivi seri», è l’appello del primario Luca Dallatomasina.

Anche lui, in questi giorni, è stato impegnato in prima linea al fianco dei colleghi e, al tempo stesso, fare in modo che nessun cittadino restasse indietro. E il boom di accessi non si è fatto attendere, tenendo impegnati i medici senza sosta.

I motivi

Sia chiaro: non tutte le persone che si rivolgono al pronto soccorso lo fanno senza averne necessità. Ad esempio, domenica scorsa i medici di turno in pronto soccorso hanno dovuto salvare la vita a tre persone in arresto cardiaco. Ma scorrendo i motivi che spingono le persone in ospedale ne troviamo anche di molto più futili: un trauma distorsivo della spalla di una settimana fa o un edema, vecchio di cinque giorni, al braccio di un’anziana allettata. E ancora: una puntura d’insetto che risale a sette giorni fa, dolore alla coscia da quattro giorni, pressione alta da un paio di giorni e anche una manifestazione cutanea pruriginosa comparsa cinque giorni fa. «Se così tante persone si rivolgono a noi significa che non trovano risposte altrove – evidenzia il dottor Dallatomasina – . Cerchiamo di fare il meglio che possiamo ma non è facile con questa affluenza che cresce sempre d’estate».

Le priorità

Secondo quanto spiegato dal primario, quando un paziente entra in pronto soccorso gli viene assegnato un codice di priorità, in una scala da uno (emergenza) e due (urgenza indifferibile) a cinque (non urgenza). E l’ordine di accesso viene dunque stabilito dalla valutazione di un infermiere in base alla sintomatologia riferita (triage). «I pazienti vengono monitorati comunque, a prescindere dal codice di priorità – precisa il primario – : i codici tre (urgenza differibile) vengono rivalutati ogni ora per verificare se nel frattempo ci siano state modifiche nello stato di salute del paziente e lo stesso vale per i codici quattro. Nel momento in cui una persona entra in pronto soccorso viene visitata dal personale medico, ma sarebbe importante che ogni cittadino prima di arrivare qui da noi facesse una riflessione sulle sue condizioni di salute: è davvero grave la situazione? È possibile prima chiedere al medico di medicina generale? Ad esempio, il 30 giugno scorso abbiamo registrato 262 accessi e, di questi, quasi la metà (126) sono riconducibili a codici quattro e cinque, quindi a urgenze minori o addirittura non urgenze. Per questo invito tutti i livornesi al buon senso».

L’organizzazione

In alcune giornate particolarmente complicate – spiega il dottor Dallatomasina – in sala d’attesa possono esserci anche una cinquantina di persona, ma le ferie del personale non c’entrano. «Noi il piano ferie lo abbiamo tutto l’anno, non solo d’estate, per garantire, da una parte, i riposi ai colleghi e, dall’altra, il servizio – evidenzia – . Ogni giorno nel nostro pronto soccorso sono quattro gli ambulatori aperti più uno in medicina d’urgenza, l’osservazione breve intensiva (Obi) che ha anche dei letti di sub-intensiva. Significa che a ogni turno lavorano cinque medici in contemporanea che cercano di rispondere ai bisogni di assistenza dei cittadini, soprattutto in presenza di questo afflusso di persone in aumento».

Medici che mancano

E se qualcuno pensa che la soluzione contro l’intasamento potrebbe essere quella di assumere nuovi medici, Dallatomasina spiega che trovare un medico disposto a lavorare in pronto soccorso è diventato difficile come cercare un ago in un pagliaio.

«È un problema nazionale, che non riguarda soltanto Livorno, ma nessuno vuole più lavorare in questo ambito – conclude il primario – . Noi continueremo a fare la nostra parte con il massimo impegno e dedizione che caratterizza il nostro lavoro ogni giorno. Ai cittadini però diciamo: aiutateci e venite in ospedale soltanto se necessario. Il pronto soccorso è dedicato alle emergenze e alle urgenze sanitarie, non ad approfondire aspetti clinici non urgenti o cronici»
 

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