Alessandro Benvenuti a Livorno: «Vi racconto i miei 50 anni su un palco»
L’istrionico attore in “Pillole di me” in piazza Cavallotti (show gratuito). «Livorno città vispa»
LIVORNO Il festival “Scenari di Quartiere” si chiude alla grande stasera domenica 29 giugno in piazza Cavallotti con lo spettacolo di Alessandro Benvenuti “Pillole di me”, inizio alle 19,30. Un narratore d’eccezione che ama molto Livorno e infatti tornerà anche il 25 agosto per presentare il suo film “Benvenuti in casa Gori” per la rassegna Sguardi in Fortezza. Ma intanto eccolo mattatore in quello che è un condensato di 50 anni di carriera, con una produzione sterminata di testi per il teatro, prove d’attore, film. E’ lui stesso a spiegare che cos’è questo “Pillole di me”: «Un po’ di robe comiche, un po’ recitate, un po’ lette, per raccontare a quelle orecchie che vorranno ascoltarmi, il mio divertimento nel vivere una vita sul filo della comicità». Prossimamente invece sarà di nuovo in teatro con due spettacoli, oltre al vasto repertorio che Benvenuti ha sempre pronto, adatto ad ogni occasione. Sarà con Marina Massironi in “La tigre” dello spagnolo Ramon Madula e in “Lieto fine” prodotto dal Metastasio di Prato.
Lo sa che la piazza in cui si esibirà è il cuore della città, che rappresenta il suo popolo e l sua storia?
«La conosco sì, vengo spesso a Livorno. E questo spettacolo che porto in giro da due anni è particolarmente adatto a questa occasione. L’atmosfera è teatrale ma l’incontro con il pubblico è ravvicinato e rilassato. Con Livorno penso di avere un rapporto franco e sincero, di reciproca soddisfazione: conosco e apprezzo persone di Livorno che fanno il mio mestiere e le stimo molto. Trovo che Livorno a differenza di tante altre città sia ancora bella vispa, ha ancora spruzzi di vita».
Che cosa vuol dire al suo pubblico con questo spettacolo?
«E’ uno spettacolo vintage, con testi più vecchi, salvo alcune cose di “Panico ma Rosa” scritto durante la pandemia. Ci sono brani che avevo scritto per Andrea Cambi, per Bobo Rondelli, per Novello Novelli, colleghi a cui mi sento molto vicino. È un umorismo all’antica che non tiene conto dei social né della fase attuale e ogni volta dichiaro gli anni in cui scrissi quei testi. La gente mi conosce, sa da quale storia provengo. Ho sempre scritto spinto dal bisogno di farlo e da nient’altro, con gli anni il processo di scrittura è stato un percorso di maturazione e approfondimento di certi temi. Quella che racconto è un’umanità semplice, paesana, con personaggi come il chierichetto o il Gino di “Atletico Ghiacciaia” con il paese delle estati in notturna in cui ci si divertiva di più che ad andare al mare».
Prima di venire a Livorno Benvenuti era sul set dei “Delitti del Barlume” a Marciana Marina che nella fiction di Sky si trasforma nel paese inesistente di Pineta. «Una vacanza- lavoro la nostra siamo come una famigliona. Quell’atmosfera che traspare in tv è frutto di questa armonia sul set». l