"Bande delle ville" a Livorno. Assolto il notaio Valerio Vignoli: «Comportamento ineccepibile»
L’avvocato Paolo Bassano ha difeso l'ex presidente del Consiglio del notariato: «La città e i suoi clienti non avevano mai avuto dubbi»
LIVORNO. «Il notaio Valerio Vignoli si è sempre comportato in maniera ineccepibile, attenendosi agli obblighi di informazione verso i clienti e di prudenza negli atti di conferimento. Ha fatto tutto ciò che un professionista del suo calibro può fare per garantire che la clientela non fosse danneggiata dalle operazioni, poi ciò che può essere avvenuto prima o fuori dal suo studio per costituire queste società “Limited” resta di al fuori di ogni sua possibile verifica e lui, di questo, non ne può certo rispondere».
A parlare è l’avvocato Paolo Bassano, che insieme al collega Michele Baldi ha difeso nel processo sulla cosiddetta “Banda delle ville” il notaio settantatreenne Valerio Vignoli, già presidente del Consiglio del notariato livornese. Il professionista è stato assolto con formula piena da tutti i reati contestati dalla procura. «Per lui questi sono stati cinque anni molto difficili – prosegue il legale – dato che a causa di congetture accusatorie e intercettazioni fraintese ha subìto anche un’interdizione temporanea dalla professione. Accuse che, in sede di istruttoria dibattimentale, si sono dissolte anche grazie alle testimonianze. Vorrei aggiungere come non sia mai venuta meno la fiducia degli amici, dei clienti e della città in generale verso un professionista attivo a Livorno da 40 anni, conosciuto per la sua serietà, la sua indipendenza e la sua professionalità: questo processo non ha incrinato la sua immagine professionale e oggi, la sentenza, ne restituisce anche la dignità. Il tribunale ha invece addebitato le condotte contestate ad altre persone». «Sono intenzionato a presentare appello – spiega invece l’avvocato Federico Pazzaglia, che assiste Roberto Cascavilla – perché ritengo il mio assistito estraneo ai fatti. La tesi accusatoria sollevata nei suoi confronti, secondo noi, non sta in piedi e siamo fiduciosi che in secondo grado la sua posizione verrà chiarita».
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