Livorno, indagini su tremila euro consegnati all'Elba da un’imprenditrice a Mazzotta
Nelle sue trasferte a Portoferraio il dirigente arrestato li avrebbe riscossi nell’aprile del 2024. La procura: «Dati da Graziella Petucco che li ha ricevuti da Raffaella De Ferrari dell’Hermitage»
LIVORNO. Avrebbero fatto leva sui timori dei titolari dell’hotel Hermitage, all’Elba, in merito «a presunte irregolarità nell’impianto antincendio» per guadagnare dei soldi, in questo caso tremila euro che Raffaella De Ferrari – 69 anni e proprietaria del cinque stelle insieme al fratello e presidente degli albergatori dell’isola Massimo – secondo l’accusa avrebbe consegnato all’imprenditrice settantottenne di Portoferraio Graziella Petucco, ritenuta insieme al marito ottantunenne Alberto Bastreri la «collaboratrice elbana» del dirigente dei vigili del fuoco Giuseppe Mazzotta, il pubblico ufficiale in carcere che avrebbe ricevuto il denaro. Anche se Bastreri e Petucco negano l’ipotesi accusatoria.
Le persone coinvolte
Emergono nuovi particolari nell’inchiesta della Squadra mobile sui presunti permessi antincendio facili, alla quale ha collaborato anche la guardia di finanza sia nelle perquisizioni che, soprattutto, in un’articolata disamina dei conti correnti bancari. Questo stralcio vede indagati per concorso in corruzione, con diversi gradi di coinvolgimento, gli albergatori Massimo De Ferrari (74 anni) e la sorella Raffaella oltre, appunto, all’imprenditrice Petucco e al marito professionista antincendio Bastreri. Albergatori che, secondo gli inquirenti, si mostrano restii ad ascoltare i “consigli” del pubblico ufficiale, che caldeggia il cambio del tecnico antincendio per le pratiche, con i De Ferrari che invece tengono il punto continuando ad affidarsi al loro professionista.
Le accuse e la difesa
«Massimo e Raffaella De Ferrari – si legge nei capi d’accusa – provvedevano con l’intermediazione di Bastreri, che procurava loro il contatto, e Petucco, che consegnava il denaro ricevuto da Raffaella De Ferrari, alla dazione a Mazzotta dell’utilità indebita di duemila (il 13 aprile del 2024) e mille euro (il 17 aprile) per atti contrari ai doveri d’ufficio consistiti nel dare preventivi consigli sulla progettazione dell’impianto antincendio dell’Hermitage, del quale egli stesso era incaricato dell’approvazione». Bastreri avrebbe poi «provveduto alla firma e al deposito degli atti». Stando alla procura sarebbe Petucco a consegnare materialmente i soldi a Mazzotta, a suo dire ricevuti da Raffaella De Ferrari. I proprietari dell’Hermitage, come già spiegato nelle scorse settimane da Massimo De Ferrari in un’intervista al Tirreno, prendono le distanze dalle contestazioni degli inquirenti, ritenendosi innocenti. Così come Petucco e Bastreri, che si reputano estranei ai fatti contestati.
«Timore per le anomalie»
Mazzotta, il 13 aprile del 2024, andrebbe in visita all’Hermitage, dove tornerà anche nelle settimane successive. L’obiettivo sarebbe far leva sui timori dei titolari in merito alle eventuali irregolarità sull’impianto antincendio, che potrebbero ritardare l’apertura dell’albergo prevista per maggio. Il dirigente dei pompieri, stando alla tesi accusatoria, attua «una forma di condizionamento psicologico», parlando di alcune scadenze burocratiche imminenti. «Mi sembra di ricordare che intorno al 20 maggio vi scade e col nuovo decreto che è entrato in vigore le sanzioni vanno tutte raddoppiate – dice Mazzotta durante l’incontro –. Ora, per carità, le luci... purtroppo... l’altro giorno un mio amico mi chiama: “Giusè, è passata la Stradale, hanno chiesto il certificato dell’antincendio”. Cosa ci incastra la Stradale? Era un distributore di benzina, ce l’aveva scaduto e gli hanno fatto la multa. Perché loro, la polizia, i carabinieri e la finanza sono a competenza generale, quindi possono venire a controllare lo scontrino. Per esempio il nostro ministero ora ha detto di controllare le case di cura. Sai, poi funziona così: brucia un albergo, l’anno dopo controlliamo tutti gli alberghi». «Mazzotta – si legge negli atti – si prende poi cura di consigliare alla proprietà di dire al proprio tecnico di fiducia che la sala congressi sottostà alle regole del pubblico spettacolo, raccomandandosi di indicare in Bastreri la persona che ha fatto notare la cosa e non lui. Il giro prosegue e Mazzotta, notando che è di recente installazione un impianto fotovoltaico, col chiaro fine di accaparrarsi le simpatie dei titolari e la loro fiducia svela un “trucchetto” per evitare dei costi aggiuntivi alla Scia (la Segnalazione certificata di inizio attività ndr) suggerendo di richiedere quanto prima il rinnovo delle autorizzazioni, omettendo l’operatività dell’impianto fotovoltaico, poiché in tale situazione tutta la struttura sarebbe sottoposta a controllo. Una volta sistemato l’aspetto, potranno poi regolarizzare l’impianto. Il dirigente dei pompieri, a questo punto, offre la sua piena disponibilità a favorire una rapida autorizzazione al rinnovo, sempre raccomandandosi che questi accorgimenti vengano pubblicizzati come suggerimenti di Bastreri».
La consegna
Nella stessa giornata, secondo gli investigatori, vi sarebbe la consegna del denaro. «Petucco – si legge nell’ordinanza – dice al marito di uscire dalla stanza. Rimasta sola con Mazzotta, lamentandosi che il coniuge ha perso incisività dal punto di vista economico, prende del denaro e, dopo aver contato duemila euro, lo consegna a Mazzotta dicendo che è un acconto delle spettanze per l’opera prestata a favore dell’Hermitage. La somma parrebbe corrispondere ai “due fiorellini” chiesti dal dirigente in una telefonata del 7 aprile. Mazzotta, soddisfatto, suggerisce a Petucco di calcare la mano nella richiesta verso i titolari, ma la donna dimostrando scaltrezza e disinvoltura nel gestire i rapporti con gli albergatori sfruttando la complicità del pubblico ufficiale, gli dice che è il caso di accontentarsi di cinquemila euro (l’anticipo di duemila appena ricevuto da Mazzotta, che dice “Questi intanto li levo”, con la donna che commenta con un “Bravo, falli sparire” e la restante somma di tremila che, a dire della donna, Raffaella De Ferrari sarà ben lieta di consegnare»).
Il sodalizio
«Gli sviluppi dell’indagine hanno condotto a monitorare i rapporti tra Mazzotta e Bastreri – si legge nei documenti – e fra i due parrebbe insistere un collaudato rapporto di collaborazione secondo il quale Bastreri, svolgendo funzioni di intermediazione con i titolari delle strutture alberghiere in procinto di affrontare le pratiche antincendio, presenterebbe loro Mazzotta come referente dei vigili del fuoco, che potrebbe agevolarli e quest’ultimo – che otterrebbe i suoi compensi in denaro – lo ricompenserebbe inducendo i gestori ad affidargli le commesse per le forniture. La figura di Petucco emerge invece come scaltra e disinvolta nel manipolare i vari albergatori, chiedendo a Mazzotta, col chiaro tentativo di mascherare la natura della conversazione, quanti “fiorellini” vuole».
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