Vigili del fuoco, l’ingegnere arrestato per corruzione ha partecipato a 32 commissioni comunali
L'amministrazione ha ultimato l’elenco: «Ma 30 sono legate a situazioni già concluse». Il cuore dell’inchiesta verte sulle certificazioni chieste direttamente dai privati, che esulano da quegli organi collegiali
LIVORNO. «Alla luce dell’inchiesta della procura di Livorno che ha portato all’arresto del dirigente dei vigili del fuoco il Comune, d’intesa con la prefettura, ha redatto l’elenco delle commissioni provinciali e comunali che dal 2022 al 2025 hanno visto la partecipazione dell’indagato. Si tratta in tutto di 32 commissioni, di cui 30 legate a situazioni che si sono concluse e che quindi non necessitano di una nuova presa in considerazione. Si tratta di concerti, spettacoli o eventi della durata circoscritta a giorni o poche settimane, quindi esaurite. Solo due autorizzazioni sono ancora in essere e riguardano due spazi livornesi che fanno attività di pubblico spettacolo. Per queste è già partita dall’amministrazione una lettera al comandante provinciale dei vigili del fuoco, nella quale si chiede se i pareri espressi dal rappresentante dell’ente siano da ritenersi tuttora validi, se c’è la necessità di una integrazione dopo il loro sopralluogo o se serve riunire di nuovo la commissione al completo».
A parlare è il sindaco Luca Salvetti, che interviene così dopo l’arresto del funzionario e ingegnere dei pompieri labronici Giuseppe Mazzotta, accusato nell’ambito di un’inchiesta delegata dalla pubblico ministero Antonella Tenerani alla Squadra mobile della polizia di Stato di corruzione e riciclaggio per aver percepito, secondo la tesi della procura, denaro nell’ambito delle sue funzioni quali la prevenzione antincendi e il rilascio delle conseguenti certificazioni ai locali. Nella sua casa pisana, a San Casciano di Cascina, gli inquirenti hanno sequestrato quasi 200mila euro. Secondo quanto appreso il cuore dell’inchiesta riguarderebbe gli eventuali contatti e interazioni fra Mazzotta, difeso dall’avvocato Roberto Nuti, e privati che avrebbero richiesto direttamente al corpo nazionale la certificazione sulla prevenzione degli incendi.
Il certificato di prevenzione incendi è un documento tecnico che attesta la conformità di un edificio o di un’attività alle normative antincendio. Risulta obbligatorio per determinate attività, soprattutto quelle a rischio elevato (le cosiddette “Categoria C”) e garantisce che l’immobile soddisfi i requisiti di sicurezza antincendio. Il certificato è rilasciato dal comando provinciale dei pompieri e ha, di norma, una validità di cinque anni. Un tipo di attività, questo, che esula completamente dall’attività delle commissioni comunali e provinciali di vigilanza sul pubblico spettacolo. Nel frattempo, fra domani e dopodomani, proseguiranno gli interrogatori del giudice per le indagini preliminari Marco Sacquegna nei confronti di altri indagati per il quale l’eventuale misura cautelare è stata subordinata proprio all’esito dell’interrogatorio.
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