Salvetti replica al prefetto: «Il Livorno giocherà all’Ardenza, lo stadio è tra i più sicuri d’Italia»
Il sindaco: «Leggeremo ciò che ha scritto la questura non penso che chieda interventi strutturali»
LIVORNO. In un’intervista al Tirreno. il prefetto Giancarlo Dionisi ha evidenziato le “gravi carenze strutturali in più settori dello stadio”, paventando l’ipotesi che il Livorno possa non giocare la prossima stagione di serie C all’Armando Picchi qualora i requisiti di sicurezza non siano rispettati, e che dunque possa essere costretto a emigrare in impianti alternativi conformi alle normative. E ieri mattina, parlando col cronista, Dionisi ha ribadito la sua posizione: «Di fronte alla sicurezza non esistono scorciatoie: solo la prevenzione, attuata nel rispetto rigoroso delle normative Figc per la Serie C, consente di evitare incidenti e tragedie, che troppo spesso si cerca di rincorrere quando è ormai troppo tardi», ha affermato.
Sindaco Salvetti, le parole del prefetto e il solo pensiero di dover “emigrare” altrove, magari a Pontedera, hanno messo in fibrillazione la tifoseria. Lo stadio è così carente dal punto di vista della sicurezza?
«Partiamo da un elemento che per me è una certezza assoluta: abbiamo lavorato e fatto tanti interventi perché lo stadio sul fronte sicurezza fosse adeguato e rispettoso delle prescrizioni. Il Livorno Calcio non corre nessun rischio di non giocare all’Armando Picchi. Io ho avuto la fortuna di girare tutti gli stadi d’Italia in tutte le categorie e l’impianto dell’Ardenza tra gli stadi di tradizione ha standard di sicurezza che ho trovato in poche altre realtà di città come Livorno. In serie C non se ne parla neanche, ci sono strutture che di professionistico hanno poco e niente. Detto questo vorrei ricordare a tutti che il tema della sicurezza degli impianti sportivi cittadini è stato l’elemento trainante della decina di interventi che abbiamo fatto in sei anni, dai palazzetti alle piscine, dal campo scuola fino allo stadio».
Dionisi però parla di una relazione della Questura che “fotografa una situazione preoccupante e non più sostenibile”: tornelli malfunzionanti, uscite di emergenza non consone etc. In sostanza: l’ordine pubblico e la sicurezza per il prefetto non sono garantiti.
«Prenderemo sicuramente in considerazione quella relazione confrontandoci come abbiamo sempre fatto con Prefettura e Questura, ma da qui a prospettare il non utilizzo dello stadio ce ne corre. Tra le altre cose la struttura e gli spazi esterni con i tornelli e le cancellate sono state approntate per rispettare le richieste della Lega di serie A ai tempi del caso Raciti e in base al fatto che in quegli anni arrivavano tifoserie particolarmente difficili da gestire in rapporto ai livornesi, penso alla Lazio, al Verona, all’Inter tanto per fare qualche esempio».
Dice che i tornelli e le cancellate non servono in C?
«Dico che tutto questo è al momento sovradimensionato in rapporto alla categoria e alle tifoserie avversarie. Salendo in serie C sono d’accordo che ci vogliono tutti gli accorgimenti del caso ma questo non può essere scambiato con l’immagine di uno stadio non sicuro. E aggiungo che io sono dell’idea che a Livorno sia giunto il momento di togliere le barriere, rappresentate da quei divisori anacronistici e inguardabili e di avvicinare i tifosi al campo. Spero che con le idee che la società sembra avere si possa arrivare ad una trasformazione in questa direzione».
Sta rilanciando il progetto di togliere la pista di atletica attorno al campo?
«Noi abbiamo un programma di riqualificazione per step che stiamo portando avanti. Togliere la pista e fare uno stadio moderno può riguardare solo un progetto di ricostruzione completa che può proporre e realizzare solo un soggetto privato come accade in decine di altre piazze».
Il prefetto però è stato molto netto sulla necessità di mettere in sicurezza lo stadio da qui all’inizio del campionato e la materia è di sua competenza: pensa che servirà una mediazione “politica” o che si troverà un’intesa tecnica?
«Aspetto di leggere la relazione della Questura nella quale però penso ci siano interventi non strutturali ma legati soprattutto alla facilitazione del servizio di ordine pubblico e su questo possiamo ragionare. Il prefetto sa bene che la struttura è sicura altrimenti non avremmo giocato fino ad ora».
I lavori richiesti deve farli il Comune in quanto proprietario dell’impianto: a quanto può ammontare il costo?
«Noi abbiamo investito fino ad ora un milione di euro e altri due li investiamo per i lavori di gradinata e curva. Non so ancora cosa chiede la questura e quindi non so quantificare ulteriori importi».
In particolare cosa è stato fatto e cosa è in programma?
«Abbiamo modificato le linee degli impianti tecnologici in curva e in tribuna, effettuato manutenzione sugli impianti di videosorveglianza, installato nuove telecamere, ottenuto il certificato di idoneità statica della struttura dopo i collaudi. Abbiamo speso un milione per il restauro delle strutture in calcestruzzo della curva sud. Quest’anno prevediamo il ripristino della funzionalità dei tornelli, in estate abbiamo in programma la facciata lato gradinata con un investimento da 300mila euro, e 750mila per la tribuna coperta e l’impermeabilizzazione dei gradoni. Un quadro che mi fa dire con assoluta certezza che il nostro impianto è tra i migliori della categoria».
Dunque a Dionisi che cosa risponde?
«Ascolterò il Prefetto e la relazione che mi ha detto di aver ricevuto dalla Questura, procederemo con gli interventi previsti ed eventualmente con degli accorgimenti utili alle forze dell’ordine per lavorare meglio, ma ripeto: deve essere chiaro a tutti che l’Armando Picchi è sicuro e all’altezza della categoria, in fondo 4 anni fa ci si giocava la serie B».
La società che ruolo potrà avere in questa partita?
«La società è sicuramente pronta ad affiancare tutti nel percorso da fare. È interesse della società crescere nelle strutture anche perché se vogliamo tornare a grandissimi livelli, questo dobbiamo fare tutti insieme».
Ultimamente si è acceso un faro sul comportamento della tifoseria livornese, sia del calcio col divieto di alcune trasferte come Seravezza, o Orvieto dopo gli incidenti di Siena, sia del basket dove tra Libertas e PL sono piovute numerose giornate di squalifica e migliaia di euro di multe. I tifosi livornesi sono diventati dei barbari o secondo lei c’è un accanimento?
«Ecco questa cosa veramente mi innervosisce. I tifosi livornesi non possono essere etichettati in questo modo. In giro per il paese ci sono tifoserie che si sono rese protagoniste di vicende molto gravi. Noi, sia nel calcio sia nel basket, siamo rumorosi e passionali ma non possiamo essere disegnati come facinorosi tanto da non essere accettati in altre piazze o di veder vietate trasferte e viaggi in altri stadi o palazzetti. Livorno e i livornesi non lo meritano».
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