Livorno, scintille in consiglio comunale dopo l'aumento della Tari: «Sotto il tasso d'inflanzione»
L'assessora Viola Ferroni: «Siamo nella fascia medio-bassa». Ghiozzi (Lega): «Uno scaricabarile con Aamps». Palumbo (FdI): «Problemi per le piccole botteghe». Sorgente (M5s): «Stangata per chi vive in 60 metri quadri»
LIVORNO. Il consiglio comunale livornese ha preso atto dell’aumento della Tari. È l’assessora al bilancio e alle finanze Viola Ferroni a spiegare in aula la nuova tariffa. «Ci sarà un breve ritocco per le tariffe della tassa sui rifiuti, che varrà sia per le utenze domestiche che per le altre – spiega – Il consiglio comunale si limita a prendere atto del piano finanziario. Siamo però riusciti a portare l’aumento dall’11,45 pe rcento al 5,5 per cento». L’aumento che subirà il Comune di Livorno «ci permetterà di rimanere nella fascia medio-bassa. Rimarremo sotto il tasso dell’inflazione».
Ferroni poi precisa: «Per quanto riguarda le utenze non domestiche gli aumenti saranno tra l’1 e l’1,5 per cento. In sede di rendiconto verranno definite tutte le agevolazioni che proveremo a riproporre. Per chi ha le utenze domestiche sono riferite a chi ha un Isee (è l’Indicatore della situazione economica equivalente ndc) fino a 21mila – le sue parole –. Il regolamento per le utenze domestiche già offre agevolazioni per chi smaltisce i rifiuti, e credo sia anche corretto ricordare che tutta questa manovra è stata fatta con l’azienda Aamps che chiude il bilancio in utile per il sesto anno consecutivo». L’utile di Aamps del 2024, dichiara Ferroni, «è di 145mila euro. Eravamo tutti preoccupati per la situazione dell’azienda e l’amministrazione ha seguito con grande attenzione il tutto».
Le opposizioni hanno uno sguardo diverso in merito alla tassa sui rifiuti, rispetto a quello dell’amministrazione. Lo dimostrano le parole della consigliera comunale Stella Sorgente, del Movimento 5 Stelle. «Gli aumenti della Tari vengono descritti come fisiologici, come se fossero avulsi rispetto all’azione amministrativa del Comune di Livorno – dice –. Finché è stato possibile si sono sterilizzati gli aumenti, e in campagna elettorale si è evitato di alzare la tariffa ricorrendo alle procedure contabili che interessano il Comune e ReteAmbiente». L’esponente pentastellata sottolinea anche l’iniquità dell’aumento della tariffa. «Gli aumenti medi sono del 5 per cento, è vero, ma è vero anche che gli aumenti per le famiglie composte da tre o quattro persone arrivano fino al 13 o al 14 per cento. Più il nucleo è grande, più in percentuale cresce l’aumento. E in proporzione pagherà di più chi vive in 60 metri quadri rispetto a chi vive in 120 metri quadri».
Dà manforte alla collega Alessandro Palumbo, consigliere per Fratelli d’Italia. «L’aumento del 5,5 percento della Tari è una stangatina per la grande distribuzione. Un grande supermercato dovrà pagare molto meno rispetto a un panificio, a una piccola bottega. Non sappiamo come si farà a rilanciare il commercio in questa città – attacca –. E tre persone che vivono in 60 metri quadri arriveranno ad avere un aumento dell’11,33 per cento».
Per Carlo Ghiozzi, capogruppo e consigliere comunale della Lega, «continuiamo con il surreale. Siamo di fronte a uno scaricabarile tra RetiAmbiente, Aamps, il Comune. E l’assessora ci dice che loro sono bravi perché non hanno aumentato la tassa fino a ieri – rincara la dose il rappresentante di minoranza del centrodestra –. Ma è inutile che ci dica che l’Aamps è in buona salute, perché il dato di fatto è che la tari aumenta». Della maggioranza, fatto inusuale, nessuno ha preso la parola in aula per difendere l’operato della giunta guidata dal sindaco Luca Salvetti.
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