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Livorno

L'intervista

Il rugbista che ha sventato la rapina alla stazione di Livorno: «Ha trovato un muro, l’ho placcato»

di Stefano Taglione
Due agenti della polfer in stazione (foto d'archivio)
Due agenti della polfer in stazione (foto d'archivio)

Il trentatreenne livornese, buttandolo a terra, ha fatto arrestare il bandito sul binario. Aveva strappato la borsa a un’anziana: «L’ho lasciato senza fiato, non capiva nulla»

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LIVORNO. «Pensava di trovarsi di fronte un ragazzino di città, invece ha beccato un muro. Gli è andata male: io sono un rugbista. L’ho placcato come si deve, mandandolo all’aria con le gambe. Mentre era per terra, sul binario, mi diceva “Ma cosa fai, cosa fai...”. Era senza fiato».

A parlare è l’ex rugbista livornese di 33 anni che nella tarda serata di sabato 26 aprile, appena sceso dall’Intercity 522 Napoli-Sestri Levante, ha placcato il rapinatore ventinovenne marocchino Otman Faidi che, pochi secondi prima, aveva strappato la borsa di una settantenne di origine ucraina che sarebbe scesa a Pisa centrale. Lo sportivo, padre di famiglia, chiede l’anonimato per paura di ritorsioni: «Non vorrei che il mio gesto si ritorcesse contro me o la mia famiglia», rimarca. L’uomo grazie anche al suo intervento e alla collaborazione delle guardie particolari del Worsp Security Group, una delle quali ha lamentato dolori alla schiena, è stato poi arrestato in flagranza di reato dalla polfer, su disposizione del sostituto procuratore Giuseppe Rizzo.

Alessandro – è un nome di fantasia – ci racconti cosa è successo?

«Era appena tornato a Livorno da Napoli, quando con mia moglie e le mie figlie siamo scesi dall’Intercity. Il convoglio stava ripartendo, il capotreno aveva appena fischiato facendo cenno al macchinista di prendere la via. Proprio in questo istante un individuo ha strappato la borsa di una signora ed è balzato giù dalla carrozza in modo precipitoso per scappare».

Lei lo ha placcato.

«Sì, ho visto tutto e stava correndo verso di me per fuggire dall’altra parte della ferrovia. Io, in primis, ho messo in sicurezza la mia famiglia, poi l’ho placcato buttandolo gambe all’aria, come in una mischia. È rimasto spiazzato, senza fiato, non ha avuto neanche il tempo di reagire».

E cosa ha fatto?

«Mi chiedeva, in modo confuso, che cosa stessi facendo. Pensava di trovarsi di fronte un ragazzino, ma è stato sfortunato perché ha trovato un ex rugbista».

Che carriera ha avuto lei nel mondo della palla ovale?

«Ho giocato in Serie B con i Lions Amaranto, poi in C con gli Etruschi. Ero una seconda linea».

Tornando alla sventata rapina, dopo il placcaggio cosa è successo?

«I poliziotti ferroviari, un uomo e una donna, erano immediatamente dietro di me perché avevano visto quest’uomo salire a bordo del treno e comportarsi in modo sospetto. Avevano capito, insomma, che non era un normale passeggero. Io poi li ho aiutati ad ammanettarlo».

Ha avuto paura?

«No e sto bene. Non ci ho ragionato molto: ho messo in sicurezza la mia famiglia, poi ho agito come facevo in campo nelle mischie. Sono contento per aver contribuito in modo efficace all’arresto».

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