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Livorno, dietrofront dopo il post contro la polizia: «Scritto sull’onda emotiva, mi scuso»

di Stefano Taglione
Giuseppe Lobaccaro
Giuseppe Lobaccaro

Giuseppe Lobaccaro fa marcia indietro dopo aver scritto su Facebook degli schiaffi agli agenti e di volerli mandare a dirigere il traffico in Burkina Faso: «Ho avuto paura di essere investito, un messaggio pubblicato subito dopo questo episodio»

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LIVORNO. «Ho sbagliato a pubblicare quel post. Ho sempre rispettato le forze dell’ordine: mio padre era un avvocato, mia sorella e mia figlia hanno intrapreso la stessa professione e mio nonno era un maresciallo dei carabinieri. Ho sempre rispettato le divise e mi scuso per il messaggio e per i toni accesi. Quando la volante mi è sfrecciata accanto ho avuto paura e ciò che ho scritto è derivato da questo timore».

A parlare al Tirreno è ancora Giuseppe Lobaccaro, il cittadino livornese che giovedì 27 marzo, poco dopo le 21, ha scritto un post offensivo verso la polizia di Stato, dopo che un’auto di servizio della questura, a suo dire, ha sfrecciato in via Marradi passandogli vicino mentre stava raccogliendo sul marciapiede le feci del suo pitbull ed era in procinto di attraversare la strada: «Gradirei venire a sapere chi era il poliziotto alla guida dell’auto, perché gli darei volentieri due schiaffi nel muso (spero mi legga e mi venga a cercare o, ancora meglio, mi denunci così lo mando a dirigere il traffico in Burkina Faso), poi faccio un esposto al questore di Livorno, perché non esiste nessuna emergenza che possa giustificare di andare a quella velocità contro mano, soprattutto a sirene spente», un passaggio dello “status” condiviso su Facebook e cancellato dopo diverse ore. Lobaccaro ha raccontato di «essersi spaventato a morte».

«Ho rischiato la vita, è indubbio – le sue parole – e ho scritto quel messaggio dopo mezz’ora, appena rientrato a casa. Spero che tutto si concluda per il meglio, io non ce l’ho con le divise, questa macchina andava veloce e c’è stato il rischio di un investimento, per di più vicino c’erano i ragazzi della movida in via Cambini. I toni accesi sono figli della mia paura, infatti ho scritto il post subito dopo l’accaduto». Lo stato d’ansia lo avrebbe portato a esagerare e, di questo, Lobaccaro si scusa mettendoci nuovamente la faccia, come aveva fatto sul Tirreno subito dopo l’episodio. La questora Giusy Stellino, contattata dal Tirreno nel pomeriggio di venerdì 28 marzo, era già a conoscenza dell’accaduto e sul caso, lo aveva spiegato lei stessa, stava lavorando il vicequestore Giuseppe Lodeserto, il responsabile ad interim proprio delle volanti, sia per l’eventuale denuncia nei confronti di Lobaccaro, sia per ricostruire quanto da lui segnalato in merito alla velocità della macchina, che stava intervenendo per un’annunciata rapina che, per fortuna, poi non si era verificata. Il rischio, per il cittadino livornese, resta la querela. Ora da rivalutare alla luce delle sue scuse che da via Fiume erano attese e auspicate. Dopo il post era intervenuto anche il sindacato Siulp, con la segretaria provinciale Angela Bona che aveva parlato di «insulti irricevibili» nei confronti dei poliziotti.

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