Raugei e la guerra delle banchine sul porto di Livorno: «Ora le valutazioni all’Authority»
Il presidente della Compagnia portuale soddisfatto dell’incontro in prefettura sulla querelle ro-ro-container fra operatori e Grimaldi
LIVORNO. «Questioni di questa portata hanno bisogno di tempo per essere metabolizzate. In prefettura, da quanto mi è stato riferito, c’è stato un confronto corretto e chiarificatore. Ora la questione ritorna nella sua sede istituzionale competente, l’Autorità di sistema portuale, che attraverso quanto definito nel piano regolatore portuale, il rispetto delle regole e l’esame del piano d’impresa presentato dal terminal, ha gli strumenti affinché quanto dichiarato sia realizzato e mantenuto, con il coinvolgimento e il confronto con il tavolo di partenariato di cui facciamo parte a pieno titolo».
A parlare – dopo il vertice convocato dal prefetto Giancarlo Dionisi fra Grimaldi, Authority, Comune, Confindustria, operatori e sindacati – è il numero uno della Compagnia portuale, Enzo Raugei, che è anche vicepresidente di Cilp, terminalista primario nello scarico dei ro-ro. Ed erano proprio i rotabili l’argomento dell’incontro di lunedì scorso, nonché il tema che ha fatto riesplodere la cosiddetta “guerra delle banchine”, con Grimaldi – da inizio anno a capo di Terminal Darsena Toscana – additata come “asso pigliatutto” sui ro-ro, con vari accosti delle navi negli ultimi mesi in una concessione che, prioritariamente, deve essere riservata ai container (e l’amministratore delegato del gruppo, Emanuele Grimaldi, non lo ha mai negato, spiegando al Tirreno che lui, a Livorno, vuole lavorare sui contenitori ndr). «Il tavolo è andato bene – afferma Raugei – l’obiettivo a carattere generale era rasserenare gli animi, chiarire alcune questioni sull’attività di Tdt per evitare contenziosi che avrebbero danneggiato l’immagine del porto e con essa i traffici. Grimaldi ha chiarito e si è impegnata davanti all’autorevole presenza del prefetto, alle istituzioni e ai sindacati dei lavoratori, di perseguire lo sviluppo del traffico contenitori, confermandolo come core business del terminal, senza abbandonare l’attenzione verso il traffico di auto, che vede in Livorno un hub primario. Credo che “il grande malinteso” cui faceva riferimento nella sua intervista Grimaldi sia stato ben chiarito. Come ho avuto modo di affermare nel porto di Livorno – prosegue il presidente della Compagnia portuale – non esiste che un traffico sia in contrapposizione all’altro, la sua caratteristica “multipurpose” fa parte della storia, dal dopoguerra ad oggi, pertanto non credo che queste ultime vicende abbiano influito negativamente su decisioni relative agli approdi e se anche fosse così, l’epilogo del tavolo, allontana e neutralizza questa ipotetica conseguenza, rilanciando un’immagine di pacifica convivenza e collaborazione tra gli operatori e i diversi traffici, nel rispetto delle regole. A conferma dell’attrattività di Livorno, proprio sul fronte dei contenitori, sono stati annunciati incrementi importanti già dai primi mesi del 2025, così come anche i terminal dediti all’attività automotive potrebbero essere interessati da opportunità di crescita di volumi già dal 2025».
Sull’assenza della Compagnia al tavolo, Raugei ha sottolineato che «noi badiamo più alla sostanza, meno alle forme, anche se visto le presenze degli operatori avremmo avuto pieno titolo per esserci. Comunque – conclude – siamo contenti che l’incontro si sia svolto, abbiamo lavorato per questo, e si è concluso nell’interesse del porto e del lavoro. Il resto del confronto avverrà in comitato di partenariato, dove siamo presenti». l