Livorno, muore a 60 anni maschera teatrale: «La nostra colonna». Il toccante messaggio della direttrice artistica
Era il babbo di “Pino”, il 16enne ucciso in scooter da due auto mai rintracciate
LIVORNO. Se n’è andato in silenzio, raggrumato in un dolore che niente e nessuno avrebbe potuto lenire, quello per la scomparsa di suoi figlio Jacopo, per tutti “Pino”, strappato alla vita dopo una carambola a bordo del suo scooter con due auto fantasma il 3 marzo 2017. Andrea Pieri, storica maschera del Cinema Teatro 4Mori, 60 anni, si è spento dopo una malattia, spegnendo quel sorriso che in tanti sui social ricordano sul volto di tanti.
La famiglia, la moglie Ombretta, la figlia Alice e il suocero, Nedo Di Batte, si sono stretti in un silenzioso dolore, abbracciati dal calore dei tanti che hanno fatto arrivare loro una carezza sul cuore. Il corpo sarà cremato, non si sarà alcuna funzione. Poco più di un mese fa, il Tribunale di Livorno aveva condannato il Fondo di garanzia delle vittime della strada a risarcire, con un milione, la famiglia del ragazzo ucciso mentre tornava a casa dagli allenamenti. Non c’è prezzo che possa ripagare la vita di un figlio strappato, soprattutto quando a venir meno è anche la verità e con essa la mancata giustizia. I responsabili di quell’incidente non sono mai stati individuati: oltre al dolore, dunque, anche la beffa. A salutarlo, tra i primi, sono stati proprio gli amici del 4Mori, con cui Andrea ha condiviso gran parte della sua vita.
Toccante è il messaggio firmato da Serena Cassarri, direttrice artistica, e da tutti gli altri componenti della “famiglia” artistica, Bruno Bini, Umberto Becchere, Enrico Spagnoli, Alessandro Fava e Paolo Banchini. «“Cara Serena, che grandissima nostalgia per il 4Mori e per tutti voi. Ho una gran voglia di riabbracciarvi e di ritornare a lavorare con voi ed invece…preferisco che le persone mi ricordino come ero” mi dicesti nell’ultimo messaggio che ci siamo scambiati - scrivono gli amici -. Non siamo mai pronti agli addii, non per te Andrea. In tanti stamani (ieri, ndr) ci mandano messaggi. È difficile dire in poche parole chi era Andrea. Una persona sempre cordiale, una colonna portante del cinema, con la sua professionalità e la sua disponibilità. Una persona corretta, sempre gentile. Un sorriso educato, nonostante una vita segnata da mille difficoltà, ma sempre affrontate come una “roccia”. Un ragazzo che sapeva unire, così come ci ha riuniti tutti qua al teatro per ricordarlo, ognuno con la nostra tristezza. Grazie Andrea per ciò che sei stato per noi. È stato un onore aver lavorato con te. Un Amico di cuore, come ci ha detto Mor Ndack (il ragazzo che sta sempre fuori dal cinema, ndr)».
Sempre sui social, rilanciando l’immagine scelta dal 4Mori in memoria di Andrea Pieri, lo ha ricordato anche Francesco Bruni, regista e sceneggiatore: «Persona meravigliosa, dolcissima, benché segnata da un lutto insopportabile. Rimarrà sempre nei nostri cuori». In poche ore sono arrivati decine di messaggi, compreso quello di Giovanni Lippi. «Andrea era figlio di Obler Pieri, storico proiezionista della Gran Guardia dall’apertura, nel 1954, fino alla pensione. Ragazzo volenteroso e di spiccate virtù morali: purtroppo la vita, e non solo per questo ultimo atto, gli ha riservato dolori indescrivibili. Buon viaggio Andrea e controlla che la proiezione al Nuovo Cinema Paradiso sia a fuoco».