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La sentenza

Livorno, parte in vacanza con 10 chili di coca: cameriere patteggia cinque anni

di Stefano Taglione

	Un controllo dei finanzieri con i cani anti-droga sul porto di Livorno (foto d’archivio)
Un controllo dei finanzieri con i cani anti-droga sul porto di Livorno (foto d’archivio)

Il 43enne era in auto con la moglie e le figlie e si stava imbarcando dal porto di Livorno per Olbia

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LIVORNO. Nel maggio dell’anno scorso, agli imbarchi per la Sardegna, i finanzieri lo avevano fermato su una Fiat Panda appena noleggiata con dieci chili di cocaina nascosti nello schienale del sedile posteriore. Droga con un elevato principio attivo (8,6 chili), dal valore di quasi un milione di euro e dalla quale la malavita avrebbe potuto ricavare, secondo l’analisi degli inquirenti, ben 57.640 dosi. Per questo il quarantatreenne albanese Ervis Ahmetaj - in passato cameriere a Padova, in Veneto - ha patteggiato una condanna a cinque anni di reclusione per detenzione ai fini di spaccio di ingenti quantità di sostanze stupefacenti, con una multa di 20mila euro.

Sarà espulso dall’Italia

Il giovane, difeso dalle avvocate Maria Cristina Masetti ed Eleonora Rossi, è stato inoltre interdetto in perpetuo dai pubblici uffici, legalmente durante la pena, nonché condannato al pagamento delle spese processuali, a sostenere i costi per il mantenimento in carcere (attualmente è recluso al don Bosco di Pisa), mentre una volta tornato libero verrà allontanato dall’Italia, visto che il giudice per le indagini preliminari Mario Profeta, per lui, ha disposto l’espulsione dal Paese e il conseguente rimpatrio in Albania. Quando i militari delle fiamme gialle del gruppo di Livorno lo hanno controllato sul porto, con i due labrador antidroga Jambo e Brook, era in compagnia della moglie e dei due figli piccoli. Stava per salire sulla nave per Olbia, in Sardegna, e aveva già acquistato i biglietti. La cocaina, nascosta nel sedile posteriore, era suddivisa in dieci panetti e «11.528 volte oltre il valore della soglia legalmente detenibile di 750 grammi (quello per l’uso personale ndr)». Secondo l’accusa era stato utilizzato come corriere per trasportare lo stupefacente dalla Toscana nella seconda isola italiana, ma lui non ha mai dichiarato niente in proposito, trincerandosi sempre nel silenzio.

Ora è in carcere a Pisa

Il giudice per le indagini preliminari del tribunale labronico, nell’accogliere l’accordo fra le avvocate di Ahmetaj e il pubblico ministero, nel calcolare il quantum è partito da una pena base di sette anni di reclusione e da 30.000 euro di multa, riconoscendo «le attenuanti generiche in misura equivalente all’aggravante contestata». Da qui lo sconto automatico di un terzo della pena previsto per i patteggiamenti, un rito premiale che prevede appunto un abbassamento del quantum in cambio di un processo molto più veloce rispetto a quello ordinario. Da allora, il quarantatreenne, si trova recluso in regime di custodia cautelare al Don Bosco e dal momento della sentenza sta scontando la pena inflitta. 

I precedenti

Il patteggiamento segue quello, avvenuto nei mesi scorsi, di altri tre presunti corrieri della droga, arrestati sempre sul porto dai finanzieri del gruppo di Livorno. Mentre una quarta persona, nell’ambito delle stesse operazioni di lotta al narcotraffico, era stata condannata in rito abbreviato a quattro anni e quattro mesi di reclusione. L’ultima pena concordata fra le parti aveva infatti riguardato il muratore albanese di 24 anni Islam Kurti, residente a San Miniato (nel comprensorio del Cuoio pisano), bloccato nell’agosto dell’anno scorso dai militari delle fiamme gialle mentre tentava il recupero di 45 chili di "polvere bianca" da un container: per lui, come per Ahmetaj, cinque anni di reclusione, con una multa di 24.000 euro. Un patteggiamento che, a sua volta, era seguito a quello di altri due "esfiltratori" della zona del Cuoio, che nel marzo del 2023 hanno provato a recuperare 53 chili di cocaina sempre da un container, ma sono stati arrestati. Per loro cinque anni di reclusione: sono Genk Hysaj (31 anni e domiciliato a Fucecchio, punito anche con una multa da 20.000 euro) e Taulant Meta (ventiquattrenne residente a Castelfranco di Sotto, in provincia di Pisa, per lui anche 30.000 euro di multa). Nello stesso blitz, in coordinamento con l’Agenzia delle dogane e dei monopoli degli scali Darsena, era stato fermato il connazionale Klodian Alushku (sempre di San Miniato, 40 anni), condannato in rito abbreviato a quattro anni e quattro mesi di reclusione.

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