Il Tirreno

Livorno

La ricetta di Orlando «Agenti anche di notte»

di Stefano Taglione
La ricetta di Orlando «Agenti anche di notte»

Il nuovo comandante della polizia municipale si presenta: «Non saremo quelli delle multe, voglio incontrare i cittadini»

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LIVORNO. «Non saremo la polizia municipale delle multe, perché il nostro obiettivo non è fare cassa. Le sanzioni verranno fatte solo se i giusti comportamenti non saranno recepiti, visto che altrimenti noi incorreremo in un’omissione di atti d’ufficio. Per quanto riguarda la sicurezza della città, occorre individuare dei percorsi delle pattuglie per sorvegliare meglio zone come piazza Garibaldi, piazza della Repubblica e piazza dei Mille, mentre a fronte dell’aumento del personale, visto che ora siamo 213 persone in tutto il comando, potremmo pensare di istituire anche una pattuglia di notte da ottobre a maggio, dalle 2 alle 8, con un ufficiale di coordinamento. È un’opzione che valuterò nelle prossime settimane, una possibilità concreta che però decideremo, eventualmente, insieme».

Il nuovo comandante della polizia municipale, Joselito Orlando, si presenta così alla cittadinanza. Complimentandosi, fra l’altro, con il sindaco Luca Salvetti per la scelta innovativa di istituire la figura del “security manager”, il poliziotto in pensione Giampaolo Dotto, «che può fungere da raccordo fra agenti locali e politica. Con lui non vedo l’ora di incontrare i rappresentanti dei comitati di quartiere, perché molto spesso parlando con i cittadini le soluzioni si riescono a trovare senza fare grandi interventi».

Comandante, ha già incontrato il “security manager”?

«Sì, ho conosciuto Giampaolo Dotto: è una persona molto competente, dato che viene da una lunghissima esperienza alla digos. Il sindaco, che invece ho conosciuto due giorni prima del mio insediamento avvenuto il 30 settembre e mi ha accolto molto bene, ha istituito una figura innovativa, che mai avevo incontrato lungo il mio percorso nelle amministrazioni pubbliche. Sarà un piacere collaborare insieme a lui».

Lei ha una vasta esperienza come ufficiale di polizia dal Nord al Sud Italia. A Città di Castello, in Umbria, si è battuto per organizzare il più possibile i servizi esterni, lasciando pochi agenti negli uffici. Farà così anche a Livorno, è una sua filosofia?

«I servizi esterni vanno incrementati e, qui a Livorno, dobbiamo un po’ ordinarli dal punto di vista organizzativo. Devo comunque ancora metterci testa, sono arrivato da poco. La mia esperienza a Città di Castello, in ogni caso, partiva da una base diversa, visto che in tutto c’erano 22 agenti e un buon numero non svolgeva pattugliamenti per strada. Qua è diverso: c’è ad esempio il nucleo motociclisti e vi sono parecchi colleghi impiegati all’esterno, anche se è chiaro ci sono operatori (come in molte altre parti d’Italia) con limitazioni dal punto di vista medico, quindi non idonei ai servizi in strada».

A Napoli ha “portato” in strada sette vigili che si occupavano di presidiare il garage della polizia municipale. Li ha sostituiti con le telecamere?

«Perdevo sette operatori al giorno per vigilare un deposito accessibile solo a noi. È chiaro che dovevamo impiegarli meglio, lo ritenevo inaccettabile. È successo quando ero a capo del nucleo Vomero-Arenella e avevo fatto richiesta di installare una telecamera, ma non credo sia stata poi posizionata. In ogni caso, a quanto mi risulta, i colleghi non svolgono più quel compito e ora, alcuni di loro, sono effettivamente in strada per i pattugliamenti».

Ha detto che non sarà, la sua, la polizia municipale delle multe.

«No, dovremo però essere più presenti sul territorio e parlare con i cittadini».

Ha incontrato l’ex comandante, Annalisa Maritan?

«Sì, martedì scorso. Ci tenevo molto ed è stato un incontro piacevole e cordiale. L’impostazione data a questo comando dal punto di vista della formazione è veramente completa e non l’ho mai trovata altrove. È un mio pallino, spesso sono dovuto partire da zero, qua non sarà così».

Pensa di istituire un turno notturno, con le pattuglie, dalle 2 alle 8 anche da ottobre a maggio?

«È una possibilità, dobbiamo ragionarne. Al di là della presenza degli operatori in strada, però, bisognerebbe affiancare loro un ufficiale di coordinamento. E gli ufficiali devono essere presenti anche nelle altre fasce orarie».

Passiamo alla sua scelta di candidarsi per il ruolo di comandante a Livorno. Come è maturata?

«La ritengo un’opportunità importante per la mia carriera. Ho voluto portare qui la mia esperienza maturata in varie parti d’Italia».

Cosa l’ha colpita in questi primi giorni dopo il suo trasferimento?

«Vengo da Napoli, ci accomuna il mare, un aspetto da non sottovalutare nella vita. Ho notato poi persone molto rispettose del prossimo e una gran presenza di veicoli a due ruote. Non mi sarei aspettato di vederne così tanti, sicuramente la realtà pianeggiante ne favorisce l’utilizzo».

Sotto il profilo della sicurezza come pensa di impiegare le pattuglie?

«Ci sono sicuramente quartieri problematici, come quelli alla periferia nord. Penso di utilizzare le pattuglie, in movimento, su piazza della Repubblica, piazza Garibaldi e piazza dei Mille. Dobbiamo individuare dei percorsi, non sono favorevole a un presidio statico, magari come facevamo a Roma agli incroci. Con i passaggi continui delle pattuglie, fra l’altro, aumentano i feedback delle persone».  

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