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Ciampi, Enriques, Mascagni, le vittime del Moby. La storia di Livorno attraverso le sue 400 lapidi

Ciampi, Enriques, Mascagni, le vittime del Moby. La storia di Livorno attraverso le sue 400 lapidi

Mario Gavazzi: «Ecco come è nata l’idea di questo libro»

29 novembre 2023
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Livorno Sono circa 400 le lapidi di vario tipo, dimensione e materiale in giro per la città. Che si osservano camminando per le vie e piazze della città, collocate nel corso dei secoli per ricordare fatti e persone di rilievo storico, politico e sociale. “A ricordo la cittadinanza pose. Un'inedita storia di Livorno attraverso le lapidi” è il titolo del libro realizzato da Mario Gavazzi e pubblicato da Mediaprint che sarà presentato il 30 novembre alle 17 alla sala Badaloni di Villa Fabbricotti, sede della Biblioteca Labronica (viale della Libertà, 30), su iniziativa dell'associazione Amici dei Musei e dei Monumenti Livornesi e dell'associazione livornese di storia, lettere, arti.

Assieme all'autore interverranno Fabio Bertini, Giorgio Mandalis e l'assessore alla cultura Simone Lenzi. E ancora Marcello Murziani, Annamaria Pecchioli Tomassi.

La pubblicazione si è avvalsa del coordinamento editoriale di Duccio Filippi, delle trascrizioni e traduzioni rispettivamente dal latino e dal greco di Giorgio Mandalis e Giangiacomo Panessa e della realizzazione grafica di Simona Tessitori, oltre al contributo di Amaranta Servizi.

Nel volume sono racchiuse le schede descrittive di circa 400 epigrafi attualmente rinvenibili a Livorno scaturite da un'accurata indagine condotta da Mario Gavazzi, già dipendente del Comune e da tanti anni pittore, che si è adoperato con grande passione nella ricognizione sistematica, nella descrizione e nella documentazione fotografica delle “lapidi” livornesi: «Poiché da anni mi dedico alla pittura – spiega Gavazzi – di frequente mi capita di cercare vedute di Livorno da rappresentare nei miei quadri. Anni fa, trovandomi a passare nei pressi della chiesetta di Salviano, girato l'angolo vidi sulla facciata di una casa una lapide in marmo adornata da un bellissimo bassorilievo di una figura femminile in stile Liberty con la mano tesa ad indicare i nomi degli abitanti di Salviano che avevano perso la vita nella Grande Guerra. Questa particolare epigrafe mi suscitò il desiderio di cercare le altre sparse per la città». E ancora: «L'epigrafia latina di età moderna e contemporanea – sottolinea Giorgio Mandalis – richiede competenze specifiche talora oltre la conoscenza della lingua madre». Scorrendo le centinaia di schede descrittive possiamo, ad esempio, rinvenire un'iscrizione del 1534 dedicata ad Alessandro de' Medici, ma pure l'installazione fotografica che rievoca l'alluvione del 9-10 settembre 2017. Possiamo poi, fra l'altro, trovare il Monumento al partigiano, il Bollettino della Vittoria firmato dal generale Armando Diaz, la lapide sulla casa di Piero Ciampi, di Federigo Enriques, di Vincenzo Malenchini, di Giovanni Fattori oppure di Pietro Mascagni, il ricordo dei caduti della Difesa di Livorno nel 1849, i seicenteschi “Magazzini del sale”.

E ancora l'alloggio di Alessandro Manzoni nel 1827, la presenza di Giuseppe Garibaldi, le Vittime del Moby Prince, le varie iscrizioni sulle chiese in occasione di eventi e restauri, l'incontro non molto cordiale fra Napoleone ed il governatore di Livorno Francesco Spannocchi oppure le “pietre d'inciampo” in ottone poste a ricordare gli ebrei livornesi rinchiusi nei lager nazisti e molti dei quali mai più tornati. Con la partecipazione del Comune tutte le schede presenti nel volume sono state immesse nel Sistema Bibliotecario Provinciale e sono liberamente visibili e consultabili in un catalogo elettronico dedicato.
 

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