Medicina, aperte le iscrizioni senza test d’ingresso: come funziona e cosa cambia
Gli studenti possono iscriversi alla piattaforma ministeriale Universitaly, indicando l’ateneo in cui desiderano frequentare il semestre aperto e fino a nove alternative, per distribuire in modo più uniforme gli accessi
Da oggi, lunedì 23 giugno 2025, si apre ufficialmente una nuova fase per l’accesso alle facoltà di Medicina, Odontoiatria e Medicina Veterinaria in Italia. Per l’anno accademico 2025/2026 entra in vigore una svolta storica: prende infatti il via il cosiddetto semestre aperto, un nuovo modello che supera il tradizionale test nazionale d’ingresso. Si tratta della prima applicazione concreta della riforma voluta dal Ministero dell’Università e della Ricerca, guidato da Anna Maria Bernini, che punta a superare il numero chiuso in favore di un sistema che prevede libero accesso iniziale, esami in itinere e graduatoria basata sul merito.
Come funziona il semestre aperto
Gli studenti possono iscriversi da oggi alla piattaforma ministeriale Universitaly, indicando l’ateneo in cui desiderano frequentare il semestre aperto e fino a nove alternative, per distribuire in modo più uniforme gli accessi. In parallelo, ciascun candidato dovrà selezionare un corso affine, una sorta di percorso alternativo da seguire nel caso non venga ammesso al secondo semestre di Medicina.
Il semestre aperto si articola in tre insegnamenti fondamentali:
- Chimica e propedeutica biochimica
- Fisica
- Biologia
Ciascuna materia prevede l’attribuzione di 6 CFU, per un totale di 18 crediti formativi. Le lezioni inizieranno il 1° settembre e si concluderanno entro fine novembre, con modalità didattiche che potranno variare tra presenza, online o formato misto, a discrezione delle singole università. Per far fronte all’aumento atteso di iscritti, il Ministero ha stanziato 50 milioni di euro per finanziare 3.000 posti formativi aggiuntivi in tutta Italia.
Le prove di valutazione e il sistema di accesso
Al termine del semestre aperto, tutti gli iscritti dovranno sostenere prove nazionali standardizzate, identiche per contenuto e struttura in tutte le sedi. Sono previsti due appelli: il primo il 20 novembre, il secondo il 10 dicembre.
Ogni esame (uno per materia) comprende:
- 15 domande a scelta multipla (una sola risposta corretta)
- 16 quesiti a completamento
Il tempo massimo per ogni prova è di 45 minuti. Il punteggio sarà calcolato assegnando:
- +1 per ogni risposta corretta
- 0 per mancata risposta
- –0,25 per ogni errore
Il risultato sarà espresso in trentesimi, con soglia minima di 18/30 per essere ammessi in graduatoria. Chi supera i tre esami ma non rientra nella graduatoria nazionale, potrà proseguire nel corso affine, conservando i crediti acquisiti. Il semestre aperto potrà inoltre essere ripetuto fino a tre volte, anche in anni diversi.
I corsi affini: un’alternativa strutturata
Gli studenti che non accederanno a Medicina proseguiranno nel percorso alternativo selezionato all’atto dell’iscrizione. Tra i corsi riconosciuti come affini figurano:
- Biotecnologie (L-2)
- Scienze Biologiche (L-13)
- Farmacia e Farmacia Industriale (LM-13)
- Scienze Zootecniche e Tecnologie delle Produzioni Animali (L-38)
Alcuni corsi delle Professioni Sanitarie
L’iscrizione al primo semestre in questi corsi non comporta spese né obbligo di frequenza, anche se ogni università potrà adottare regole autonome per l’organizzazione delle attività.
Sfide logistiche e sostenibilità a lungo termine
L’apertura senza test potrebbe determinare un’impennata nel numero degli iscritti, soprattutto nelle università di grandi città come Roma, Milano, Napoli o Bologna. Alcuni atenei si stanno già preparando, valutando l’affitto di nuovi spazi e la riorganizzazione dell’offerta didattica per garantire qualità ed efficienza. La riforma del semestre aperto rappresenta un passaggio epocale: si abbandona il test d’ingresso come filtro iniziale e si adotta un criterio selettivo basato sul rendimento effettivo nei primi mesi di studio. Un cambiamento radicale, che mira a rendere più equo e meritocratico l’accesso a Medicina, pur con alcune incognite legate alla tenuta del sistema universitario.
Una nuova era per l’accesso a Medicina
Il semestre aperto segna una rottura con il passato, ponendosi come esperimento nazionale destinato a incidere profondamente sulla formazione dei futuri professionisti della salute. Migliaia di studenti sono chiamati a mettersi in gioco da subito, con la possibilità di accedere a Medicina non più sulla base di un test, ma dimostrando competenza, impegno e preparazione lungo il percorso. Il successo di questa riforma si misurerà nei prossimi anni, ma già da ora il sistema universitario italiano si appresta a vivere una delle trasformazioni più significative della sua storia recente.