Il Tirreno

Livorno

Festival umorismo 2023
L'edizione 2023

Il Festival dell'umorismo a Livorno? Una Bottura. «Così vi faremo ridere»

di Simone Fulciniti
Il Festival dell'umorismo a Livorno? Una Bottura. «Così vi faremo ridere»

Presentata al teatro Goldoni l'evento con super ospiti Show del nuovo direttore artistico durante la conferenza. Poi gli interventi di Luciano Barsotti, presidente di Fondazione Livorno, del sindaco Salvetti e l'assessore Lenzi

16 aprile 2023
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Dopo un’assenza di tre anni, torna in pompa magna il festival dell’umorismo. Con i soliti connotati, ma vestito in maniera diversa. A cominciare dal titolo, non più Il senso del Ridicolo ma Antani. Comicità e satira come se fosse. Andando avanti con l’immagine di copertina, che offre un meraviglioso ribaltamento: il passante che sulla terrazza Mascagni sgambetta una banana. Il cambio di location, tre giorni 12/13/14 maggio al teatro Goldoni. Per chiudere col direttore Artistico: non più Stefano Bartezzaghi, ma il giornalista e autore televisivo bolognese Luca Bottura.

E già la conferenza di presentazione assume i contorni di uno show. Quando Bottura “entra in scena”, si sono susseguiti gli interventi di Luciano Barsotti, presidente di Fondazione Livorno, ente organizzatore, del sindaco Luca Salvetti, il quale sottolinea l’importanza del ritorno di un appuntamento del genere, che apre di fatto l’edizione 2023 dell’estate più lunga del mondo, richiamando tanto interesse anche da fuori città. E dell’assessore alla cultura Simone Lenzi, felice per come le varie realtà cittadine stiano unendo le forze per realizzare eventi come questo. «Comincerei con una domanda – attacca Bottura –: la giunta è di centro sinistra, giusto? Quindi esiste ancora il centro sinistra. Bene». Prima risata. «Permettetemi una citazione che spero coglierete: Livorno è il paese che amo, qui ho le mie radici, e spero che tutti insieme sapremo costruire un nuovo miracolo italiano». Altra risata. «Non si capisce quando scherzo o quando sono serio. Sappiate che quello che dico è al 70 % vero, al 30 % falso, tipo il Tg4, ma al contrario». Poche parole che già fanno intendere lo spessore di un personaggio di primissimo livello nel panorama nazionale. «Sono contento di essere a Livorno. Una città che amo. Vorrei sottolinearlo con un’altra citazione: Jean Cocteau diceva che il francese è un italiano triste, io direi che un livornese è un bolognese incazzato. Abbiamo diverse cose in comune. Inoltre oggi ho letto che il presidente del Livorno Calcio “in pectore” Joel Esciua ha detto che Livorno gli ricorda San Paolo del Brasile, a questo punto vale tutto». Applauso. E poi l’aneddoto più divertente. «Ho una frequentazione antica con la città perché da giovane, quando mi occupavo di basket per l’Unità, che è come scrivere di bomboloni o krafen per Men’s Health, seppe lasciarmi un ricordo indelebile: infatti una volta, stavo facendo una radiocronaca e mi arrivò una sedia sulla schiena. Avete un pubblico molto caldo». E poi parte con una carrellata. «Mi sono segnato dei personaggi che amo da tempo, ma non sapevo fossero nati in questa splendida cornice. Il mio regista preferito è Paolo Virzì per quello che ha dato al cinema, amo Bobo Rondelli per quello che ha dato alla musica, amo il presidente Carlo Azeglio Ciampi per quello che ha dato al paese, amo Aldo Montano per quello che ha dato agli anacoluti, e amo Massimiliano Allegri...mi verrà in mente un motivo. Sono l’unico che considera la Sardegna un ottimo punto di partenza per venire a Livorno. Un grazie speciale al direttore del Goldoni, che dopo questo festival verrà destituito. E a Stefano Bartezzaghi, un amico, che ha fatto bene nelle edizioni precedenti. E giusto però dire che sono qui perché il candidato vero ha detto di no: doveva essere Carlo Conti, poi temeva di essere discriminato per il colore della pelle».

L’approccio a Livorno, che definisce Capitale del sarcasmo. «Un incentivo. Mi ci sono sempre sentito a casa. Essendo uno che campa prendendo in giro la gente, posso dire che faccio professionalmente quello che qui è un hobby. Un vantaggio grande. L’unico problema sarà il rischio di essere battuto e sconfitto a ogni piè sospinto. Mi piace pensare che tutto possa avere una visione d’altro tipo. E posso finalmente risolvere il trauma della sedia che mi arrivò sulla schiena: in psicologia si dice che i traumi si superano rivivendoli, dunque se qualcuno mi tirerà una sedia durante la prima serata, guarirò».l

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