Il Tirreno

Livorno

Testimoni di tempo

Ribelle, anarchico, antifascista. Vita e morte di Vezio, il “francese”

di Marco Susini
Ribelle, anarchico, antifascista. Vita e morte di Vezio, il “francese”

Cresce ad Ardenza. Pacifista, diserta le armi, si scontra con le Guardie Regie. L’arresto, gli anni a Marsiglia, la fame, il porto: storia di un “Pertini livornese”

10 aprile 2023
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LIVORNO. Nei libri di storia difficilmente potrete trovare il nome di Vezio Del Nudo, anarchico e antifascista livornese. Eppure la sua vita ci rimanda continuamente agli anni bui del Regime di Mussolini ed è costellata di tanti episodi che testimoniano la sua indomita avversione al Fascismo e il prezzo altissimo che egli dovette pagare per rimanere coerente ai suoi ideali. Vezio nasce il 27 maggio 1896 in via Garibaldi ma,sin da piccolo, cresce con la famiglia nel rione di Ardenza. Egli è,in un certo qual modo,"figlio d arte" perché anche il padre Edoardo è un seguace di Pietro Gori e di Enrico Malatesta.

La fiamma dell’anarchia

Il giovane Del Nudo apprende dal babbo e da Amedeo Boschi, un vecchio libertario che aveva patito il domicilio coatto ai tempi di Crispi, i rudimenti dell’anarchia. Partecipa cosi alle prime manifestazioni contro la guerra e, ad appena 17 anni, è già un elemento di spicco del Circolo Anarchico di Ardenza allora ubicato in via Della Gherardesca. Nel 1916 viene chiamato alle armi e inviato al fronte ma, in coerenza con il suo credo pacifista, diserta dopo poco più di un anno e per questo, nel maggio1918 viene arrestato. Condannato a venti anni dal Tribunale Militare di Torino viene rilasciato un anno dopo in virtù dell’amnistia promulgata dal Governo Nitti. La lotta politica è ormai il suo pane quotidiano ed è cosi che partecipa attivamente a tutte le manifestazioni organizzate durante il cosiddetto biennio rosso.

Scontri e guerriglie

Il 12 agosto del 1921 ad Ardenza avviene uno scontro cruento, protagonisti da un lato gli Arditi del Popolo, un movimento politico eterogeneo che riuniva anarchici, comunisti e repubblicani, e opposti a questi le Guardie Regie che sparano ad altezza d uomo e feriscono gli anarchici Averardo Nardi e Amedeo Baldasseroni che, di li a poco, moriranno a causa dei colpi ricevuti. Vezio viene arrestato e rimane per ben sei mesi in attesa di giudizio. A fargli compagnia in galera diversi "sovversivi" ardenzini tra i quali Nardi, Pracchia, Paolotti, F ilippi, Menicagli e Bernini. Tra questi solo Pracchia e Nardi verranno condannati a pene lievi mentre Del Nudo e gli altri sono insperabilmente assolti. Tuttavia la vita tranquilla non si addice alla famiglia Del Nudo infatti, all’ inizio del 1923, padre e figlio vengono arrestati insieme ad un nutrito gruppo di compagni con la pesante accusa di complotto contro lo Stato. La giustizia anche stavolta è clemente e i due Del Nudo vengono cosi prosciolti per insufficienza di prove dal Tribunale di Lucca. Il fascismo ormai ha in pugno l Italia e le squadracce nere cominciano le loro spedizioni punitive anche a Livorno. Vezio Del Nudo è un gigante di quasi due metri per 100 chili ben distribuiti e, nel l uno contro uno, non corre pericoli. I fascisti arrivano però sempre in gruppi numerosi e, vigliaccamente, si accaniscono contro il giovane anarchico. Per Vezio non è più aria ed è cosi che decide di emigrare clandestinamente in Francia insieme all amico Silvano Paolotti, comunista e anche lui ardenzino purosangue.

La vita francese

Sbarcano a Marsiglia e li si stabiliscono patendo per parecchi mesi la fame più nera e dormendo addirittura all addiaccio.Dopo qualche tempo Vezio trova da lavorar e come facchino e,con qualche soldo in tasca, può finalmente coronare il suo sogno d amore:sposa per procura la giovane livornese Lida Moriani che, dopo un viaggio quanto mai avventuroso per una ragazza che non era mai uscita dall’Ardenza, lo raggiunge a Marsiglia. Nella città francese nasceranno le figlie Silva e Rina e i due coniugi troveranno anche il modo di adottare una terza bambina, la piccola Luce. L’accresciuta famiglia non impedisce a Del Nudo di continuare la lotta politica, spesso accompagnato dal padre che, nel frattempo, lo ha raggiunto oltalpe. Fioriscono le iniziative degli anarchici:Vezio è impegnato ad organizzare la festa del lavoro nella "Maison Provencal",partecipa assiduamente alle riunioni del Circolo Anarchico nel quartiere multietnico chiamato "Belle de Mai" e alle manifestazioni contro la condanna a morte di Sacco e Vanzetti, promuove una sottoscrizione popolare a favore di un compagno colpito da cecità. In Italia non si sono dimenticati del sovversivo ardenzino tanto che la Prefettura di Livorno lo ha da tempo schedato come "uomo pericoloso, dal carattere provocante e prepotente".Intanto a Marsiglia Vezio continua indefessamente a fare politica: coadiuva Giulio Bacconi, sindacalista senese che, successivamente, combatterà contro i Franchisti in Spagna;prende parte alla festa libertaria organizzata in solidarietà con i figli dei carcerati;promuove la protesta contro un comizio di Pierre Taittinger,leader dei "Jeunesse Patriotes", un gruppo fascista che si ispira proprio alle camicie nere di Mussolini.

Questo suo attivismo non passa inosservato:nel luglio del 1928 il Console di Marsiglia ne chiede l espulsione muovendo a lui ed ad altri anarchici l accusa infondata di aver ricevuto tre bombe ad orologeria da Parigi. Per un breve periodo si trasferisce in Corsica e anche li fa proseliti alla causa anarchica.Nel frattempo il Ministero dell Interno italiano lo annovera tra gli"attentatori livornesi dimoranti all estero. Rientrato a Marsiglia organizza un volantinaggio di massa con le effigi di Paolo Schicchi, uno degli apostoli dell anarchia, e di Michele Schirru, fucilato dai Fasci sti per aver progettato un attentato al Duce. Presto anche in Francia il vento comincia a cambiare nei confronti dei sovversivi ed è cosi che Vezio viene arresta to nel settembre del 1940 e internato prima nel Campo di ST Hyppolite Du Pont Gard e poi in quello di Vernet D Ariege dove è costretto a vivere in condizioni di estrema sofferenza. A causa delle precarie condizioni di salute chiede ed ottiene di essere rimpatriato e viene scortato alla frontiera italiana nel maggio 1941.

Il rientro a Livorno

Non appena rientrato a Livorno viene torchiato dalla polizia del Regime che vuo le estorgergli informazioni sui vari fuoriusciti anarchici,in particolar modo sulla figura di Giulio Bacconi che Vezio ammette di conoscere asserendo però di ignorare che fosse un militante anarchico.Naturalmente gli agenti dell Ovra non credono alla sua versione ed è cosi che Del Nudo viene assegnato al confino e deportato a Ventotene dove ha modo di conoscere Sandro Pertini.Viene rilasciato sul finire del 1942 e può cosi tornare nella sua Ardenza dove è comunque tenuto sotto stretta osservazione dalla Polizia. Questa sua condizione di vigilato speciale non gli consente di prendere contatto con i partigiani, come avrebbe ardentemente desiderato.Nel frattempo,ormai nel 1944, diventa padre a quasi cinquanta anni del primo figlio maschio, Enio, che emette i suoi primi vagiti nella casa di via Franchini dove Vezio Del Nudo morirà il 30 aprile 1966 a causa di complicazioni cardiache ,senz altro frutto di una vita piena di sacrifici e di asprezze. Nell immediato dopoguerra riprende il suo antico lavoro di portuale che aveva abbandonato più di venti anni prima emigrando in Francia. Nel mon do del porto tutti lo conoscono come "Vezio il francese" e il rispetto verso il coraggioso anarchico è pressochè unanime.Il figlio Enio lo ricorda con orgoglioso affetto descrivendolo come un uomo burbero e taciturno ma buono come un pezzo di pane. Non aveva vizi nè particolari passioni tranne quella dell’ opera lirica che ascoltava spesso in religioso silenzio non senza versare qualche lacrima di commozione. Persona riservata si intratteneva quasi quotidianamente con pochi amici tra i quali Adone, titolare dell omonimo chiosco sul Viale Italia,e Aldo Ronda, il benzinaio dei Tre Ponti, anch egli noto antifascista. Vezio non parlava mai dei suoi trascorsi politici ne si vantava di ciò che aveva fatto. Sul finire degli anni settanta il sindaco Nannipieri consegnò alla sua famiglia una pergamena che attestava il suo ruolo di opposito re del Fascismo. Vezio Del Nudo è stato davvero una fulgida figura di indomito combattente della libertà, un vero e proprio "Pertini livornese" che meriterebbe quanto meno di vedersi intitolata una strada, magari proprio nella sua amata Ardenza.
 

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