Scuola, addio al precariato per 550 docenti toscani: erano vittime di un pasticcio burocratico
Tutto è iniziato nel marzo dell’anno scorso quando gli idonei ai concorsi ordinari del 2020 avevano superato prove dure e selettive, ottenendo punteggi alti, ma poi non erano mai stati chiamati
Da idonei al ruolo a immessi in ruolo. C’erano, eppure nessuno sembrava vederli, ma ora circa 550 docenti toscani non sono più invisibili. E tanti altri – un passo alla volta, in base alla velocità di scorrimento delle graduatorie – riusciranno a sedersi dietro quella cattedra che rincorrono da molti anni. In alcuni casi da decenni. «Una battagli dura e faticosa, ma vinta», spiegano.
L’inizio di tutto
Tutto è iniziato nel marzo dell’anno scorso quando gli idonei ai concorsi ordinari del 2020 (codice 498 e 499) avevano superato prove dure e selettive, ottenendo punteggi alti, ma poi non erano mai stati chiamati. Con il tempo – avevano raccontato allora al Tirreno – erano stati lasciati indietro a favore delle nuove procedure del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). In altre parole, un’intera generazione di insegnanti, pronti per entrare in classe, rischiava di perdersi nell’ombra. Poi la svolta.
Il movimento
È nato così un movimento dal basso, “Idonei 2020 per il ruolo – Gli invisibili”, promosso da Alessandra Torrioni, originaria di Montalto di Castro e insegnante a Capalbio, e Gian Michele Mostardini di Pescia (Pistoia), che hanno raccolto intorno a sé le voci disperse degli insegnanti “invisibili”. «Grazie a una fitta rete di contatti e all’azione costante del direttivo, il movimento ha aperto un dialogo concreto con le istituzioni – raccontano i due portavoce – . Una figura chiave nell’ascolto è stata la deputata Valentina Grippo, che ha portato la questione all’attenzione della politica nazionale. Il confronto si è poi allargato fino al ministero dell’Istruzione e del Merito. Ed è lì che l’attenzione e l’impegno del ministro Giuseppe Valditara hanno trasformato la battaglia in risultato: gli scorrimenti da graduatoria sono finalmente avvenuti».
Tante storie tutte simili
L’anno scorso Il Tirreno aveva raccontato proprio la storia di Alessandra Torrioni, all’epoca precaria della scuola primaria con un bagaglio di speranze e competenze maturate grazie alla sua formazione e a una lunga esperienza, ma con un futuro incerto, dato dall’allora situazione della graduatoria di merito in cui era inserita. Raccogliemmo l’ansia e le aspettative tranciate di netto, prima che lei stessa prendesse l’iniziativa e, con altri, desse vita a un’ondata di voci che si sono levate dalla Toscana, coinvolgendo tutta l’Italia. Nell’ottobre scorso anche per lei è arrivato l’agognato ruolo, ma dopo una battaglia e una serie di interlocuzioni durate un anno. «È bene precisare che in Toscana sono entrati in ruolo circa 550 docenti: la graduatoria di merito della scuola primaria è stata totalmente esaurita e quella per la scuola dell’infanzia si avvia sulla stessa strada, nel giro di un paio di anni. Ci vorrà più tempo, invece, per gli insegnanti della scuola secondaria, ma ora il cammino è tracciato – evidenziano i due portavoce del movimento “Idonei 2020” – . Un risultato che non contavamo di raggiungere fino a un anno fa: molti docenti già lavorano come supplenti nelle scuole di ogni ordine e grado, ma in tanti avevano perso la speranza di ottenere una cattedra a tempo indeterminato. Ora ce l’hanno fatta».
«L’impegno ripaga»
E la storia dell’insegnante di Capalbio è quella di tanti. «Ma è anche la prova che l’impegno civile, se costruito con intelligenza e dialogo, può portare a un cambiamento reale – concludono Torrioni e Mostardini – Il merito riconosciuto, il ruolo conquistato, il futuro che inizia. La scuola italiana, a volte, riesce ancora a fare giustizia. E in questo caso, l’ha fatta anche grazie a un movimento che ha saputo trasformare l’invisibilità in voce. E quella voce, finalmente, è stata ascoltata».