Confindustria Livorno, il piano di Neri per il futuro. E c'è l'ok alla fusione con Massa-Carrara e Firenze
Il presidente ha illustrato i punti chiave: dal porto alla nautuica. Tra i progetti anche quello con Il Tirreno “Filiere e Territorio” teso a rendere stabile e continuativo il rapporto fra scuola e mondo del lavoro
LIVORNO. Sì unanime, dell’assemblea di Confindustria Livorno Massa-Carrara, alla fusione con Confindustria Firenze. Per quest’anno, quando la fusione sarà ratificata davanti al notaio, gli organi rispettivi si “sommeranno”, resteranno in carica; successivamente, nel 2024, saranno eletti i nuovi organi rappresentativi dell’associazione unificata; Livorno come Massa-Carrara manterrà una propria delegazione, il cui responsabile avrà la qualifica di presidente.
Una decisione presa durante l’assemblea nella sede di Livorno. Piero Neri, presidente degli Industriali, ha salutato i numerosi imprenditori, delineando le novità positive in linea con gli obiettivi del suo mandato, conseguiti dalla Confindustria nell’anno appena concluso. «Quanto attiene Livorno – spiega – nel nuovo Piano Operativo comunale è stata inserita, come da noi auspicato e in linea con il nostro mandato di reindustrializzazione della Costa Toscana, una vasta area per insediamenti industriali – manifatturieri. Nell’attesa della realizzazione della Darsena Europa abbiamo collaborato alla ridefinizione di assetti portuali che garantiscano la pace sociale e la permanenza dei traffici in porto. Abbiamo messo in campo tutto il nostro impegno, insieme a Confetra, perché nel contratto MIMS-RFI 2021-2026 fosse assegnato un primo finanziamento di 337 milioni all’infrastrutturazione ferroviaria che collegherà i siti industriali da Piombino a Livorno ai mercati europei. Per Piombino abbiamo condiviso la necessità della installazione della nave Rigassificatore e del completamento dello stralcio della 398 dallo svincolo di Terre Rosse a Piombino. Nell’incertezza sistemica che caratterizza i nostri giorni, sul territorio costiero, l’industria manifatturiera ad alta intensità di manodopera presente – dalla nautica all’acciaio, dalla chimica al lapideo, dall’oil & gas all’automotive, insieme alla logistica marittimo-portuale in tutte le sue articolazioni – si conferma una base solida. La strategia che abbiamo tracciato come Confindustria per la reindustrializzazione della Costa toscana e che sottende al nostro progetto di fusione, è finalizzata a valorizzare gli asset industriali presenti nei rispettivi territori e a rendere efficace e funzionale la connessione tra le infrastrutture che caratterizzano la geo-economia compresa tra l’area metropolitana di Firenze e le portualità di Carrara, Livorno e Piombino».
Da questa evoluzione organizzativa ne deriverà certamente un forte incremento del peso specifico della futura unica associazione, che rappresenterà 1. 500 aziende per un totale di 66. 500 dipendenti, collocandosi al nono posto della graduatoria nazionale delle associazioni territoriali. Per il nuovo soggetto unico sarà rilevante non soltanto l’aspetto economico ma anche l’impegno in programmi di sostenibilità ambientale, di transizione energetica, di economia circolare, di sostegno ai giovani talenti, di formazione e welfare; «temi che hanno visto particolarmente impegnata la nostra Confindustria». Tra i progetti principali anche quello on Il Tirreno “Filiere e Territorio” teso a rendere stabile e continuativo il rapporto fra scuola e mondo del lavoro. L’assemblea, infine, ha condiviso la visione imprenditoriale del presidente e ha deliberato all’unanimità di conferire pieno mandato per formalizzare gli adempimenti, e le procedure necessari alla fusione con Confindustria Firenze .