Il Tirreno

Versilia

Storie e personaggi

C’era una volta la mitica Versilia dei veglionissimi di San Silvestro

di Adolfo Lippi

	San Silvestro 2020 in Capannina
San Silvestro 2020 in Capannina

Che notti con le gemelle Kessler, Peppino Di Capri, Mina o la Vanoni. Quest’anno Bussola, Capannina e Twiga a Capodanno resteranno chiusi

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Chiuse la Bussola di Focette, chiusa la Capannina a Forte dei Marmi, chiuso il Principe a Viareggio, chiuso il Twiga a Marina di Pietrasanta, chiuso il Kursaal, chiuso il Caprice, i giovani, sciamando, festeggeranno l'anno nuovo nei locali del vialone in Darsena o nelle feste municipali organizzate en plein air nelle piazze delle marine. La Versilia d'oro, quella delle coppie lui in smoking lei in lungoseta, ha spazio nei racconti di Aldo Valleroni, Sergio Bernardini, Gherardo Guidi che sedussero la notte con celebrità del palcoscenico di ogni dove del mondo. Perché la Versilia, allora, era davvero la capitale non solo italiana dello spettacolo leggero. E il Capodanno era una tappa immancabile. Ma un'interruzione violenta la si ebbe quella notte fra il 1968 e il 1969 quando, in piena contestazione studentesca in Italia, la Bussola fu paragonata alla Scala di Milano quali templi della borghesia - colpevole ed assediata da centinaia di manifestanti inferociti che bloccarono il locale dove cantavano Fred Bongusto e la diva Shirley Bassey.

Dopo quel giorno non fu più così. I tempi mutarono, ma nessuno avrebbe presagito la chiusura e l'abbandono di tanti prestigiosi locali del divertimento. Ma andiamo ai ricordi, davvero tanti, davvero incandescenti.

Subito dopo la guerra, passato il fronte, vinta la guerra dagli alleati anglo-americani, una nuova generazione, ambiziosa, scanzonata, si affacciò sulla ribalta viareggina. Mentre a Forte dei Marmi riapriva la Capannina che era stata ospitalissima con gli Agnelli, lo scrittore Curzio Malaparte, la famiglia romana dei Pacelli (nipoti del Papa), a Viareggio presero a brillare le notti, quella di Capodanno in specie, con personaggi quali il giornalista Giancarlo Fusco, le sorelle Sandra e Angela Milo, Delia Scala capitata al seguito di un ufficiale greco dei servizi alleati, Mikis Mantakas.

Si esibiva per tutti, alla tromba, Aldo Valleroni (che sarebbe divenuto il ras del giornalismo anni Cinquanta). Suonava al "casino"dove si giocava d'azzardo, dove Fusco era addetto stampa, dove si esibì nientemeno che Benny Goodman che lì al Principino era stato applaudito in estate dai duchi di Windsor .

Fusco, in un Capodanno, truccato da fachiro indiano, con un serpente attorcigliato attorno al collo, fece spettacolo al Kursaal gestito dalla mamma delle sorelle Milo. Accadde che essendo il locale esclusivo per ufficiali bianchi, si presentarono soldati di colore che non furono fatti entrare. Ne seguì una rissa gigantesca . Il Kursaal venne seriamente danneggiato.

Intanto però si spalancava la grandiosa carriera di Sergio Bernardini nei locali della pineta. Ne acquisì almeno cinque. Poi alla Capannina del Marco Polo assieme ad Aldo Valleroni e Giancarlo Fusco inventò il Festival della canzone italiana che per ristrettezze della locale Azienda del Turismo fu "trafugato" da Sanremo.

Ma chi erano i divi di quei finali d'anno? Erano Nilla Pizzi, Luciano Tajoli, Toni Dallara. A lui, urlatore, una notte al "principe" Fusco, avendo scommesso con il dottor Martinotti che era cretino e di fronte bassa, voleva appiccicargli un francobollo "Espresso" tra gli occhi. Ma Dallara alzò il ciuffo, aveva la fronte altissima, così Fusco perdette la scommessa.

L'epopea Bernardini iniziò con un socio "gassato", Alfredo Benforti, re delle acque minerali. Assieme i due organizzarono con Van Wood, Gastone Parigi, poi un Adriano Celentano giovanissimo le serate al Royal e al Principe con relativi veglioni. Ma uno scatto al cielo lo fece poi Bernardini acquistando da Alpo Benelli, patron del Superiride, la Bussola a Focette. Qui Bernardini si meritò la fama di Ziegfeld italiano. Portò Renato Carosone che fu travolgente. Allora la Rai contattò Bernardini per le esclusive riprese dei Capodanni.

Il più famoso fu con Fred Buscaglione. Le telecamere lo riportarono in ogni parte d'Italia unificandole. Vennero notti eccezionali. Bernardini pretese che gli uomini in sala indossassero lo smoking. Si raccomandò con enfasi perché ai tavoli vi era tutta la bella gente della Versilia, dai Moratti a Delia Scala, da Venasco Bini a Giacomo Sforzi, dal Salvatori del Forte ai Maschietto, da Vittorio Lera a Guelfo Marcucci, fino alla gran dama Saba Marconcini, indiscussa regina della mondanità. Ma il fantasioso Bobo Bonana, che vestiva alla Elvis Presley e indossava una camicia hawaiana, riuscì ad imbucarsi. E non solo. Ma andò a chiedere il ballo proprio alla signora Marconcini. Apriti cielo. Bernardini con una "flotta" di camerieri si precipitò sul malcapitato sparigliandogli il ciuffo alla Elvis. E fu cacciato.

Che notti ragazzi! La Tv in quegli anni riprese Alighiero Noschese e Rita Pavone, i Brutos e Tenco, Sordi e Albertazzi, le gemelle Kessler, Becaud, Aznavour, Tognazzi e Vianello, Dario Fo e Peppino di Capri.

Poi, nel ’68, questo mondo brillantissino bruciò nella contestazione. In anni più recenti sorse alla Capannina dei Guidi l'astro di Jerry Calà che conquistò immense platee di giovanissimi su quel palcoscenico dove avevano spumeggiato Edith Piaf e Josephine Baker.

Quanti rimpianti! Ora che 1 locali di prestigio son tutti chiusi, penso al Cavalluccio Marino, penso al Carillon, penso alla Caravella, penso alla Bussola e alla Capannina. Per ritrovare quelle magiche atmosfere bisogna rifugiarsi nei libri. Li cito: "Versilia anni ruggenti" di Aldo Valleroni, "Non ho mai perso la Bussola" di Sergio Bernardini, "Così ho sedotto la notte" di Gherardo Guidi. Si potranno rincontrare con malinconica nostalgia Domenico Modugno, Ornella Vanoni, Abbe Lane, Gina Lollobrigida, Anita Ekberg, Marino Marini, Mina, Caterina Caselli, Patty Pravo, Giorgio Gaber, Jhonny Hallyday, Ginger Rogers, Jerry Lewis, Sergio Endrigo, Neil Sedaka, Henry Wright, i Platters, Charles Holmes, Maurice Chevalier, Walter Chiari, Dalida, Milva… Che Versilia, che fine di anno, ragazzi!

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