Il Tirreno

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Il processo

«Mai giocato coi soldi del Comune». Assolto l’amico dell’ex economa di Collesalvetti

di Stefano Taglione
«Mai giocato coi soldi del Comune». Assolto l’amico dell’ex economa di Collesalvetti

L’accusa era riciclaggio, l’indagine partita dopo che sparirono 659mila euro dalle casse pubbliche. «Nel corso dell’istruttoria dibattimentale tutti gli indizi sono caduti»

23 febbraio 2023
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COLLESALVETTI.  Le numerose giocate a poker e le scommesse sulle corse dei cavalli non le ha fatte con i soldi del Comune di Collesalvetti. Almeno non con i 659mila euro fatti sparire dall’ex economa del municipio, la quarantottenne Francesca Gagliardi, condannata un anno fa in rito abbreviato per peculato aggravato a quattro anni e mezzo di reclusione. L’amico dell’ex dipendente pubblica, il sessantunenne pisano Franco Ferrini, due giorni fa è stato assolto con formula piena dall’accusa di riciclaggio, di cui era imputato dopo l’indagine della guardia di finanza, coordinata dal sostituto procuratore Massimo Mannucci, davanti al collegio del tribunale presieduto dal giudice Gianmarco Marinai, con a latere le colleghe Rosa Raffaelli e Roberta Vicari.

Mezzo milione di giocate

Ferrini – difeso dall’avvocato Gian Filippo Catarsi – secondo quanto emerso dal dibattimento avrebbe giocato circa mezzo milione di euro in sette anni. Questi non sono, però, i soldi persi: da quanto appurato dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, infatti, le vincite sarebbero più o meno equivalenti alle perdite, quindi quei 500.000 euro sarebbero il frutto di successi e sconfitte e, soprattutto, del reinvestimento delle giocate ben riuscite.

«Non sapeva dei soldi»

Secondo la tesi difensiva Ferrini non era assolutamente a conoscenza dei soldi fatti sparire da Gagliardi a Collesalvetti, né dalle intercettazioni «sarebbero emerse prove in tal senso». «Nel corso dell’istruttoria dibattimentale – spiega Catarsi – tutti gli indizi sono caduti». Nel corso del processo non è stato inoltre dimostrato il passaggio del denaro fra i due amici, né dalle intercettazioni telefoniche e ambientali l’ex economa e il sessantunenne avrebbero fatto riferimento a come reinvestire quei soldi (che fra l’altro, immessi su una carta di pagamento e sul circuito dei giochi online, sarebbero diventati improvvisamente tracciati). Dalle trascrizioni delle telefonate emergerebbe, invece, l’acquisto di droga di Ferrini con i soldi della donna e il fatto che la consumassero insieme. Per queste ipotesi di reato i due sono a giudizio al tribunale di Pisa, competente per territorio. «È stato un processo totalmente indiziario – conclude Catarsi – e il mio assistito, per altro, al tempo lavorava e aveva un suo reddito». All’epoca, come emerso dall’istruttoria, Ferrini operava come corriere espresso di Bartolini e aveva un conto corrente cointestato con la moglie, che lì versava il suo stipendio».

La parte civile

Il Comune, così come contro l’ex economa, si era costituito parte civile anche nel processo Ferrini. A rappresentare l’amministrazione colligiana il legale Andrea Di Giuliomaria. «Credo che dal punto di vista probatorio – le sue parole – sia mancata quella certezza che le indagini non hanno potuto colmare, anche per il tempo trascorso, nonostante il grande sforzo profuso. Certo è che la vicinanza tra la Gagliardi e Ferrini costituiva un’ipotesi investigativa più che seria rispetto alla destinazione dei denari sottratti dalla prima, così come accertato nella sentenza del processo per il reato di peculato che ha riconosciuto la responsabilità della funzionaria del Comune. Attendiamo di leggere le motivazioni». l


 

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