Il Tirreno

Livorno

La storia

Morì in casa a 19 anni: «Un malore». Medico livornese fa riaprire il caso

Morì in casa a 19 anni: «Un malore». Medico livornese fa riaprire il caso

Il giovane fu trovato a terra dai genitori Il decesso fu archiviato come causa naturale 

4 MINUTI DI LETTURA





LIVORNO. Si chiamava Federico Tedeschi. E quand’è morto aveva 19 anni. A trovare il suo corpo furono i genitori. Si disse che era stato un malore: Federico, cioè, si sarebbe sentito male e, cadendo, avrebbe battuto il volto contro un mobiletto. Correva l’anno 2017 e il caso, avvenuto a Roma, fu archiviato come morte in seguito a malore.

Ma la mamma di Federico non ha mai creduto a questa versione. Non si è mai arresa e oggi le indagini sono state riaperte, con l’omicidio come ipotesi di reato scritta sul fascicolo della procura di Roma.

E ad avere un ruolo cruciale, nell’arrivare alla svolta, è stata la perizia del consulente tecnico incaricato dalla famiglia: il livornese Riccardo Sirello, odontoiatra di 46 anni con studio in via Marradi. Dei fatti e del professor Sirello si è occupato qualche giorno fa anche il programma Le Iene, che ha trattato il caso già da tempo.

Dottor Sirello perché è stato incaricato dalla famiglia di Tedeschi per la perizia di parte? Com’è arrivato da Livorno a Roma?

«Io lavoro come consulente di tribunali e procure. Ne negli anni ho fatto vari interventi, sia civili che penali. Poi, nel 2021, mi ha chiamato l’avvocato della famiglia Tedeschi. La mamma di Federico non era convinta della versione data dai consulenti della procura. Non credeva, cioè, che il ragazzo fosse caduto sul mobiletto dopo un malore. Mi hanno dunque dato l’incarico e mi sono concentrato sulla storia, lavorando insieme agli altri consulenti».

Ma facciamo un passo indietro, lei di cosa si occupa?

«Sono un medico odontoiatra, docente all’università statale di Milano e mi occupo anche di odontologia forense».

Cos’è l’odontologia forense? Ci spieghi meglio

«L’odontologo forense interviene su incarico delle procure. Per esempio nei casi di persone irriconoscibili. O quando ci sono corpi bruciati perché i denti si conservano. C’è poi l’individuazione del soggetto nelle stragi di massa attraverso l’analisi della dentatura».

E nel caso Tedeschi? Da dove è partito?

«Il consulente della procura sosteneva che Federico avesse avuto un malore di tipo cardiaco e che, cadendo su un tavolino porta tv, si fosse ferito al mento e rotto un incisivo».

Ma a lei questa versione non convinceva...

«C’erano delle cose strane. La prima: il tavolo era scalfito nella parte inferiore. Se lui fosse caduto, come dice il consulente della procura, avrebbe danneggiato la parte superiore del mobile, che invece è integra».

Poi?

«La velocità di caduta avrebbe provocato la rottura di tutti i denti dell’arcata superiore. In più Federico avrebbe avuto ferite al naso e alla base del mento. Ma queste ferite non c’erano. Il consulente della procura aveva parlato di una frattura all’incisivo e di una ferita nella zona del mento. E aveva ritenuto questa ferita compatibile con gli incisivi rotti. Secondo il mio studio, invece, la ferita sul mento è avvenuta a “labbro morso” proprio perché i margini erano ripiegati verso l’interno. In una dinamica di caduta come quella ipotizzata dal primo consulente scivolando dopo aver impattato sul tavolino avrebbe strusciato il labbro superiore e il naso. Dunque troveremmo delle ferite anche piuttosto importanti, invece non è così».

Qual è stata la sua valutazione, dunque?

«Secondo la mia valutazione lui era a pancia in su col capo rivolto indietro. E ci sarebbero stati due urti: uno che gli ha fatto chiudere la bocca forzatamente e ha prodotto la ferita a labbro morso; l’altro che ha rotto l’incisivo. Chiaramente io non posso dire se Federico è stato ucciso o meno, ho semplicemente esaminato i dati e ricostruito quanto possibile la dinamica».

Cos’è successo, dunque, dopo che ha depositato la sua perizia?

«Con la mia perizia il caso è stato riaperto e ora si indaga per omicidio. Il corpo di Federico è stato riesumato e adesso si cercherà di capire se il ragazzo è morto di malore, cosa che io non credo, o se invece sia successo altro. Di certo la famiglia chiede che sia fatta chiarezza» .

Sta lavorando a questo caso con base a Livorno? O adesso vive altrove?

«Vivo tra la Lombardia e la Toscana. Credo che solo chi cura i pazienti tutti i giorni possa riuscire a capire tutte le situazioni che si verificano e come si evolvono. Anche a livello di medicina legale. Anche nei casi come quello di Federico».l

© RIPRODUZIONE RISERVATA
 

Primo piano
Turismo

Estate 2025, le vacanze dei toscani ai raggi X: quanto spendono e le mete preferite

di Francesca Ferri
Speciale animali