All’X Factor delle imprese più innovative la app livornese per i bimbi sullo scuolabus
In finalissima al concorso nazionale l’idea di un’impresa labronica per evitare l’assedio dei genitori davanti alle elementari
LIVORNO. È un aggeggino grande quanto un mini-puffo o al più un portachiavi, lo puoi appiccicare allo zaino o ai jeans di tuo figlio e ti tranquillizza meglio di qualsiasi ansiolitico nel tragitto delicato casa-scuola-casa: perché ti avverte in tempo reale se lo scuolabus sta facendo ritardo o comunque fra quanti minuti passa, ti segnala se il bambino è salito davvero sul pullmino e se è sceso alla fermata giusta o no, idem al ritorno. Tradotto: è l’antidoto all’ansia che spinge un esercito di babbi e di mamme ad andare ogni mattina con auto e scooter all’arrembaggio di ciascuna scuola elementare per far scendere (o riprendere) il figlio a non più di un metro dal cancello.
Se quell’aggeggino funziona come una bacchetta magica è perché “dialoga” – grazie a un trasmettitore a bassa frequenza via bluetooth – con il tablet a bordo dello scuolabus, che fa una sorta di appello automatico e, fermata dopo fermata, “vede” chi è salito e chi no, e se c’è qualcuno che non monta alla fermata prevista manda una notifica ai telefonini dei genitori o del nonno. Senza contare che l’itinerario del pullmino è continuamente tracciato dal sistema “gps”, per cui si sa sempre dov’è.
L’azienda livornese Oimmei – settore tecnologie innovative ma quartier generale nel settecentesco Palazzo delle Colonne di Marmo, in via Borra – ha impacchettato tutto questo e ne ha fatto una app: di eliminatoria in eliminatoria, l’ha portata nella finale nazionale del concorso “Cambiamenti”. Qualcosa che è più di un “X Factor” nella caccia alle migliori imprese italiane nate negli ultimi tre anni: l’hanno promosso gli artigiani Cna in tandem con Bnp Paribas con il sostegno di un partner fra i quali figurano Google e Facebook più il corporate accelerator di Tim.
Sembra l’uovo di Colombo ma la svolta è il fatto che tutto funziona in automatico: non c’è bisogno che sia l’autista o l’accompagnatore a mandare la segnalazione, il genitore se la ritrova sullo smartphone (così come gli avvisi di eventuali variazioni di itinerario per cause di forza maggiore). È consultabile (e scaricabile) su www.scuolabusapp.it ma funziona ovviamente solo là dove viene attivato il servizio dai gestori del trasporto scolastico, che si tratti di piccoli Comuni in proprio o aziende bus in convenzione.
Del resto, le sentenze della Cassazione lo dicono chiaro: il gestore del servizio scuolabus è responsabile se per caso qualcosa va storto a un bambino che scende alla fermata non prevista o che sale sullo scuolabus sbagliato.
È l’uovo di Colombo ma mette in gioco i “beacon”: «Abbiamo iniziato a utilizzarla quando in Italia non aveva ancora fatto capolino, c’era solo qualcosa negli Usa», dice Luca Finocchiaro, uno dei soci (gli altri sono Simone Figliè, Ephraim Pepe e Andrea Fastame).
«Siamo un’azienda che sviluppa software, – aggiunge – ci occupiamo di app e da qualche anno ci stiamo specializzando sul fronte della mobilità con una rete che copre ormai gran parte della Toscana». Il riferimento è a “B-on-time” e soprattutto a “Teseo”: «Anziché basato sulle schedule degli orari programmati, ti consiglia il bus giusto per arrivare a destinazione e, rilevando dov’è quel bus in quel momento, ti dice fra quanto lo avrai alla fermata giusta». Ed è già scaricabile.