Il Tirreno

Livorno

Progetto per via Goito 20% case e 80% verde fra orti, parco e pecore

di Alessandro Farulli

Presentata la proposta della proprietà dell’area (Coop Clc) In pista anche un centro servizi e un mercatino a km zero

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LIVORNO. Un parco pubblico, orti urbani, una fattoria didattica, un mercatino a km zero, un centro servizi (e, naturalmente, le case residenziali, ma in classe A e con attenzione al rispetto paesaggistico e ambientale). Ecco il progetto per via Goito, o meglio la proposta progettuale, della proprietà del terreno (la coop Clc) presentato ieri dagli assessori Alesandro Aurigi e Paola Baldari, assieme al dirigente comunale Paolo Danti, il progettista Lorenzo Vallerini, Antonino Valenti, coordinatore del team di progettazione e Francesco Farnetani, coordinatore di progetto e rappresentante della proprietà.

La speranza del Comune è che questo progetto – che ha già apprezzato e che ora è al vaglio degli uffici tecnici che dovranno valutarne la fattibilità – metta d'accordo tutti i soggetti coinvolti, partendo da una questione ineludibile e più volte sottolineata dall'assessore Aurigi: «Non si tratta di un'area pubblica, ma privata. Ed il privato, la Clc che ha rilevato le aree dalla Coop Italia per attivarne le previsioni urbanistiche, avrebbe potuto recintarle e farne poi ciò che ne voleva. Invece sono state messe insieme le esigenze dei residenti che avevano fatto anche una petizione, è stata valorizzata l'esperienza degli orti urbani permettendo ovviamente al privato di costruire quanto previsto dal regolamento: è nata così questa proposta che vede al primo posto la realizzazione del parco urbano, poi degli orti e da ultimo anche delle case ma per una volumetria assai inferiore a prima. Basti dire che dei 6 ettari, 5 saranno per il parco, di cui 1,5 per gli orti e solo un ettaro per le case».

Dunque, l'80% della superficie territoriale è destinata a parco urbano, in buona parte libero ed aperto con gestione pubblica, ed in parte con aree e servizi che potranno essere affidati a cittadini singoli o aggregati per la realizzazione di orti urbani ed aree agricole produttive (sempre attraverso un bando come per tutti gli orti urbani della città). Solo il 20%, verrebbe invece destinata all’edificazione che consente l'acquisizione compensativa dell'area pubblica, come previsto dalla normativa urbanistica vigente. Si parla di un "saldo" complessivo pari a un milione e 400mila euro.

Il parco sarà chiamato “all'Erbuccia”, a memoria dell'antica località Erbuccia situata sul prolungamento di via dell'Ambrogiana: rivestirà un ruolo rilevante all'interno del progetto complessivo di riqualificazione dell'area. Sarà un parco urbano di nuova tendenza, non gestito interamente dal Comune, con spazi agro-ambientali produttivi, quali gli orti, che favoriscono l'aggregazione ed il mantenimento dell'area.

«Saranno usate le pecore – ha aggiunto – per mantenere i prati: è una pratica che a Torino viene svolta con ottimi successi da anni». L'area quindi manterrà la sua vocazione agricola (era così fino a 25-30 anni fa) e gli orti urbani, anche se verranno realizzati dal lato opposto a dove sono adesso, avranno un'area più grande: attualmente è meno di un ettaro, arriverà a un ettaro e mezzo a lavori terminati».

Sui tempi nessuno dei presenti si è sbilanciato, ma non saranno brevi perché ogni passaggio sarà fatto di comune accordo con il Comune, ma a quanto risulta, se andrà in porto, la prima opera sarà il parco, poi il resto, o almeno a lotti successivi.

È prevista, come detto, anche una piccola fattoria con le pecore che potrebbe essere usata anche per le scuole; un centro servizi che sarà tutto coperto da pannelli solari; e un mercato a km zero che venderà i prodotti del parco, ci saranno anche due campi di grano, e possibilmente anche altri prodotti sempre a km zero della città.

L'assessore Paola Baldari si è soffermata sull’«eccellenza della progettazione», evidenziandone il grande rispetto paesaggistico: «Il progetto tiene di conto delle preesistenze storiche, degli antichi tracciati e della memoria agricola , nonché della varietà arborea anch'essa preesistente».

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